sabato 11 settembre 2010

PEOPLE

MILLA 

Erano due giorni che Milla girava attorno a quell' albero di caco. Era un albero maestoso, con tante foglie verde bosco, pieno di frutti arancioni. 
Sul primo ramo splendente stava un frutto, un caco rosso, maturo, e Milla lo guardava vogliosa. 
Nei suoi sei anni di vita, era la cosa più bella che avesse visto. Decise che sarebbe stato suo. 
Provò ad arrampicarsi, ma il fusto era talmente liscio, che non era possibile appigliarsi. 
Prese allora una sedia, niente da fare. 
Provò col seggiolone della sorellina, niente da fare. 
Oh, come avrebbe voluto una scala, ma non c' era, doveva riuscirci con quello che aveva. 
Strisciò il tavolo della cucina sino all'albero, poi con l' aiuto di una sedia vi issò il seggiolone. 
Infine salì pericolosamente la torre ottenuta. 
Stando in punta di piedi riuscì a sfiorare il frutto agognato, ma non a staccarlo. 
Fece allora un piccolo saltello, afferrò il frutto, ma all' improvviso la torre franò. 
Milla cadde a sedere scoperto su un letto di ortiche. 
Non si curò né della caduta, né del pizzicore, si guardò le mani vuote... il caco, il caco dov' era? 
Era poco più in là. 
Spiaccicato per terra. 
Completamente polverizzato. 



  Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

6 commenti:

pierperrone ha detto...

Povera Milla, deluso musetto di bambina che non è riuscita a compiere il salto che voleva nella vita.
Il frutto spiaccicato era il segno del sogno svanito.
Perchè i sogni, a volte, svaniscono, proprio quando sembrano più a portata di mano...
E rimane qualche macchia dei frutti che si sfrangono a terra.

Povera Milla.

Ma sono sicuro che nella sua vita altri sogni avrà coronato, imparando a mettere in equilibrio i pioli sui quali costruire una solida scala.
E anche qualdo avrà dovuto far fronte alla precarietà degli equilibri della vita, spero che l'esperienza di quell'albero e di quel caco, e il ricordo dei colori autunnali che già avvolgevano il giardino, gli siano tornati utili in qualche modo. Per attutire il colpo che la vita sente quando ci sbatte a terra col sedere.
In quella posizione un pò troppo esposta per il nostro ordinario equilibrio esistenziale, ci sovvengono spesso memorie e nostalgie. E il desiderio, in quell'autunno che ci colora l'animo, trova una moderata consolazione, anche se non riusciamo a soddisfare del tutto gli appetiti e le voglie.

E Milla, ne sono certo, si porterà nel cuore per sempre il senso di quella sua avventura in giardino.

Un abbraccio, cara Paola.

Gianna ha detto...

Povera Milla, verrebbe subito da dire...ma la brutta esperienza le servirà come lezione di vita...

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Piero,
prima di tutto voglio complimentarmi per la bella e spiritosa foto nuova che hai messo nel profilo... aria di cambiamento e di novità , stai affrontando la vita con più ironia, un' aria del tipo fanciullesca, il tuo Frugolino( io chiamo così il bambino curioso che rimane in noi anche se a volte lo nascondiamo talmente in fondo che non riesce a risalire)si è svegliato...scusa la filippica ma è il pensiero che mi trasmette la tua foto.
Su Milla ho solo una cosa da aggiungere a quello che hai commentato tu : da una piccola esperienza Milla ha acquisito il senso dell' ineluttabilità.
Ciao Piero e buona domenica

Paola Tassinari ha detto...

Cara Stella,
a volte crediamo che siano i grandi episodi che determinano il nostro carattere, invece a volte piccoli episodi caratterizzano tutta una vita, Milla non riuscirà mai più a credere alla realizzazione dei sogni o delle utopie e sarà una strenua paladina della mezza misura... i sogni nell' irreale, i fatti nel reale.
Baci festanti ( al mio paese è festa patronale)

Gaetano Barbella ha detto...

E se fosse questa una metafora che svela il retroscena del pomo dell'albero della scienza del bene e del male in mezzo al giardino dell'Eden?
Intanto facciamo chiarezza sullo scenario, attori e chi è dietro le quinte, di quel "MILLENNIO", un "epoca" immaginaria in cui avvennero i fatti narrati dalla Bibbia: il nome MILLA ce lo suggerisce.
1. Dire Adamo ed Eva è come risalire a uno dei due: ognuno di essi, per l'accordo reciproco che in loro agiva, non decideva una cosa se non suggerita dall'altro (come una voce interiore riferibile all'io in contrasto con l'ego).
2. Confermiamo col nome MILLA, entrambi, Adamo ed Eva dunque.
3. Milla (ossia i due) è appena stata creata: aveva sei anni e in modo traslato ella viveva in un "MILLENNIO" all'esordio.
4. IL racconto biblico lascia intendere che Milla era stata avvisata dai suoi genitori, ma non si sa dove potevano essere.
5. Nel vedere il bel frutto sull'albero dei cachi, MILLA decide di farlo suo, anche se l'avviso dei suoi genitori glielo sconsigliano.
6. Ma non è facile l'impresa di MILLA che a causa della sua poca età non può assolutamente essere cosciente del pericolo cui va incontro arrampicandosi sul seggiolone posto sul tavolo. Se solo non avesse dovuto fare il salto per arrivare a lambire il caco sarebbe riuscita nell'intento di far suo il bel caco rosso, ma non fu così.
7. MILLA cadde rovinosamente e poteva anche farsi molto male, se non "MORIRE" addirittura. Giusto la stessa parola citata dal Creatore nella Bibbia.
8. Sorge la domanda, quando accadono simili cose, per trovare il colpevole, giacchè MILLA non poteva essere giudicata responsabile del suo infortunio: ma i genitori perché l'hanno lasciata sola sapendo che poteva farsi male a causa dei "frutti dell'albero"?
9. Ma nel passato remoto gli abitanti della Terra non avrebbero mai osato farla questa domanda e così anche fino al millenio appena trascorso, tanto erano timorosi verso il loro Dio. E così quando accadde la trasgressione nel giardino dell'Eden avvenne che MILLA morì veramente.
10. Tuttavia il racconto di MILLA ci porta al presente. MILLA cade dal seggiolone e nemmeno si duole per essere caduta sulle brucianti ortiche. È dispiaciuta invece per il caco ridotto in briciole.
11. La conclusione della metafora ci fa capire che MILLA può simboleggiare il MILLENNIO appena iniziato e speriamo che non sia quello successivo: sarebbe troppo tardi perché la Terra sta diventando vecchia.
12. In questo nuovo MILLENNIO molti uomini dovranno perciò imparare ad essere giudiziosi. Gli adulti sorveglino i giovani assumendosene la responsabilità, curando la loro crescita fisica, morale e intellettiva.

Concludo non trascurando il lato autobiografico che sei portata a concepire con questo scritto e con altri, cara Paola. L'ineluttabilità che tu ravvisi non sia senso di pessimismo. Nondimeno tieni da conto che sei parte di un tutto e il tuo immaginare e poi scrivere non è limitabile a te stessa. Per bocca tua parla anche il TUTTO: a volte in modo esclusivo.
Ciao e buona domenica,
Gaetano

Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

...........( i puntini stanno per il silenzio che mi ispira il tuo commento)A GAETANO

Qual è 'l GEOMETRA che tutto s'affige

per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond'elli indige, (135)

tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova; (138)

ma non eran da ciò le proprie penne:
se non che la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne. (141)

A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa, (144)

l'amor che move il sole e l'altre stelle.

(Dante, Divina Commedia, Paradiso XXXIII