lunedì 27 settembre 2010

PEOPLE

DANIELA 

Nel nostro piccolo gruppo di "strani" composto da Marco il femminiello, Anna la coraggiosa, Katiuscia la dinamitarda, Paolè la contestataria c'era anche un'outsider: Daniela. 
Daniela era matura, responsabile, composta, affidabile, studiosa, non saltava mai le lezioni ed era sempre ben educata. 
Era la beniamina delle mamme e dei Prof. 
Non amava le risse, né i fumetti, né la musica, né contestare e neanche i libri, le piacevano ma non li amava. 
Non si lasciava mai dominare dalle passioni, era... Apollo senza Dioniso. 
Tanto per essere chiari, Daniela non partecipava mai allo stupido gioco della cerbottana. 
Era sempre col nostro sparuto manipolo, taciturna, quasi assente ma amichevole e salda. 
Eccelleva in tutte le materie, stava nei banchi della prima fila, ma a differenza dei secchioni i compiti risolti li passava a tutti. 
Aveva splendidi occhi verdi e non mi piaceva che li nascondesse portando i capelli in modo da celare quasi tutto il volto. 
Daniela aveva affrontato la sua fossa dei leoni, si era rovesciata addosso una pentola di acqua bollente, aveva il viso e parte del collo e della spalla piagati. Questo era il motivo per cui Daniela si univa a noi, anche se non aveva gli stessi interessi, noi non vedevamo il suo volto sfigurato. 
Oggi Daniela ha fatto carriera in banca, la scienza ha aiutato il suo volto ma l' affetto fra noi è rimasto immutato. 


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

4 commenti:

giardigno65 ha detto...

è LA COSA PIù IMPORTANTE ...

Paola Tassinari ha detto...

...ma è solo un racconto, la realtà è diversa.
Ciao Antonio.

Gaetano Barbella ha detto...

È come dici tu, "...la realtà è diversa...", ma non trascurare, cara Paola, anche il detto, "la lingua batte dove il dente duole"? Nel senso che dal tuo intimo, il grillo canterino cerca di parlare delle cose intime.
Non trascurare l'inconscio collettivo in relazione al tuo personale. Non sono io a sostenere una cosa del genere, ma come tu sai, si tratta delle concezioni dello psichiatra e psicologo svizzero Carl Gustav Jung.
Ecco che Daniela costituisce, in seno al tuo inconscio, se tu senti di farti carico del «piccolo gruppo di " strani"», il "Cristo" con la sua croce costituita dal suo viso, spalla e collo piagati.
Il segno di unna simile concezione?
Lo riscontri facilmente tutte le volte che impatti in "Daniele" della vita, la vista improvvisa di un gatto morto vittima poco prima a causa di un'auto; la visione alla Tv di un fatto grave con vittime innocenti e così una mare di cose dolorose da accettare.
Ecco, se ti senti struggere dal dolore in te e non riesci a svincolarti per quanto tu ti sforzi di reagire, sei Daniela, non si scappa è proprio così.
Se invece, pur avvertendo almeno compassione al posto di Daniela, sei Marco il femminiello, Anna la coraggiosa, Katiuscia la dinamitarda, Paolè la contestataria.
Si racconta di persone, ritenute paranormali, che avvertono in loro il patos di altre persone oggetto di gravi situazioni di mali corporei e/o psichici allorché si apprestano a "soccorrerli" in modo paranormale, appunto.
Ma è così, almeno nella casistica dei santi della Chiesa, dalle loro storie che sappiamo.

Ciao e buon mattino,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Gaetano sei arrivato come un balsamo, questa mattina invece di fare come al solito, cioè aprire la posta, sono andata prima al blog.E' da ieri sera che sono inquieta perchè non ho avuto il coraggio di spezzare una certa catena ( quando sono in condizioni estremamente sensibili, sono un coacervo di irrazionalità varie ) così ho importunato vari amici del web, non pensando che forse li avrei messi nella mia stessa situazione, magari anche loro erano in un periodo extrasensibile( ho pensato che fossero razionali o piacevolmente immersi nel gioco). Questo per spiegarti che questa mia sensibilità è traumatica, un soffio di vento a volte può travolgermi, e me ne vergogno tanto perchè io non devo lamentarmi , perchè ho avuto sempre ( almeno per ora) pesi sopportabili.
In quanto all'inconscio collettivo è ben strana cosa...mi capita a volte di rivedere i miei valori come in vari specchi in tante altre persone, ma poi si rivoltano, avevano una maschera,come in quel racconto "Vestire gli ignudi"...e allora dubito molto nel mio intuito collettivo.
Ciao Gaetano, ed un soleggiato mattino pieno di idee nuove e strane sia con te.