lunedì 21 novembre 2011

LA RAGNATELA seconda parte



Antonia Ciampi, l' artista della ragnatela donata al Museo di Rimini, è un’artista bolognese impegnata dal 1991 all’insegnamento in diverse accademie d’arte. Numerose le sue personali e vari i premi ricevuti. Nel 2006 realizza la mostra personale “ Differente” nella prestigiosa sede della Reale Accademia di Spagna.
In parallelo, rispetto agli appuntamenti dell’attività artistica e dell’insegnamento, va considerato il lavoro di ricerca, in particolare nella semantica del segno-simbolo, e della scoperta/riscoperta del colore.

Ora Al Museo di Rimini vi sono le sue leggerissime, metaforiche ragnatele, «luogo in cui si è soggetto passivo di una cattura e al contempo si diventa soggetto attivo per catturare gli altri, nel momento della realizzazione della propria ispirazione creativa», come scrive Virna Gioiellieri. «“La ragnatela è la storia della nostra vita, è un tessuto di relazioni che si possono aprire e chiudere, relazioni che si cancellano e che si possono riscrivere”. E le ragnatele di Antonia sono respiro nell’aria, il palpitare della dimensione infinitamente piccola della vita, la sua leggerezza, ma sono anche il dolore e l’angoscia della preda senza scampo imprigionata in un cuscino avvolto nell’intreccio dei fili e ancora sono la possibilità di uno spazio cosmico suggerito dai fili in rilievo appoggiati sulla fitta trama di uno spazio circoscritto.»

Tessere la tela è un po' come creare la vita , iniziarla e terminarla, la cattura della preda non è altro che la nostra morte, io la vedo un po' così penso che sia la paura inconscia della morte a far sì che ci siano persone che hanno paura dei ragni.

Mia sorella che soffriva di aracnofobia, nelle sere d' estate, nelle quali si dormiva a finestre aperte, e quindi entravano i ragnetti, non mi lasciava dormire, dovevo andare a caccia di ragni per lei, tremava dalla paura, oggi massaia perfetta li uccide con la scopa.


Leggendo il quotidiano locale di Rimini sono venuta a sapere che era in corso una polemica fra chi diceva che la ragnatela era un' opera d' arte e chi sosteneva che non lo era.
Io considero l' opera un capolavoro per l' idea ed anche per il manufatto, e trovo ottimo il posto scelto, infatti il museo non è altro che la tela di ricordi della storia passata e quindi morta , ma ora dobbiamo parlare del mito.



immagine di Teoderica

8 commenti:

Gaetano Barbella ha detto...

Antonia Ciampi, l'artista della ragnatela donata al Museo di Rimini, mi riallaccia ad un'altra nota artista scomparsa nel 2010 all'età di 98 anni, Louise Bourgeois.
Louise Bourgeois era una scultrice attraverso la lavorazione del metallo.
Negli anni più maturi, l'artista si occupa in maniera approfondita di temi come la sessualità, la famiglia e la solitudine, rappresentando immagini trasfigurate del membro maschile nelle sue installazioni e celebrando il concetto di maternità con enormi sculture filigrane a forma di ragno; si tratta di opere di carattere onirico spesso ripetute per essere poi installate in diverse città, dell'altezza di una decina di metri.
Al pian terreno della Mori Tower, nel quartiere di Roppongi Hills a Tokyo, è possibile ammirare e toccare una delle sue celebri sculture a forma di ragno gigante.
Di Louis Bourgeois ne parlo nel mio saggio "Guggenheim Museum di Bilbao: un fiore di titanio per una regina". In questo museo fu esposto, appunto, un suo ragno gigante. Vedi qui.
Ciao, cara Paola,
Tanino

Paola Tassinari ha detto...

Consiglio a chi capita qui, di andare al commento di Gaetano Barbella e di cliccare sul "qui", il lettore sarà trasportato in un bellissimo saggio di Gaetano, e se volete conoscere la Dea Mari, non potete mancare, se amate l' arte, la storia e la leggenda dovete andare assolutamente...vi divertirete.
A te Gaetano dico solo che forse il ragno e la sua tela è da sdoganare, la bravura può essere suberba come pure la bellezza, peggio la falsa modestia.
Ciao Tanino, grazie per il commento e per il tuo saggio.

ilcuorecomeilmare ha detto...

Ciao Paola.....quanto tribolare per riuscire ad entrare nel mio blog e pure nel tuo come in tutti gli altri. Avrò digitato chissà cosa per restare a secco. Adesso ho trovato, non so come, una via per entrarci. Sono imbranato:-))
Comincio con i complimenti massimi, cara Paola, per la foto del papavero rosso, uno dei miei pochi fiori preferiti. Porta tanta primavera, tanto rosso alba e tramonto e pure tanta passione. Hai fatto una scelta da abilissima regista. Pare arrivare dentro un teatro, sedersi ed attendere con emozione, l'apertura del tendaggio rosso velluto, e il conseguente arrivo dell'attrice principale.
Applausi. Applausi.
Ho visto uccidere più ragni che debellare una ragnatela. Perchè di quest'ultima si ha rispetto e soggezione, pure positività.
La ragnatela è una delle opere d'arte che solo il ragno può fare ed a cui l'uomo si ispira per il suo vivere.
Penso abbia due significati importanti, quello di un inizio e quello di una fine, senza che ci sia mai la fine. Perchè tessere in vita ogni cosa, ogni sentimento, sopratutto quello dell'amore, vuol dire restare in vita sempre, anche quando la vita materiale e terrena arriva al capovita.
Per sorridere ti ricordo che tempo fa ti chiamavo nei commenti, sardella. Adesso ti chiamerò ragnetta :-))
Un beso caldo per l'inverno.

pulvigiu ha detto...

Ogni creazione personale è un opera d'arte
perchè è unica ed è un'espressione propria
di chi la crea.

Buona serata Teoderica.

Ciao da Giuseppe.

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Cosimo, per i complimenti che fai al mio papavero rosso, è venuto da sè, all' improvviso non mi piaceva più il soffione e nemmeno i fiori gialli, ora mi sento accesa come il rosso.
I ragni mi piacciono, uno perchè fanno le ragnatele, due perchè sono buffi col corpicino tondo e tutte le loro zampette, sembrano uno spremiagrumi oppure si può pensare di afferrare tutto se avessimo anche noi la possibilità si avere tante braccia.
Ciao Cosimo.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Giuseppe , hai scritto un bellissimo e veritiero pensiero che solo chi ha una grande sensibilità poteva fare.
Ciao, poi ti vengo a trovare.

pierperrone ha detto...

La ragnatela è una casa ma anche una trappola, una mirabile opera di un misterioso ingegno animale, che sfida la comprensione del nostro ingeno, così presuntuosamente snob, ed è anche una sconcertante arma di conquista. E' un'ammirevole opera di ingegneria e di pazienza ma è anche un'immensa conquista dello spazio... a dimensione di ragno.
Chissà, si possono vedere tante cose in una ragnatela.

Intanto ti saluto, cara Paoletta,
Piero

Paola Tassinari ha detto...

La ragnatela è come la trama della nostra vita, all' improvviso può arrivare una scopa e distruggere tutto.
Ciao Piero.