mercoledì 26 aprile 2017

MARLA (prima puntata)

Era stesa a terra, inerme, senza ribellione, col corpo a peso morto, quattro donne la tenevano, più un corpulento uomo che le cingeva le caviglie, con le sue grandi mani, che erano come morse d'acciaio, e che le facevano molto male. Si era rifiutata di prendere dei medicinali, da cui si era disintossicata con molta fatica, sapeva che le facevano molto male, che il suo sangue era saturo di questo farmaco e loro le avevano fatto un TSO. Ma loro, loro chi? Non sapeva come e quando fosse finita lì, nel Servizio Psichiatrico, non sapeva chi fosse stato a mettere in moto quel demonio che è il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) forse come al solito i parenti/serpenti? Che paradosso lei si era sempre battuta per un idilliaco amore universale, aveva subito le più ignominiose offese senza controbattere, cercava sempre il punto d’incontro, non giudicava, accettava tutto e tutti eppure Il TSO era lì davanti a lei, firmato da un’assessora. Forse il sindaco non c’era, forse se il sindaco avesse letto il suo nome, non avrebbe firmato quel foglio che gettava tutta la sua persona nella spazzatura. Lei aveva fatto molto per la sua città, per Ravenna, senza nessun secondo fine o tornaconto, solo per amore della città. Calde lacrime rabbiose scesero sulle gote di Marla, contro al sindaco e all’assessora, come era possibile che dei politici potessero decidere se uno era bisognoso di cure o no? Che erano dei medici? Degli psichiatri? Dio mio, Mio Dio, non mi abbandonare ti prego, fortuna che Tu ci sei sempre e nel momento del bisogno mi sorreggi. Marla, fu costretta a prendere quella capsula blu che odiava, la mandò giù con rabbia e docilmente si lasciò condurre verso una stanza, le diedero il letto numero otto, Marla si disse, sì otto e me ne fotto!

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