Il Negroamaro è
un vino rosso coltivato quasi esclusivamente in Puglia,
particolarmente nella zona del Salento. E’ un’uva
dalla storia antica e misteriosa, non ci sono notizie certe sulla
sua origine, ma sembra sia stata introdotta
sulle coste dello Ionio ai tempi della colonizzazione greca. L’origine
del nome secondo alcuni sarebbe la ripetizione della parola nero, prima in
latino poi in greco, altri sostengono che Negroamaro derivi dal suo colore molto
scuro e dal suo sapore amaro. È un vitigno molto versatile, utilizzato anche
per ottenere i vini rosati. Il Negroamaro è conosciuto anche con altri nomi, in
passato usato per tagliare i vini, soprattutto quelli del Nord Italia per
aumentarne il tenore alcolico, in quanto il Negroamaro è ricco di zuccheri. Da
diversi anni i produttori vitivinicoli salentini hanno cominciato ad utilizzare
le uve di questo vitigno per produrre vini in purezza e il Negramaro si è ritagliato con classe un posto tra
i vini più famosi. Il Negroamaro ha un intenso colore rosso molto scuro, con riflessi quasi neri. Il
suo profumo è intenso
e fruttato, richiama i piccoli frutti a bacca nera, in particolare le more ma
anche un profumo intenso di viole. Il sapore è piacevolmente amaro, pieno,
intenso e vellutato. Si abbina molto bene ai tradizionali piatti della cucina
del Salento, come polpette al sugo, carne, soprattutto agnello, alla brace, ma
anche paste al forno e formaggi stagionati e sapidi. E’ un vino dal gusto
unico, nero, amaro e incandescente, sarà per questo che ha dato il suo nome al gruppo
musicale dei Negramaro e i tralci del vitigno sono usati per il falò più
grande del bacino del Mediterraneo. Ogni 16 gennaio, a Novoli (Lecce) nel cuore
del Salento, vigilia di Sant’Antonio Abate patrono della città, si realizza un
falò di 25 metri di altezza e 20 metri di diametro che viene realizzato con
circa 80mila fascine di tralci di vite secchi provenienti dal Parco del
Negroamaro. La mattina si issa sulla cima della catasta l’immagine del Santo,
il pomeriggio si celebra la benedizione degli animali e appena scende la sera si
accendono i fuochi artificiali e il falò, mentre si balla, si mangia e
naturalmente si beve il Negroamaro.
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