mercoledì 18 luglio 2018

UN BICCHIERE DI NEGROAMARO



Il Negroamaro è un vino rosso coltivato quasi esclusivamente in Puglia, particolarmente nella zona del Salento. E’ un’uva dalla storia antica e misteriosa, non ci sono notizie certe sulla sua origine, ma sembra sia stata introdotta sulle coste dello Ionio ai tempi della colonizzazione greca. L’origine del nome secondo alcuni sarebbe la ripetizione della parola nero, prima in latino poi in greco, altri sostengono che Negroamaro derivi dal suo colore molto scuro e dal suo sapore amaro. È un vitigno molto versatile, utilizzato anche per ottenere i vini rosati. Il Negroamaro è conosciuto anche con altri nomi, in passato usato per tagliare i vini, soprattutto quelli del Nord Italia per aumentarne il tenore alcolico, in quanto il Negroamaro è ricco di zuccheri. Da diversi anni i produttori vitivinicoli salentini hanno cominciato ad utilizzare le uve di questo vitigno per produrre vini in purezza e il Negramaro si è ritagliato con classe un posto tra i vini più famosi. Il Negroamaro ha un intenso colore rosso molto scuro, con riflessi quasi neri. Il suo profumo è intenso e fruttato, richiama i piccoli frutti a bacca nera, in particolare le more ma anche un profumo intenso di viole. Il sapore è piacevolmente amaro, pieno, intenso e vellutato. Si abbina molto bene ai tradizionali piatti della cucina del Salento, come polpette al sugo, carne, soprattutto agnello, alla brace, ma anche paste al forno e formaggi stagionati e sapidi. E’ un vino dal gusto unico, nero, amaro e incandescente, sarà per questo che ha dato il suo nome al gruppo musicale dei Negramaro e i tralci del vitigno sono usati per il falò più grande del bacino del Mediterraneo. Ogni 16 gennaio, a Novoli (Lecce) nel cuore del Salento, vigilia di Sant’Antonio Abate patrono della città, si realizza un falò di 25 metri di altezza e 20 metri di diametro che viene realizzato con circa 80mila fascine di tralci di vite secchi provenienti dal Parco del Negroamaro. La mattina si issa sulla cima della catasta l’immagine del Santo, il pomeriggio si celebra la benedizione degli animali e appena scende la sera si accendono i fuochi artificiali e il falò, mentre si balla, si mangia e naturalmente si beve il Negroamaro.

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