Dante di Paola Tassinari Questo dipinto è un acrilico su tela, misura 50×60 cm, è stato realizzato alla fine del 2019 ed è l’ultima mia realizzazione della serie di ritratti in primo piano e con gli occhi molto grandi, il titolo è “Il mio Dante”. Il dipinto ha lo sfondo e i colori predominanti di colore violetto, ispirato dal XXXII Canto del Purgatorio… “Men che di rose e più che di viole/colore aprendo, s’innovò la pianta, /che prima avea le ramora sì sole. Il violetto è ottenuto dalla mescolanza del rosso con il blu: il rosso della terra/carne e il blu del cielo/spirito che puta caso ha come colore complementare il giallo del divino. Il giallo e il viola sono opposti che si attraggono. “La congiunzione degli opposti, intesa non come sintesi finale, ma come complessità iniziale che spinge alla trasformazione, spesso sofferta. A livello psichico, difatti, il viola esprime tematiche di confronto e conciliazione degli opposti psichici, divenendo colore della trasformazione, della ricerca costante di un nuovo stato e di nuovi equilibri”. Come sintesi tra la vivacità del rosso e la tranquillità del blu, il viola diviene senso della misura, di temperanza e di sopportazione. Il violetto è il colore delle viole, fiore che significa sacrificio ma anche veggenza, si narra che i Cavalieri della tavola rotonda consultassero le viole per conoscere il loro destino. La viola rappresenta il pensiero per l’amato, la fedeltà e l’eleganza, la modestia e il pudore, l’onestà e lo sdegno. Nella mitologia greca, Efesto si incorona di viole per sedurre Afrodite, nel Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare la freccia di Cupido cade proprio su una viola che “le fanciulle lo chiaman fior d’amore”. In Francia a Tolosa, una proposta di matrimonio che si rispetti, deve essere accompagnata da un mazzo di violette e sono famose per essere state il simbolo della casata dei Bonaparte. Prima di essere esiliato all’Elba, Napoleone promise di ritornare “quando le violette fossero state nuovamente in fiore” e dopo la sua morte, nel suo medaglione furono trovate delle violette raccolte dalla tomba di Giuseppina, la sola donna che forse avesse davvero amato, anche se la famosa “violetta di Parma” porta il nome della seconda moglie di Napoleone: Maria Luisa d’Asburgo. Per il cristianesimo, rappresentando metaforicamente la lotta dello spirito (blu) contro la carne (rosso), il viola è il colore del periodo quaresimale, della Passione di Cristo, è l’anticamera della Resurrezione. Ci sarebbe altro da scrivere, ma mi fermo qui… la viola è un fiore, uno strumento musicale, un colore sfuggente. Dunque dallo sfondo di colore viola, Dante è visto di tre quarti, ha gli occhi grandi e profondi, i tratti soffusi d’azzurro, perché egli è già uscito dalla selva oscura, è più spirito che materia. È serio e compito, ha le labbra strette e chiuse, ha già detto e scritto tutto; in mano ha la penna per scrivere che è anche Maat (concetto egizio di equilibrio): Dante ha sempre lottato per la giustizia e la pace fra i governi. Ho cercato di catturare lo sguardo di Dante, così come me lo immagino tramite le letture che ho fatto delle sue opere, in primis la “Divina Commedia”. Il dipinto è legato anche il mio ultimo romanzo “Io sono la divina”, un omaggio al Poeta per i 700 anni dalla sua morte, avvenuta a Ravenna, nel 1321, eventoche accadrà quindi nel 2021. “Io sono la divina”, il titolo del mio libro, allude alla Divina Commedia, è un avvincente romanzo, un viaggio in luoghi reali, dalla assolta e misteriosa Francia meridionale, passando per la magia nera e bianca di Torino, giungendo in Romagna fino a Ravenna luogo in cui Dante è spirato e sepolto… perché proprio a Ravenna? Un viaggio mentale in quanto la protagonista cercherà di svelare chi sia il Veltro e soprattutto la profezia collegata, che un’antica leggenda narra che si avvererà dopo 700 anni dalla morte di Dante, cioè ora, nei tempi attuali. Rosaspina, la protagonista, si chiama come la fanciulla della favola della “Bella addormentata”, in quanto al suo risveglio è collegata la fine del kaliyuga o età del ferro e il fiorire di un nuovo modo di pensare che porterà ad una nuova età dell’oro. In viaggio con una coppia di amici in un borgo nei Pirenei, Rosaspina è in cerca di ispirazione, che per lei significa farsi trasportare dal vento e andare dove la porta il caso… ma è veramente un caso? Seguendo le tracce profetiche dantesche riviste tramite le profezie di Nostradamus, Rosaspina giunge alla scoperta di una strana iscrizione che la porterà ad approfondimenti storici, cronaca recente, aneddoti, misteri, sincronie che si intrecciano e si uniscono per poi incastrarsi perfettamente tra loro, svelando ciò che sta dietro alla realtà. (Un piccolo estratto… Be’, Rosaspina era più incasinata di prima, ma si rendeva conto che questa faida/dinastica si era poi allargata a dismisura, col passare degli anni le divisioni erano aumentate, si erano inseriti il mondo anarchico, la borghesia, la destra, la sinistra, ecc., all’aumento delle divisioni non possono che corrispondere le moltiplicazioni. La popolazione si moltiplica, così aumentano le divisioni, che collimano con la moltiplicazione delle controversie e le moltiplicazioni delle leggi che sottraggono all’uomo la libertà, quindi si può dire anche: aumentando le genti, diminuisce la libertà. L’attuale umanità è un sesto del totale degli uomini nati negli ultimi 10.000 anni, noi tutti, siamo la sesta parte di tutti quelli vissuti prima di noi!) La scritta che si trova in diagonale sul colletto della toga è il nome Dante in caratteri Wingdings, un font di scrittura che unisce simboli, frecce, forme geometriche e altro, usato dai giovani per le scritte sui muri e purtroppo spesso per imbrattarli… comunque è un nuovo linguaggio e bisogna chiedersi il perché abbia preso piede solo nei muri e nei videogiochi.
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