martedì 10 dicembre 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello



Dante art digital di Paola Tassinari Il titolo di questa opera è “RA21” come è stampato a chiare lettere in alto a destra e significa “Ravenna 2021”. Ricorda i 700 anni della morte di Dante avvenuta a Ravenna nel 1321, è creata a computer, è Arte Digitale, è stampata su Polionda e su carta con dimensioni 70x100 cm., ma è possibile stamparla in altre dimensioni e in altri materiali. Questa opera ve la mostro per farvi vedere un esempio di come lavoro le immagini Art Digital. E’ chiaro che sono partita dal dipinto ad acrilico “Il mio Dante” (opera che non è più in mio possesso essendo stata aggiudicata ad un’asta benefica per aiutare gli ammalati di Covid-19, asta tenutasi virtualmente durante il lockdown) in cui per prima cosa ho cambiato i colori, cambiando così anche il significato simbolico. Ho poi sovrapposto il dipinto, sfumandolo ad hoc, a un’immagine della pineta di Classe, così Dante appare con alle spalle il bosco dove spesso andava e i suoi occhi sono pini, aghi, aria e tristi per il mondo che va sempre un po’ così. In quest’opera predomina il rosso acceso e squillante della toga e del copricapo di Dante, l’attenzione è posta, sul Dante speziale. Dante è convenzionalmente ritratto con la veste e il cappello “a sacchetto” rosso perché faceva parte della corporazione degli Speziali. Nel Medioevo, non essendoci tessere professionali e d’identità, l’abito era il segno della propria appartenenza, Dante se voleva essere riconosciuto come inscritto e quindi avere tutte le facilitazioni e i privilegi che la corporazione garantiva agli appartenenti, doveva mostrarsi tale e certo se ne sentiva parte. Con la sua gran voglia di sapere e conoscere sicuramente si intendeva di medicamenti, erbe, veleni e affari magici cioè fatture, niente di dispregiativo ai tempi, anzi l’attività era una delle più redditizie. A supporto di ciò il triste affare, in cui tentarono d’implicarlo in un processo per magia nera, che indagava sul tentato assassinio di papa Giovanni XXII. L’implicazione di Dante nel contesto di una fattura di magia nera è certamente un dispetto perpetrato per liberarsi di un personaggio scomodo come Dante che te le cantava in faccia senza paura né ritegno, appunto perché libero e non di alcuna parte, ciò avvalora la tesi che egli fosse realmente anche uno speziale. Perché pongo l’attenzione sul Dante speziale quindi conoscitore di veleni? Perché Dante che per tutta la vita ha sputato veleno, il veleno della società di allora, descritto dalla sua penna, forse alla fine glielo hanno fatto ingurgitare tutto per intero nel 1321, poco prima della sua partenza da Venezia o durante il viaggio di ritorno a Ravenna, quando fu colpito dalla malaria… questa malaria che colpiva molto spesso i personaggi della storia quando davano fastidio a qualcuno. La pineta di Classe, la sua quiete, il silenzio hanno accolto le lunghe passeggiate di Dante, forse lo hanno reso sereno, forse un po' meno arrabbiato. Gli alti pini che oscurano il sole, il fruscio lento delle acque, il canto e il volo improvviso e sempre diverso dei tanti volatili, i lunghi sentieri che paiono infiniti, l’atmosfera lattiginosa e lenta di una nuvola galleggiante fra il verde anziché fra l’azzurro del cielo, questa è la pineta di oggi. La stessa dove passeggiava il Poeta che l’ha citata nella Divina Commedia, nel Canto XXVIII del Purgatorio: “Tal qual di ramo in ramo si raccoglie per la pineta in su ’l lito di Chiassi, quand’Ëolo scilocco fuor discioglie” (proprio come avviene di ramo in ramo nella pineta sul lido di Classe, quando Eolo scioglie il vento di scirocco). Questa pineta è citata e descritta anche nel Decamerone di Giovanni Boccaccio, nella novella ottava della V giornata, che ha come protagonista Nastagio degli Onesti, l’episodio è raffigurato in quattro celebri tavole da Botticelli… una pineta da ricordare. Questa è l’opera che sarà esposta al progetto “Arte nell’Arte” a Taranto. Sarà esposta nelle vie del centro della città: cinque copie formato 70x100 cm.

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