ESSERI ALIENI DI DUE UFO ENTRANO NELLA "TERRA CAVA"
Di
Gaetano Barbella
Illustrazione 1:
Immagine della "Terra Cava" di
un reperto conservato nel Museo Archeologico di Sarsina (Forlì-Cesena)
L'impronta dell'atterraggio
<< Nel corso della notte del 10
maggio 1967, gli abitanti di Marliens videro passare sopra di loro quello che
all'epoca veniva chiamato un «disco volante»; il velivolo era in fase di
atterraggio. All'alba, le sue tracce erano visibili in un campo vicino, ed
erano tipiche, come poterono costatare i gendarmi della brigata del cantone,
Genlis.
Metro alla mano, i tutori dell'ordine redassero un verbale (n. 309) e
fecero vari schizzi, molto ben fatti secondo l'opinione generale, anche se va
comunque considerato che non si trattava dell'opera di specialisti (illustr.
2). L'impronta (di una dozzina di metri di circonferenza) fu cosparsa di
polvere bianca e fotografata da un elicottero. Aveva l'aspetto di una stella a
6 punte, all'interno della quale si distinguevano sei fori che eventualmente
avrebbero consentito di tracciare una seconda stella, interna più piccola.
Illustrazione 2: L'impronta del disco volante di Marliens, Digione (FR). Rilievo delle tracce rilasciate dall'UFO. Tratto dal libro “Giza la porta dell'Egitto” di Guy Gruais e Guy Mouny. Edizione Armenia.
Secondo una diversa procedura, collegando le punte della stella grande, si può tracciare un poligono a sei lati; lo stesso accade unendo tra loro i punti corrispondenti ai sei fori. L'esagono grande è convesso, il più piccolo concavo; nessuna di queste figure presenta un angolo retto. Negli ambienti specializzati, ufficiali o privati, fu dato grande rilievo alla cosa.
Un autore, Maurice Chatelain, in Le Messagers
du Cosmos (Robert Laffort, 1980), dopo uno studio
dettagliato si era orientato verso i dati egizi, pi greco, ecc. tuttavia,
nell'insieme non furono tratti insegnamenti alla portata dell'avvenimento di
base, restando nell'ambito matematico. >[1]
L'illustr. 2 mostra il rilievo eseguito dalla brigata di
gendarmeria di Genlis, poco distante da Marliens, ed è quanto basta per ora per
avermi permesso di intuire un possibile schema per risalire ad una risoluzione astro-geometrica
di un diagramma dell'assetto planetario solare sul piano dell'ecclittica di un
giorno tutto da concepire. Ed è da questo risultato che risulta una data che
potrebbe far capire che si tratta di un ritorno dell'astronave aliena.
Le tracce periferiche dell'impronta di Marliens descrivono un ellisse
L'ellisse sembrerebbe
essere la traiettoria di un sistema rotante di quattro pianeti contrapposti più
un quinto, disponendolo
in piano. Al centro un Sole. Ma è più un messaggio crittografico in codice ed è
prematuro, per ora, capire a cosa mira. Il sistema interno con traiettorie in
rosso, con più sicurezza potrei interpretarlo come il nostro sistema planetario
solare geocentrico (la terra è al centro).
Illustrazione 3: L'ellisse sembrerebbe essere la traiettoria di un sistema rotante di quattro sistemi contrapposti più un quinto, disponendolo in piano. Al centro un Sole. Il sistema interno con traiettorie in rosso, come si vedrà, genera un altro ellisse che può essere un altro sistema rotante
L'ellisse del supposto secondo sistema rotante
Con illustr. 2 e successivamente con l'illustr. 3, è rappresentata la proiezione in piano delle tracce interne all'ellisse (segnate in rosso). Ho supposto che siano alcuni pianeti e il sole del nostro sistema planetario solare geocentrico. Come già esposto, in questa configurazione, i pianeti e il sole ruotano sul suddetto secondo ellisse. Si nota una quinta diramazione, la OE', estranea al probabile sistema solare e quasi certamente potrebbe trattarsi dell'Ascensione Retta del pianeta dell'astronave atterrata a Marlien
Illustrazione 4: Il
secondo ellisse dell'illustr. 2 riportato in piano.
I pozzetti delle impronte dell'astronave aliena
La configurazione del fondo dei pozzetti
delle impronte di Marliens, (illustr. 5) con le due cave orbitali che si
immergono nel terreno, è piuttosto curiosa. Di qui mi è sorta la convinzione
che lo sbarco degli alieni è avvenuto attraverso questi pozzetti e non al
solito modo tramite una scaletta per scendere sulla piana terrestre. Dunque lo
sbarco deve essere avvenuto per accedere nella profondità terrestre, ma non c'è
traccia del vano di passaggio se non per un breve tratto.
Illustrazione 5:
Particolare pozzetti dell'impronta di Marliens.
Come se gli alieni avessero una capacità di trasformare la loro costituzione corporea, da materia fisica in materia eterica per accedere in un mondo sotterraneo. Ed ecco che si è fatto strada in me la teoria della "Terra Cava", cioè del mondo sotterraneo di Agarthi, o di Shamballa[2]. È un argomento incomprensibile ma si capirà meglio fra poco. Ma si è fatto strada l'idea di come gli angeli, spiritualmente immaginati immateriali nel passato e nel presente, possano invece essere degli esseri capaci di esistere come sono considerati parte di alieni degli UFO. Perciò vengono da mondi lontani dello spazio.
Un altro atterraggio di
UFO come quello di Marliens in zona Colli di Buseto Palizzolo di Trapani
Intanto
il 12 aprile 1980, in zona Colli di Buseto Palizzolo di Trapani, avviene un
altro atterraggio di un UFO, le cui impronte rilasciate sul terreno sembrano
essere simili a quelle dell'atterraggio alieno di Marliens appena esaminato.
Un folto gruppo di esperti
del Centro Ufologico Nazionale (CUN), sede di Palermo, si adoperarono per fare
un intenso lavoro di rilievo delle impronte rilasciate dalla presunta astronave
aliena. Di seguito riporto in parte la relazione a cura del CUN da Settimo
Albanese, per gentile concessione del signor. Davide Ferrara, cui ringrazio.
Egli è vicepresidente del Coordinamento CUN Sicilia cura il database e fa parte
del si adoperarono per fare un intenso
lavoro di rilievo delle impronte rilasciate dalla presunta astronave aliena..
Il giorno 15 aprile 1980
il Gazzettino di Sicilia, nella sua prima edizione, comunicava che in zona
Colli di Buseto Palizzolo, nel trapanese, il viticoltore Giuseppe Pedone di 53
anni, sposato con due figli, persona di indubbia serietà e molto stimata in
paese, come poi ci hanno anche riferito i Carabinieri, denunciava al locale
comando dell'arma, la presenza, nel suo appezzamento di terreno, coltivato a
viti, di tracce che lasciavano presumere l'atterraggio di un oggetto non
identificato.
Illustrazione
6: Rilievo del terreno su cui è atterrato l'UFO a Buseto Palizzolo. |
Illustrazione 7: Pianta e sezione delle traccia dei fori sul terreno dell'Ufo di Buseto Palizzolo.t |
Più
da vicino il CUN elencò i seguenti dati relativi al suddetto rilevamento:
1. Il distretto di terreno, prevalentemente
argilloso, presentava una depressione di circa 20 cm. che delimitava
geometricamente una forma pressoché circolare con dei fori anch'essi ben
definiti e circolari.
2. L'assenza quasi completa di qualsivoglia
vegetazione, salvo la presenza di un tralcio di vite, con una parte della
corteccia annerita, al centro della depressione, condizione che lasciava
supporre che fosse stato compresso da qualcosa di molto pesante.
3. La situazione di cui sopra era tanto più
evidente in quanto tutta la restante parte del fondo agreste era rigoglioso di
erbe e di viti regolarmente disposte.
4. Nessuna traccia di qualsivoglia mezzo
meccanico è stata notata nelle vicinanze del distretto interessato che potesse
far supporre l'intervento di mezzo convenzionale nel medesimo.
5. A distanza di circa 5 metri dal limite
della zona suddetta, venivano trovate zolle, di circa 30 cm. di diametro, di
terreno argilloso disposte radialmente rispetto ad un supposto centro di
proiezione.
6. Il terreno ricade in zona prettamente
agricola, su uno sfondo prevalentemente collinoso; in esso sorgono delle
vecchie costruzioni agricole poste a gran distanza tra loro.
Effettuata la ricognizione
di cui ai punti su specificati, il gruppo procedeva a successivi rilievi, con
del rilievo plano-altimetrico corrispondenti a elaborati grafici alcuni dei
quali sono mostrati di seguito.
La misurazione eseguita
col doppio metro, evidenziava effettivamente un dislivello di circa 20 cm. tra
il piano di campagna vergine e la zona interessata, con diametri est-ovest di
circa mt. 1,75 e nord-sud di circa mt. 1,50. I fori A, B, C e D (vedi grafici),
ubicati verso il limite esterno, misuravano circa le seguenti distanze
(illustr. 6 e 7):
AB = cm. 65
BC = cm. 90
CD = cm. 120
DA = cm. 87
AC = cm. 170
BD = cm. 170
I fori 1, 2, 3, 4 e 5
ricadenti al centro della depressione, misuravano circa le seguenti distanze:
1-2 = cm. 20
2-3 = cm. 30
3-4 = cm. 30
4-1 = cm. 40
1-5 = cm. 26
2-5 = cm. 20
3-5 = cm. 25
4-5 = cm. 20
I fori A, B, C e D si sprofondavano a 45°
rispetto al piano di calpestio, fino ad una profondità di circa 60 cm. per poi
biforcarsi, con un angolo interno stimato circa 20°, fino alla profondità
terminale di circa 2 mt. (misura confermata anche dai rilievi fatti dai
Carabinieri). L'imbocco al piano di calpestio dei detti fori, di circa cm.
40x17, presentava una sezione a becco di clarino, con invito irregolare che
lasciava presumere inizialmente la forma trapezoidale.
I fori
1, 2, 3 e 4 erano di sezione più piccola (circa 10 cm.) con invito nettamente
circolare, e con inclinazione inferiore a 45° e profondità di circa 130 cm.. Il
foro centrale n. 5 si differenziava nettamente dagli altri perché
perpendicolare al piano di calpestio e perché l'invito era di circa cm. 20 con
un profondità di circa cm. 30. Quasi a metà della parete ovest-sud-ovest del foro
centrale, se ne diramava un altro della stessa sezione dei fori 1, 2, 3 e 4 per una profondità di 130 cm. circa
(illustr. 7).
La
totalità dei fori erano caratterizzati da una sezione conica le cui superfici,
ben levigate, erano discontinue nel senso che diminuivano il loro lume come se
fossero stati originati da un complesso di tubi prolungatisi a cannocchiale e
quindi a diametro calante[3].
Il
teletrasporto nel mondo sotterraneo attraverso i fori nel terreno
L'aver visionato i reperti tecnici del
rilievo dell'atterraggio della presunta astronave aliena a Buseto, mi ha
indotto a fare delle riflessioni sulla natura dei fori obliqui rilevati sul
terreno.
Illustrazione
8. L'ipotetico UFO con le tracce dei fori sul terreno. |
Illustrazione 9: I pozzetti del rilievo delle impronte dell'UFO di Marliens. |
Visionando l'illussi nota chiaramente che secondo l'opinione degli esperti del CUN, che hanno fatto i rilievi che nei fori sul terreno, nei fori poteva essere alloggiato una sorta di complessi tubi telescopici. Ma volendo conformarsi agli analoghi fori dell'astronave aliena del caso Marliens, lo stesso concetto dei tubi telescopici, qui non è attuato.
Non riesco a immaginare quale sia la
funzione delle aste telescopiche immaginate dagli ufologi del CUN che non
avevano altre idee, se non per giustificare gli irregolari fori divergenti.
Tuttavia, da parte mia, ipotizzo che i soli fori potrebbero essere un vano di
transito di parte del sistema di teletrasporto per il trasbordo - mettiamo - in
una supposta "terra cava" del nostro pianeta, come nel caso di
Marliens, con la differenza dell'aggiunta dei pozzetti a mo' di
"anticamera".
Secondo
me, per spiegare la presenza di questo genere di astronavi aliene, ma già se ne
è parlato per il caso Marliens, vale capire che la natura degli esseri che li
guidano è quella di esseri non corporei come noi della terra e provengono da un
loro mondo. Volendo capire la loro natura in rapporto a noi terrestri, vale
esaminare la nostra natura che si conosce dal punto di vista esoterico. Anche
noi siamo dotati di un involucro eterico complesso, cioè fatto a più strati di
materia sottile compenetrati fra loro.
C'è
chi ritiene anche, che gli esseri alieni in questione non provengono da altri
“pianeti”, così come concepiti nella mente umana, ma da un pianeta eterico
nella terra, non percepibile dall'uomo. Questa versione è possibile visto che
gli alieni di Marliens e di Buseto si sono immersi nella nostra terra,
adattando la loro natura corporea eterica con quella degli abitanti del
supposto mondo sotterraneo. Dunque sono in grado di convivere con quelli del
mondo sotterraneo.
I
corpi dei visitatori si materializzano automaticamente all'entrata nella nostra
frequenza vibratoria e nella nostra densa materia.
E qui l'opinione in merito è che la
terra, come già detto, sia immaginariamente cava e contenga un mondo che molti
hanno chiamato Agarthi e altri Shamballa. E poi c'è la vecchia concezione di
cui parla Dante Alighieri, dell'inferno, Purgatorio e Inferno correlati alla
nostra Terra.
In verità, per stare con i piedi a
terra, come già detto, è erroneo e insostenibile il concetto di cavità fisica,
ma di "compentrazione", ovvero di passaggi di stato da fisico
ad astrale-eterico, così come quello astrale-eterico-mentale dell'uomo, ma è
una cosa che l'uomo della scienza ignora. Tuttavia si sa dall'esoterismo del
passaggio di stato dei coloro che si sdoppiano disponendosi a viaggi in altri
mondi di natura asrale-eterica.
Vi
è una storia a riguardo, piuttosto fumosa, intorno al monte Epomeo dell'isola
d'Ischia che la lega ad una possibile entrata nel mondo eterico-astale di
Agarthi e Shamballa, a cominciare dal Medioevo, ma chissà forse anche da prima.
Fu Corrado di Querfurt, vescovo di
Hildesheim e poi di Würzburg, che servì come cancelliere Arrigo VI dal 1194 al
1201, a interessarsi di un caso simile a quello del Monte Epomeo che lo
coivolse per una sua ricerca. In diverse lettere, il vescovo racconta di essere
riuscito a penetrare in un anfratto su un monte, raggiungendo una misteriosa
città sotterranea, ma sarebbe stato messo in fuga da soldati armati di archi e
frecce ma “fatti di aria”. E forse si tratta proprio del monte Epomeo,
ma non è importante.
Ma cosa si aspettava quel vescovo?
Esseri in carne ed ossa? Invece, erano "Fatti di aria" (un
modo di dire) e, naturalmente, erano dei "Guardiani". Ecco la
prova della realtà del mondo sommerso di Agarthi o Shamballa. Di un mondo,
forse, come quello che accoglie i defunti i quali lasciano i loro "vestiti",
cioè il "ricordo" della loro vita nel mitico fiume Lete, e si
ritrovano in qualche luogo - mettiamo di Agarthi. È questo e lo confondiamo con
un altro?, non si sa. Di una persona appena defunta allora perché non pensare
che è migrata in una terra capovolta incorporata a quella su cui viviamo? Ed
ecco la fantomatica "Terra Cava". Anche Dante Alighieri, come
già detto, collocava l'Inferno, il Purgatorio e il 6Paradiso descritto nella
sua Divina Commedia, nel profondo delle viscere della Terra.
Veniamo
ora alla possibile spiegazione fori, obbliqui (Buseto) o verticali (Marliens)
in chiave degli esseri incorporei, e qui entra in funzione la
concezione del teletrasporto quantistico dell’Entangled della scienza
dei quanti.
È il
quesito del comportamento di fantasmi che può essere spiegato dalla
nostra scienza in questo modo in relazione alle particelle atomiche, cosa che
vale per la materia sottile degli esseri alieni allorchè si trasferiscono nel
mondo "sotterraneo" attraverso i fori (obliqui o verticale)
sotto la loro astronave. Tuttavia questo teletrasporto può anche essere
considerato inverso, cioè dal mondo sotterraneo all'astronave aliena, o sulla
terra stessa.
Si tratta di un fenomeno quantistico bizzarro noto
come effetto tunnel, cioè il fatto che le particelle (o gli alieni
dell'astronave di Maliens-Buseto) possano superare una barriera come un
fantasma passa attraverso un muro.
In altre parole questo comportamento della "materia
sottile", quella degli alieni, può essere comprensibile come quello
noto di "Star Trek" per la materia atomica:
«Questa
caratteristica sorprendente si può usare per realizzare il teletrasporto
quantistico. Supponiamo di voler trasferire da un punto A a un punto B un
fotone identificato dal suo stato di polarizzazione» dice il prof Ghirardi il
noto scienziato. «Per farlo bisogna disporre, oltre al fotone da
teletrasportare, di due fotoni entangled, uno in A e l’altro in B.
Poi si fa interagire il fotone da teletrasportare con il primo fotone entangled
(quello in A) e si comunica all’osservatore in B l’esito dell’operazione, e
così facendo gli si indica come deve manipolare il secondo fotone entangled per
ottenere una copia identica del fotone di partenza».
In pratica, le informazioni
del fotone di partenza sono trasferite in B grazie all’intermediazione dei
fotoni intrecciati: in realtà si tratta di un trasferimento di
informazioni, più che di un trasferimento di materia come quello di Star Trek,
secondo le concezioni scientifiche»[4].
Brescia, 29,
novembre 2024
[1]Questa descrizione è stata tratta dal
libro, “Giza la porta dell'Egitto” di Guy Gruais e
Guy Mouny, edito da Armenia.
[2]https://it.wikipedia.org/wiki/Agarthi
[3] Per altro genere di rilievi della relazione
del CUN vedasi al link: http://www.cunsicilia.net/buseto.htm
[4] http://www.lundici.it/2013/06/scienza-leggera-la-luna-e-li-quando-noi-non-la-guardiamo]
Nessun commento:
Posta un commento