domenica 8 dicembre 2024

ESSERI ALIENI DI DUE UFO ENTRANO NELLA "TERRA CAVA" Di Gaetano Barbella

                         ESSERI ALIENI DI DUE UFO ENTRANO NELLA                                                        "TERRA CAVA"

Di Gaetano Barbella

Illustrazione 1: Immagine della "Terra Cava"  di un reperto conservato nel Museo Archeologico di Sarsina (Forlì-Cesena)

 L'impronta dell'atterraggio

<< Nel corso della notte del 10 maggio 1967, gli abitanti di Marliens videro passare sopra di loro quello che all'epoca veniva chiamato un «disco volante»; il velivolo era in fase di atterraggio. All'alba, le sue tracce erano visibili in un campo vicino, ed erano tipiche, come poterono costatare i gendarmi della brigata del cantone, Genlis.

Metro alla mano, i tutori dell'ordine redassero un verbale (n. 309) e fecero vari schizzi, molto ben fatti secondo l'opinione generale, anche se va comunque considerato che non si trattava dell'opera di specialisti (illustr. 2). L'impronta (di una dozzina di metri di circonferenza) fu cosparsa di polvere bianca e fotografata da un elicottero. Aveva l'aspetto di una stella a 6 punte, all'interno della quale si distinguevano sei fori che eventualmente avrebbero consentito di tracciare una seconda stella, interna più piccola.

Illustrazione 2: L'impronta del disco volante di Marliens, Digione (FR). Rilievo delle tracce rilasciate dall'UFO. Tratto dal libro “Giza la porta dell'Egitto” di Guy Gruais e Guy Mouny. Edizione Armenia.


Secondo una diversa procedura, collegando le punte della stella grande, si può tracciare un poligono a sei lati; lo stesso accade unendo tra loro i punti corrispondenti ai sei fori. L'esagono grande è convesso, il più piccolo concavo; nessuna di queste figure presenta un angolo retto.  Negli ambienti specializzati, ufficiali o privati, fu dato grande rilievo alla cosa.

Un autore, Maurice Chatelain, in Le Messagers du Cosmos (Robert Laffort, 1980), dopo uno studio dettagliato si era orientato verso i dati egizi, pi greco, ecc. tuttavia, nell'insieme non furono tratti insegnamenti alla portata dell'avvenimento di base, restando nell'ambito matematico. >[1]

L'illustr. 2 mostra il rilievo eseguito dalla brigata di gendarmeria di Genlis, poco distante da Marliens, ed è quanto basta per ora per avermi permesso di intuire un possibile schema per risalire ad una risoluzione astro-geometrica di un diagramma dell'assetto planetario solare sul piano dell'ecclittica di un giorno tutto da concepire. Ed è da questo risultato che risulta una data che potrebbe far capire che si tratta di un ritorno dell'astronave aliena.

 

 Le tracce periferiche dell'impronta di Marliens descrivono un ellisse

L'ellisse sembrerebbe essere la traiettoria di un sistema rotante di quattro pianeti contrapposti più un quinto, disponendolo in piano. Al centro un Sole. Ma è più un messaggio crittografico in codice ed è prematuro, per ora, capire a cosa mira. Il sistema interno con traiettorie in rosso, con più sicurezza potrei interpretarlo come il nostro sistema planetario solare geocentrico (la terra è al centro).

 


 Illustrazione 3: L'ellisse sembrerebbe essere la traiettoria di un sistema rotante di quattro sistemi contrapposti più un quinto, disponendolo in piano. Al centro un Sole. Il sistema interno con traiettorie in rosso, come si vedrà, genera un altro ellisse che può essere un altro sistema rotante

                              

                    L'ellisse del supposto secondo sistema rotante

Con illustr. 2 e successivamente con l'illustr. 3, è rappresentata la proiezione in piano delle tracce interne all'ellisse (segnate in rosso). Ho supposto che siano alcuni pianeti e il sole del nostro sistema planetario solare geocentrico. Come già esposto, in questa configurazione, i pianeti e il sole ruotano sul suddetto secondo ellisse. Si nota una quinta diramazione, la OE', estranea al probabile sistema solare e quasi certamente potrebbe trattarsi dell'Ascensione Retta del pianeta dell'astronave atterrata a Marlien

 

                        

Illustrazione 4: Il secondo ellisse dell'illustr. 2 riportato in piano.


                      I pozzetti delle impronte dell'astronave aliena

La configurazione del fondo dei pozzetti delle impronte di Marliens, (illustr. 5) con le due cave orbitali che si immergono nel terreno, è piuttosto curiosa. Di qui mi è sorta la convinzione che lo sbarco degli alieni è avvenuto attraverso questi pozzetti e non al solito modo tramite una scaletta per scendere sulla piana terrestre. Dunque lo sbarco deve essere avvenuto per accedere nella profondità terrestre, ma non c'è traccia del vano di passaggio se non per un breve tratto.

Illustrazione 5: Particolare pozzetti dell'impronta di Marliens.

Come se gli alieni avessero una capacità di trasformare la loro costituzione corporea, da materia fisica in materia eterica per accedere in un mondo sotterraneo. Ed ecco che si è fatto strada in me la teoria della "Terra Cava", cioè del mondo sotterraneo di Agarthi, o di Shamballa[2]. È un argomento incomprensibile ma si capirà meglio fra poco. Ma si è fatto strada l'idea di come gli angeli, spiritualmente immaginati immateriali nel passato e nel presente, possano invece essere degli esseri capaci di esistere come sono considerati parte di alieni degli UFO. Perciò vengono da mondi lontani dello spazio.

Un altro atterraggio di UFO come quello di Marliens in zona Colli di Buseto Palizzolo di Trapani

Intanto il 12 aprile 1980, in zona Colli di Buseto Palizzolo di Trapani, avviene un altro atterraggio di un UFO, le cui impronte rilasciate sul terreno sembrano essere simili a quelle dell'atterraggio alieno di Marliens appena esaminato.

Un folto gruppo di esperti del Centro Ufologico Nazionale (CUN), sede di Palermo, si adoperarono per fare un intenso lavoro di rilievo delle impronte rilasciate dalla presunta astronave aliena. Di seguito riporto in parte la relazione a cura del CUN da Settimo Albanese, per gentile concessione del signor. Davide Ferrara, cui ringrazio. Egli è vicepresidente del Coordinamento CUN Sicilia cura il database e fa parte del  si adoperarono per fare un intenso lavoro di rilievo delle impronte rilasciate dalla presunta astronave aliena..

Il giorno 15 aprile 1980 il Gazzettino di Sicilia, nella sua prima edizione, comunicava che in zona Colli di Buseto Palizzolo, nel trapanese, il viticoltore Giuseppe Pedone di 53 anni, sposato con due figli, persona di indubbia serietà e molto stimata in paese, come poi ci hanno anche riferito i Carabinieri, denunciava al locale comando dell'arma, la presenza, nel suo appezzamento di terreno, coltivato a viti, di tracce che lasciavano presumere l'atterraggio di un oggetto non identificato.

Illustrazione 6: Rilievo del terreno su cui è atterrato l'UFO a Buseto Palizzolo.

Illustrazione 7: Pianta e sezione delle traccia dei fori sul terreno dell'Ufo di Buseto Palizzolo.t

Il resoconto dell'avvenimento, inizia la mattina del sabato 12 aprile 1980 allorché sig. Pedone Giuseppe, insieme al fratello si recava nei propri appezzamenti di terreno per i consueti lavori. I due, durante il controllo dei danni causati dalle piogge dei giorni precedenti, si accorgevano di un vuoto (sic) esistente sul terreno fra la verdeggiante ed uniforme distesa di erbe e viti. Naturalmente si destò in loro dopo la sorpresa delle insolite e abbondanti traccie rilevate sul loro terreno, fra depressione insolita e numerosi buchi, si recarono il giorno dopo, la domenica mattina, al locale Comando dei Carabinieri. Di li a poco si mise in moto un gruppetto di carabinieri per i rilievi del caso. In seguito intervenne il gruppo del CUN per l'esame approfondito della traccie rilasciate da una presunta astronave aliena.

Più da vicino il CUN elencò i seguenti dati relativi al suddetto rilevamento:

1.      Il distretto di terreno, prevalentemente argilloso, presentava una depressione di circa 20 cm. che delimitava geometricamente una forma pressoché circolare con dei fori anch'essi ben definiti e circolari.

2.      L'assenza quasi completa di qualsivoglia vegetazione, salvo la presenza di un tralcio di vite, con una parte della corteccia annerita, al centro della depressione, condizione che lasciava supporre che fosse stato compresso da qualcosa di molto pesante.

3.      La situazione di cui sopra era tanto più evidente in quanto tutta la restante parte del fondo agreste era rigoglioso di erbe e di viti regolarmente disposte.

4.      Nessuna traccia di qualsivoglia mezzo meccanico è stata notata nelle vicinanze del distretto interessato che potesse far supporre l'intervento di mezzo convenzionale nel medesimo.

5.      A distanza di circa 5 metri dal limite della zona suddetta, venivano trovate zolle, di circa 30 cm. di diametro, di terreno argilloso disposte radialmente rispetto ad un supposto centro di proiezione.

6.      Il terreno ricade in zona prettamente agricola, su uno sfondo prevalentemente collinoso; in esso sorgono delle vecchie costruzioni agricole poste a gran distanza tra loro.

Effettuata la ricognizione di cui ai punti su specificati, il gruppo procedeva a successivi rilievi, con del rilievo plano-altimetrico corrispondenti a elaborati grafici alcuni dei quali sono mostrati di seguito.

La misurazione eseguita col doppio metro, evidenziava effettivamente un dislivello di circa 20 cm. tra il piano di campagna vergine e la zona interessata, con diametri est-ovest di circa mt. 1,75 e nord-sud di circa mt. 1,50. I fori A, B, C e D (vedi grafici), ubicati verso il limite esterno, misuravano circa le seguenti distanze (illustr. 6 e 7):

          AB = cm. 65

          BC = cm. 90

          CD = cm. 120

          DA = cm. 87

          AC = cm. 170

          BD = cm. 170

I fori 1, 2, 3, 4 e 5 ricadenti al centro della depressione, misuravano circa le seguenti distanze:

          1-2 = cm. 20

          2-3 = cm. 30

          3-4 = cm. 30

          4-1 = cm. 40

          1-5 = cm. 26

          2-5 = cm. 20

          3-5 = cm. 25

          4-5 = cm. 20

 I fori A, B, C e D si sprofondavano a 45° rispetto al piano di calpestio, fino ad una profondità di circa 60 cm. per poi biforcarsi, con un angolo interno stimato circa 20°, fino alla profondità terminale di circa 2 mt. (misura confermata anche dai rilievi fatti dai Carabinieri). L'imbocco al piano di calpestio dei detti fori, di circa cm. 40x17, presentava una sezione a becco di clarino, con invito irregolare che lasciava presumere inizialmente la forma trapezoidale.

I fori 1, 2, 3 e 4 erano di sezione più piccola (circa 10 cm.) con invito nettamente circolare, e con inclinazione inferiore a 45° e profondità di circa 130 cm.. Il foro centrale n. 5 si differenziava nettamente dagli altri perché perpendicolare al piano di calpestio e perché l'invito era di circa cm. 20 con un profondità di circa cm. 30. Quasi a metà della parete ovest-sud-ovest del foro centrale, se ne diramava un altro della stessa sezione dei fori 1, 2, 3  e 4 per una profondità di 130 cm. circa (illustr. 7).

La totalità dei fori erano caratterizzati da una sezione conica le cui superfici, ben levigate, erano discontinue nel senso che diminuivano il loro lume come se fossero stati originati da un complesso di tubi prolungatisi a cannocchiale e quindi a diametro calante[3].

Il teletrasporto nel mondo sotterraneo attraverso i fori nel terreno

L'aver visionato i reperti tecnici del rilievo dell'atterraggio della presunta astronave aliena a Buseto, mi ha indotto a fare delle riflessioni sulla natura dei fori obliqui rilevati sul terreno.

Illustrazione 8. L'ipotetico UFO con le tracce dei fori sul terreno.


 
 Illustrazione 9: I pozzetti del rilievo delle impronte dell'UFO di Marliens.

Visionando l'illussi nota chiaramente che secondo l'opinione degli esperti del CUN, che hanno fatto i rilievi che nei fori sul terreno, nei fori poteva essere alloggiato una sorta di complessi tubi telescopici. Ma volendo conformarsi agli analoghi fori dell'astronave aliena del caso Marliens, lo stesso concetto dei tubi telescopici, qui non è attuato.

Non riesco a immaginare quale sia la funzione delle aste telescopiche immaginate dagli ufologi del CUN che non avevano altre idee, se non per giustificare gli irregolari fori divergenti. Tuttavia, da parte mia, ipotizzo che i soli fori potrebbero essere un vano di transito di parte del sistema di teletrasporto per il trasbordo - mettiamo - in una supposta "terra cava" del nostro pianeta, come nel caso di Marliens, con la differenza dell'aggiunta dei pozzetti a mo' di "anticamera".

Secondo me, per spiegare la presenza di questo genere di astronavi aliene, ma già se ne è parlato per il caso Marliens, vale capire che la natura degli esseri che li guidano è quella di esseri non corporei come noi della terra e provengono da un loro mondo. Volendo capire la loro natura in rapporto a noi terrestri, vale esaminare la nostra natura che si conosce dal punto di vista esoterico. Anche noi siamo dotati di un involucro eterico complesso, cioè fatto a più strati di materia sottile compenetrati fra loro.

C'è chi ritiene anche, che gli esseri alieni in questione non provengono da altri “pianeti”, così come concepiti nella mente umana, ma da un pianeta eterico nella terra, non percepibile dall'uomo. Questa versione è possibile visto che gli alieni di Marliens e di Buseto si sono immersi nella nostra terra, adattando la loro natura corporea eterica con quella degli abitanti del supposto mondo sotterraneo. Dunque sono in grado di convivere con quelli del mondo sotterraneo.

I corpi dei visitatori si materializzano automaticamente all'entrata nella nostra frequenza vibratoria e nella nostra densa materia.

E qui l'opinione in merito è che la terra, come già detto, sia immaginariamente cava e contenga un mondo che molti hanno chiamato Agarthi e altri Shamballa. E poi c'è la vecchia concezione di cui parla Dante Alighieri, dell'inferno, Purgatorio e Inferno correlati alla nostra Terra.

In verità, per stare con i piedi a terra, come già detto, è erroneo e insostenibile il concetto di cavità fisica, ma di "compentrazione", ovvero di passaggi di stato da fisico ad astrale-eterico, così come quello astrale-eterico-mentale dell'uomo, ma è una cosa che l'uomo della scienza ignora. Tuttavia si sa dall'esoterismo del passaggio di stato dei coloro che si sdoppiano disponendosi a viaggi in altri mondi di natura asrale-eterica.

Vi è una storia a riguardo, piuttosto fumosa, intorno al monte Epomeo dell'isola d'Ischia che la lega ad una possibile entrata nel mondo eterico-astale di Agarthi e Shamballa, a cominciare dal Medioevo, ma chissà forse anche da prima. Fu  Corrado di Querfurt, vescovo di Hildesheim e poi di Würzburg, che servì come cancelliere Arrigo VI dal 1194 al 1201, a interessarsi di un caso simile a quello del Monte Epomeo che lo coivolse per una sua ricerca. In diverse lettere, il vescovo racconta di essere riuscito a penetrare in un anfratto su un monte, raggiungendo una misteriosa città sotterranea, ma sarebbe stato messo in fuga da soldati armati di archi e frecce ma “fatti di aria”. E forse si tratta proprio del monte Epomeo, ma non è importante.

Ma cosa si aspettava quel vescovo? Esseri in carne ed ossa? Invece, erano "Fatti di aria" (un modo di dire) e, naturalmente, erano dei "Guardiani". Ecco la prova della realtà del mondo sommerso di Agarthi o Shamballa. Di un mondo, forse, come quello che accoglie i defunti i quali lasciano i loro "vestiti", cioè il "ricordo" della loro vita nel mitico fiume Lete, e si ritrovano in qualche luogo - mettiamo di Agarthi. È questo e lo confondiamo con un altro?, non si sa. Di una persona appena defunta allora perché non pensare che è migrata in una terra capovolta incorporata a quella su cui viviamo? Ed ecco la fantomatica "Terra Cava". Anche Dante Alighieri, come già detto, collocava l'Inferno, il Purgatorio e il 6Paradiso descritto nella sua Divina Commedia, nel profondo delle viscere della Terra.

Veniamo ora alla possibile spiegazione fori, obbliqui (Buseto) o verticali (Marliens) in chiave degli esseri incorporei, e qui entra in funzione la concezione del teletrasporto quantistico dell’Entangled della scienza dei quanti.

È il quesito del comportamento di fantasmi che può essere spiegato dalla nostra scienza in questo modo in relazione alle particelle atomiche, cosa che vale per la materia sottile degli esseri alieni allorchè si trasferiscono nel mondo "sotterraneo" attraverso i fori (obliqui o verticale) sotto la loro astronave. Tuttavia questo teletrasporto può anche essere considerato inverso, cioè dal mondo sotterraneo all'astronave aliena, o sulla terra stessa.

Si tratta di un fenomeno quantistico bizzarro noto come effetto tunnel, cioè il fatto che le particelle (o gli alieni dell'astronave di Maliens-Buseto) possano superare una barriera come un fantasma passa attraverso un muro.

In altre parole questo comportamento della "materia sottile", quella degli alieni, può essere comprensibile come quello noto di "Star Trek" per la materia atomica:

«Questa caratteristica sorprendente si può usare per realizzare il teletrasporto quantistico. Supponiamo di voler trasferire da un punto A a un punto B un fotone identificato dal suo stato di polarizzazione» dice il prof Ghirardi il noto scienziato. «Per farlo bisogna disporre, oltre al fotone da teletrasportare, di due fotoni entangled, uno in A e l’altro in B. Poi si fa interagire il fotone da teletrasportare con il primo fotone entangled (quello in A) e si comunica all’osservatore in B l’esito dell’operazione, e così facendo gli si indica come deve manipolare il secondo fotone entangled per ottenere una copia identica del fotone di partenza».

In pratica, le informazioni del fotone di partenza sono trasferite in B grazie all’intermediazione dei fotoni intrecciati: in realtà si tratta di un trasferimento di informazioni, più che di un trasferimento di materia come quello di Star Trek, secondo le concezioni scientifiche»[4].

Brescia, 29, novembre 2024



[1]Questa descrizione è stata tratta dal libro, “Giza la porta dell'Egitto” di Guy Gruais e Guy Mouny, edito da Armenia.

[2]https://it.wikipedia.org/wiki/Agarthi

[3]  Per altro genere di rilievi della relazione del CUN vedasi al link: http://www.cunsicilia.net/buseto.htm 

[4]  http://www.lundici.it/2013/06/scienza-leggera-la-luna-e-li-quando-noi-non-la-guardiamo]                         

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