domenica 1 dicembre 2024

CON GLI OCCHI, CON LE MANI, CON IL CUORE (la fotografa, la pittrice, il poeta) di Annamaria Antonelli Paola Tassinari Vito Coviello

 



Maat di Paola Tassinari Il dipinto è un acrilico su tela, dimensioni 50×60, è del 2018, il titolo è “L’uomo con le bretelle I” o “Maat” in quanto è raffigurato simbolicamente mentre stringe fra il pollice e l’indice la piuma Maat, l’antico concetto egizio della verità, dell’equilibrio, dell’ordine, dell’armonia, della legge, della moralità e della giustizia. Da un paio di anni tutti i miei lavori eseguiti completamente a “mano”, cioè senza nessuna elaborazione al computer, sono ritratti in primo piano, talmente in primo piano da debordare dai confini della tela, con occhi enormi e attributi simbolici. Come già scritto sono stata influenzata sicuramente dalle icone bizantine, presenti al Museo Nazionale di Ravenna, ma anche dal famoso mosaico, di San Vitale a Ravenna, del corteo di Teodora, in cui l’imperatrice adorna di grosse collane con perle ha gli ha occhi grandi e grossi e pure dalla “Processione delle Sante Vergini e dei martiri”, sempre in mosaico nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo che coprono le pareti quasi come una suntuosa scena di un fumetto, sono bellissime opere d’arte, ma sono fredde, statiche e irreali. I miei ritratti partono dalle immagini bizantine attraverso gli anni arrivando ai giorni nostri al fumetto, all’Arte Pop e a Andy Warhol artista che ho amato molto. Vi sembra azzardato il mio percorso? La Pop Art è una corrente artistica nata nella seconda metà degli anni Cinquanta negli Stati Uniti per poi diffondersi con successo anche in Europa negli anni Sessanta. I principali esponenti di  questa corrente furono Andy Warhol, Roy Lichtenstein, James Rosenquist e Claes Thure Oldenburg. Il nome Pop Art è l’abbreviazione di “popular art”, per sottolineare come questa nuova corrente artistica fosse influenzata da soggetti “popolari”, ispirati cioè dalla cultura di massa, pubblicità, televisione, cinema, fumetti, ma anche la merce in vendita nei supermercati, come le celebri scatole di barattoli di salsa Campbell di Warhol che è il re della Pop Art, l’artista che più di tutti è riuscito a cogliere il cuore dell’America degli anni Sessanta, con i suoi miti e i suoi punti di riferimento. Le sue serigrafie prodotte in serie, che rappresentano attrici come Marilyn Monroe o prodotti industriali come i barattoli della zuppa Campbell, sono un’ironica dimostrazione di come l’arte sia un prodotto “da consumare”. Pochi sanno che il padre della Pop Art, non solo era provocatorio e strano ma, era anche un uomo profondamente religioso, dedito alla preghiera e alla beneficenza. Accanto al suo letto, Warhol aveva messo una chiesetta di gesso, con un crocifisso, aveva un libro di preghiere sul comodino, indossava una catenina con una croce e in tasca portava un rosario. Da ragazzo frequentava, insieme alla famiglia, la chiesa cattolica bizantina di San Giovanni Crisostomo di Pittsburgh e quindi come me avrà ammirato la fissità delle icone che diventeranno poi ispirazione delle tante Marilyn, Jackie Kennedy rappresentate in primo piano come nuove icone. Tante rappresentazioni simili ma diverse, popolari come le odierne strisce dei fumetti. In questo dipinto è raffigurato il volto di un uomo serio, i colori sono chiari e ovattati, gli occhi sono fissi e preoccupati, quasi a pala e in mano tiene una piuma. Perché ha gli occhi a pala? È la civetta che ha gli occhi a pala che ti fissano. L’epiteto glaucopide caratterizza, per antonomasia, la dea greca Atena, corrispondente alla divinità etrusca e latina Minerva. Il termine glaucopide viene interpretato secondo due possibili interpretazioni: dea “dagli occhi glauchi” (azzurri, lucenti) o dea “dagli occhi di civetta”. Atena era la dea della ragione, delle arti, del commercio e della guerra, ma non quella brutale di Ares, bensì di una guerra “controllata”, ordinata e intelligente, essendo protettrice della città di Atene. Questo vogliono dire gli occhi a pala del mio dipinto, la legge come ultima chance deve usare anche la forza perché essa venga rispettata. Perché tiene in mano una piuma? Maat, l’ho già scritto, era l’antico concetto egizio della verità e dell’ordine. La piuma era messa sul piatto della bilancia durante il rito egizio della pesatura del cuore, se il cuore risultava dello stesso peso della piuma Maat, o più leggero, ciò significava che il trapassato aveva condotto una vita virtuosa e così poteva accedere all’aldilà di beatitudine. Perché è preoccupato l’uomo del mio dipinto? Perché oggi sono tempi in cui non si crede più a nulla, le guerre le chiamano di pace e invece sono mosse per creare altro caos, non per proteggere le persone, ma perché consumino merce e la stessa giustizia è diventata merce.

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