Apollo del Belvedere di Paola Tassinari Arte Digitale, stampa su Polionda, dimensioni 70x100, titolo: “Apollo del Belvedere sulla riva del mare nel mese di luglio 2020” o “Alala I”. L’ho già scritto, Il Polionda è un pannello rigido insensibile agli agenti atmosferici e chimici, durevole, igienico, idrorepellente, stampabile in entrambi i lati, sia per interno che esterno. Ho scelto questo materiale perché è versatile e “povero” cioè poco costoso: il concetto dell’Arte Povera, mi ha tatuato l’anima, mi piace anche certo lusso raffinato, ma non riesco a viverlo perché penso a chi non ha niente, quindi continuo in questo mio cercare di rendere bello il povero e lo scarto. Girano su Internet certe frasi di Flavio Briatore, una è stata dichiarata una bufala, ma rimane il fatto che da qualcuno è stata pensata: “I poveri li riconosci per le mogli cesse“, altra frase, questa confermata, “A Montecarlo i poveri non ci sono. Non li fanno neanche entrare”. Il mio cercare di rendere bello e armonico il povero ha a che fare con queste due frasi e questa mia risposta/domanda… chi ha pontificato che tutto ciò che è bello e lussuoso e costosissimo sia bello e armonico? A volte l’essere trendy in un ambiente ricco oltre che brutto e disarmonico non è neanche funzionale. Vedi le labbra rifatte a canotto o la moda che impera a Milano Marittima, questa estate 2020, la spiaggia ravennate dei vip e dei vipponi: pantaloncini corti con gli stivaletti ai piedi, copiato anche dalle signore anta, perché a Milano Marittima sei out, fuori da Montecarlo, se non indossi stivali e stivaletti in estate coi 40°… dove sta il puzzo ora? A Milano Marittima o dal contadino e dall’operaio che lavorando sono costretti ad usare gli scarponi per protezione? Ma ora ho già filosofeggiato troppo e non è una tiritera contro i ricchi, ma solo contro l’eccesso e l’esagerazione “in parole opere e omissioni”. La stampa presenta una base azzurra, è la foto reale di una spiaggia col mare un po’ mosso, che ho lavorato inserendo punti, lineette e onde rosse, una scelta estetica per vivacizzare il fondo. Su questo mare si staglia a figura intera, tagliata un poco sul basso, sempre per fattori estetici di composizione, la statua dell’Apollo del Belvedere, modificata al computer e con i calzoncini da mare rosso/allegria. In alto a destra la scritta in stampatello Alala! Ciò per rendere il mio lavoro come fosse un poster, ma ha anche un significato nascosto. Perché ho inserito l’Apollo del Belvedere? Johann Winckelmann (1717-1768) decretò le due qualità fondamentali del bello ideale, “nobile semplicità” e “calma grandezza”. Bello ideale realizzato dall’arte greca, e che nella seconda metà del Settecento, viene riscoperto dal Neoclassicismo. Ora, tra tutte le opere dell’antichità scampate alla distruzione del tempo, Winckelmann ne individua una che più delle altre “rappresenta il più alto ideale artistico”: il celebre Apollo del Belvedere, copia romana di un originale greco, in bronzo risalente al IV secolo a.C., conservato nei Musei Vaticani… Oggi è ancora là ma è un po’ snobbato. (Ricordate ciò che ho già scritto? Al Rinascimento cioè il ritorno all’antico e all’ordine, subentrò il Barocco scenografico e teatrale a cui subentrò il Neoclassicismo col neo-ritorno all’antico. Allora arrivò il Romanticismo dedito al sublime e al contorto che giunse, con altri temi affini, agli Anni ’20 del Novecento, quando ci fu un altro ritorno all’ordine, quello del Fascismo e del Nazismo e oggi abbiamo il Beat, il Rock, la New Age, la Pop Art e molto altro, che chiamerei cacofonia ovvero disarmonia. Certo è da comprendere visto ciò che aveva combinato l’ultima epoca del ritorno all’ordine, ma prima o poi ci si ritornerà, tutto gira, almeno io la penso così). Il significato della stampa è su un possibile nuovo futuro (per me l’arte visiva va a braccetto col messaggio intrinseco) e cioè recuperare l’ideale di bellezza/dovere/dignità (rappresentato dalla statuaria che prediligo... Nietzsche sosteneva che l’arte apollinea, ovvero l’ordine/equilibrio per eccellenza fosse la scultura) adattandola ai giorni nostri quindi con un po’ di libertà in più rispetto al dovere in senso stretto (rappresentato dal mare), mentre “Alala!” è il grido di vittoria dei greci perché, per qualsiasi nuovo futuro prima di tutto, occorre crederci e avere fiducia.
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