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lunedì 22 aprile 2013

NOVECENTO A FORLI' ( quarta parte)

 
 
                                             Monumento a Minniti di  Arturo Martini

Minniti, l’eroe leggendario d’Africa è un’opera monumentale realizzata per onorare l’aviatore italiano, eroe della guerra d’Etiopia, catturato dai nemici durante una ricognizione e morto dopo orrende torture.
Martini evita i riferimenti alla guerra, alla celebrazione diretta del fascismo e sceglie la strada dell’immagine evocativa, attraverso la severità dell’impianto e la solennità della figura rappresentata. In una forte tensione compositiva l’artista, con un dialogo continuo tra la poesia e la letteratura, esprime il pathos eroico della tragedia greca. Notate la decapitazione nascosta da un telo e la testa come un fagotto sottobraccio, un'ideazione veramente singolare.


                                              Alzana  di  Cagnaccio di san Pietro 

Questo è un autore che non conoscevo, mi ha stupito la sua potenza, l'iperrealismo che diventa l'assurdo, la tragicità latente, gli artisti stavano muti ma con le immagini parlavano, qui c'è tutto lo sforzo, la tensione per una corsa che si rivelerà mortale. Natale Scarpa vero nome di Cagnaccio  espone nel 1924 alla Biennale di Venezia, assume il nome d'arte di Cagnaccio, a cui aggiunse di San Pietro in onore del piccolo borgo marinaro, nell'isola  della Laguna Veneta dove visse la sua infanzia.
Il soprannome di "Cagnaccio" venne attribuito ai nonni dell'artista per via di un cane piuttosto aggressivo    che per anni disturbò i vicini.
Inizialmente fu futurista poi passò ad un'arte realista e magica.


                                                    Volo su Vienna di  Alfredo Ambrosi 

Si procede con la visita. si incontrano i futuristi che esaltano la conquista dei cieli, in quegli anni ci fu la  leggendaria trasvolata Italia/America  nel 1933, la seconda trasvolata oceanica di Balbo dopo quella che lo aveva portato in Brasile alla testa di dieci idroplani, è passata alla storia come "Crociera del Decennale" e fu seguita in Italia e nel mondo da milioni di persone fino a trasformarsi in uno dei maggiori eventi mediatici dei primi anni '30.  
 Alfredo Ambrosi, pittore del secondo futurismo, si dedicò prevalentemente all'aereopittura. La sua opera più famosa è l'Aeroritratto di Benito Mussolini aviatore. 
                                           Incuneandosi nell'abitato di  Tullio Crali
 Una delle più belle opere dell'aereopittura l'autore è Tullio Crali. Nato a Igalo (Croazia) nel 1910, Tullio Crali visse a Zara fino all’età di dodici anni e nel 1922 si stabilì con la famiglia a Gorizia.
A quindici anni, mentre era studente all’Istituto Tecnico, scoprì, sulle pagine del "Mattino illustrato" di Napoli, il futurismo, movimento al quale rimase per sempre legato e che fu per lui, più che una vocazione artistica, una vera e propria scelta di vita.Una piccola nota di cronaca , non molto tempo fa, a Gorizia un ingegnere per  quasi trent'anni non ha aperto la porta della stanza blindata di casa sua perchè non ricordava la combinazione. E quando l'ha fatto, nei giorni scorsi, ha scoperto di avere cinque quadri inediti del pittore futurista Tullio Crali. Che fortuna capita a qualcuno!
                                                    Aurora sul golfo di Gerardo Dottori

Il Futurismo è ben presente con opere di Gerardo Dottori, e di Giacomo Balla, di Dottori è in mostra anche il Trittico della velocità.
Accanto ai futuristi è esposto il modellino dell'Eur con tanti disegni e il plastico di Forlì rinnovata in quanto città natale di Mussolini. Colpisce  la grandiosità e la bellezza di queste nuove costruzioni, in particolare il modellino e i disegni sul Palazzo della Civiltà Italiana, edificato in vista dell'Esposizione Universale di Roma del 1942, è uno dei simboli dell'Eur ed è considerato icona architettonica del Novecento romano e modello esemplare della monumentalità del quartiere.architetti Guerrini, La Padula e Romano, i lavori vennero iniziati nel 1938 ed il Palazzo fu inaugurato il 30 novembre 1940, nonostante i lavori fossero ancora in corso. Noto anche come "Colosseo Quadrato", si ispira al più celebre Colosseo, riprendendone l'architettura caratterizzata da file di archi. Sotto i portici del pian terreno sono collocate 28 statue, una per arco, che illustrano le arti e i mestieri.  Un vero gioiello! Lo so tutti conosciamo l'Eur ma lo vediamo veramente con occhi liberi da pregiudizio?


                                            Palazzo della Civiltà Eur  Roma (Marcello Piacentini)
 Marcello Piacentini è l’architetto ufficiale del regime fascista. E resta in sella come capogruppo di tanti progetti, tra cui il più importante è proprio la costruzione dell’Eur. Fu un architetto e urbanista italiano. Figura controversa nella storia dell'Architettura, a causa del forte legame con il regime fascista, la sua opera è oggetto di rivalutazione critica solo da pochi anni.
Alla sua scomparsa dopo lunga malattia, su di lui cadde l'impietoso giudizio distruttivo di Bruno Zevi, che come architetto lo definì "morto nel 1925".
Il suo rapporto con il regime, indubbio e ampiamente documentato, pur essendo stato duraturo e proficuo, non manca di notevoli incongruenze. Nei primi anni venti infatti, Piacentini fu aggredito dalle squadracce fasciste a Genzano dove aveva una casa e dei possedimenti: la causa di tale gesto probabilmente va ricercata nelle frequentazioni e nelle amicizie del giovane Marcello Piacentini, che già grazie al peso del padre Pio, aveva potuto gravitare attorno a personaggi della massoneria poco gradita allora a Mussolini e di conseguenza al violento e intransigente fascismo rurale. Il successo di Piacentini nel ventennio poi non fu improvviso; ma Mussolini poi gli riconobbe la genialità, mentre i posteri, probabimente astiosi e soprattutto invidiosi lo misero nel dimenticatoio, vergogna! 

martedì 16 aprile 2013

NOVECENTO A FORLI' ( terza parte)




                                                  Monumento alla Vittoria di  Libero Andreotti

La mostra prosegue con un'infilata di ritratti  su Mussolini, un po' celebrativi ma di notevole spessore. Il
 Duce  è visto come un eroe divino ma le opere non sono "vuote" e più che un'antica Roma rievocano un nuovo Rinascimento. Mi spiace di non essere in grado di mostrarvi uno splendido ritratto di Mussolini con la melagrana in mano nelle vesti del duca di Urbino ritratto da Piero della Francesca, con alle spalle la veduta di Predappio, città natale del Duce, al posto della città di Urbino, l'autore è Cesare Sofianopulo.

“Monumentajo per forza!, scoraggiato si definì sul finire della carriera; Se l’avessi saputo a vent’anni avrei trovato in me la forza di morire, drastico disse quando l’Ojetti paragonò la sua opera a quella di un redivivo Piero della Francesca. Libero Andreotti, invece, non avrebbe voluto ingabbiare la propria ricerca artistica nei cliché del gigantismo mussoliniano. Suo malgrado, quindi, lo scultore toscano si ritrovò protagonista del ventennio fascista, le sue figure sono esili e il Duce vittorioso pare quasi Ulisse.
Maschera di Mussolini di Adolfo  Wildt

Che dire diquesta maschera? Possiano negare un capolavoro perchè in odore di fascio?  Io personalmente considero Wildt il Michelangelo del Novecento.
Non mi preoccupo di turbare, spaventare, allontanare: debbo raggiungere il mio fine educativo, realizzare l’etimologia della scultura.” Tra ellenismo ed espressionismo, passando per insospettabili inquietudini gotiche, Adolfo Wildt ha tracciato una nuova strada nella scultura italiana cercando di superare istanze troppo classicheggianti.
La Maschera di Mussolini di Wildt, commissionato da Margherita Sarfatti per la Casa del Fascio di Milano nel 1923, divenne subito un’opera simbolo del primo fascismo eroico post Marcia. Dal gesso vennero poi tratte innumerevoli sculture del busto e della maschera, in marmo e bronzo. Presto però al carattere quasi astratto e musicale dell’opera, legata all’idealizzazione degli imperatori romani come ben evidenziato dall’infula sacerdotale augustea che ne adorna la fronte, la propaganda fascista preferì i comodi stilemi del Realismo di stato. 




Nasce a Massalombarda da padre senese e madre romagnola e  qui tra la Romagna e il Montefeltro Francesco Sapori ha ambientato alcune delle sue novelle e romanzi. Durante il Ventennio si è prestato senza riserve nell'attività di propaganda di un'arte fascista, alcuni suoi titoli rimangono a tal proposito emblematici, come "L'arte e il duce" (1932) e "Il fascismo e l'arte" (1934). La sua dedizione autarchica, a cui aggiungeva una buona dose di retorica, lo ha accompagnato nella cura di antologie di canti popolari e patriottici e di manuali scolastici di storia. ( la mostra Novecento è eclettica, presenta anche vari libri sul fascismo ho voluto presentarvi questo, perchè ritengo che chi sceglie come copertina l'opera di Wildt, non possa essere retorico fino in fondo)

                                                               Dux Renato Bertarelli

Continuiamo  l'itinerario con i molteplici volti del Duce. Renato Bertarelli rappresenta forse un caso unico nel panorama della scultura italiana del Novecento: il caso di un artista il cui nome è rilanciato in tutto il mondo non per la sua lunga attività svolta nell'ambito della "tradizione", ma per una forma plastica ideata nel 1933 durante una breve esperienza tra i "Gruppi Futuristi Indipendenti" di Antonio Marasco: il Profilo Continuo di Benito Mussolini, o Dux, la cui morfologia si stacca nettamente dalla pletora dei ritratti mussoliniani, attraverso una rilettura seppure sui generis di alcuni principi futuristi enunciati da Boccioni.

                                         Mussolini a cavallo di Duilio Prampolini

Allievo di Duilio Cambellotti all'Accademia delle belle arti di Roma, fu un esponente di primo piano del Futurismo ed ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee.
Vedendo come e quanto è stato ritratto Mussolini mi sovviene pensare che  solo i ritratti dei Santi e dei Martiri hanno avuto nell'arte tanta simbologia ed iconologia.
Quasi mi sento conquistata dal mito e dal rito anche  se so bene che dopo al Ventennio ci fu il baratro.

                                                 Ritratto di Mussolini di Gerardo Dottori

Gerardo Dottori, uno degli artisti più significativi del Futurismo e intenso interprete della tecnica aeropittorica.  Pittore, Poeta e uomo di cultura nasce in Umbria ed è un grande protagonista dell'arte, sconosciuto ai più, è un eccelso colorista. Le tematiche erano diverse, ciò non toglie, che i cubisti forse copiarono i futuristi, questi ultimi, molti di loro, si trovavano a Parigi prima del 1910 ( nascita del Cubismo e del Futurismo) 

                                                              Condottiero  di Thayaht

Ernesto Michahelles (o Micaelles) in arte Thayaht o Thayat  (Firenze 1893 – Pietrasanta/Lucca 1959) fu scultore, pittore ed orafo di matrice futurista. Fu un artista estremamente eclettico, poliedrico ed innovatore, un antesignano di nuove sensibilità. La sua opera si distinse per le linee e le forme sintetiche, che attraverso una precisa geometria espressero una squisita eleganza. 
Nel 1954 fonda la storica associazione C.I.R.N.O.S., acronimo per Centro Indipendente Raccolta Notizie Osservazioni Spaziali, la prima associazione di impostazione scientifica civile italiana per lo studio del fenomeno UFO che avrà  sede presso la sua residenza estiva a Marina di Pietrasanta. Nel 1955 pubblica un primo rapporto sugli avvistamenti UFO in Italia, e nel 1958 il secondo rapporto in cui denuncia il moltiplicarsi del fenomeno degli avvistamenti di UFO in Italia e nel mondo. 
La mostra Novecento continua, ho  scelto i ritratti del Duce per darvi  un'idea del consenso che Egli aveva, visto addirittura come un Ufo che scende dal cielo per condurre il mondo...inquietante però lo steccato di filo spinato che corre sull'immagine.