martedì 14 aprile 2009

LE UOVA DI PASQUA

PERCHÈ A PASQUA CI REGALANO LE UOVA? In molte culture, l'uovo è considerato simbolo di nuova vita e fertilità. Fra gli antichi romani, per esempio, si usava seppellire un uovo dipinto di rosso nei campi coltivati, per propiziarsi un buon raccolto. Anche fra i greci e i persiani le uova venivano donate con l'arrivo della primavera per celebrare l'eterno perpetuarsi del ciclo vitale e la rinascita della natura. Il cristianesimo fece propria questa tradizione pagana e a partire dal medioevo si diffuse l'usanza di regalare uova decorate per festeggiare la Pasqua, le uova divennero simbolo della resurrezione di Cristo, del ritorno alla vita dopo la morte. Le prime uova di cioccolato furono create alla corte di Versailles dai cuochi del re sole ( 1638/1715) Il primo uovo con un regalo all'interno risale all'inizio del 1500: a Francesco I re di francia fu donato un guscio d'uovo (vero) al cui interno vi era una piccola incisione in legno. Le uova più preziose furono create fra il 1885 e il 1917 alla corte dello zar di Russia: le famose uova Fabergè le quali erano in oro, gemme e smalti, all'interno una sorpresa: orologi, gioielli miniature ecc.

10 commenti:

Gianna ha detto...

Quanto mi hai insegnato, Teoderica.
Sei sempre molto raffinata nei post.

Gaetano ha detto...

Cara Paola, a Pasqua mi sono regalato un uovo che non puoi immaginare mai. È l’uovo di Albrecht Dürer (geometrico) del quale se ne è servito per la sua resurrezione. Si tratta del suo capolavoro di bulino su lastra di rame, Melencolia I. Vai a vedere qui e poi capirai.
Ma già ti avevo annunciato questo mio lavoro.
È una piacevole lettura ricca di ingredienti: storici, scientifici, metafisici, oltre che di arte interrogata al mio solito modo. Ma questa volta vado oltre per legare il passato al presente. Melencolia I me lo consente perché il suo autore era speciale, in più pi greco per lui era la chiave di cui si serviva per entrare nel mistero. E chi come lui è preso per la stessa cosa, come me, dispone delle chiavi messe apposta in Melencolia I per aprire la sua porta che risiede nella sua firma, per cominciare.
Fra i lavori del genere fatti fino ad oggi, questo per me è davvero grande. Chi è interessato alla geometria composita in seno all’arte rimarrà meravigliato, sconcertato, stupito e così via, nel procedere nella lettura.
Ciao, gaetano

pierperrone ha detto...

Ciao, Paola. Ti saluto anche qui.
L'uovo è il simbolo della vita, proprio come dici tu.
E ovviamente Pasqua è il simbolo della vita che risorge.
Proprio quello che ci vuole, dopo un periodo invernale lungo e bagnato. Grigio e pesante.
Un ottimo uovo a tutti.

Gaetano ha detto...

Cara Paola, ho parlato di me ma ora questo commento è per te. Nessuno fa caso alle tue illustrazioni che non sono a caso. Posso sbagliarmi ma i segni sembrano evidenti. In primo piano si nota una mamma cigno in cova e d'intorno, insieme ad altri, c'è papà cigno che sorveglia. Così è fra questi volatili veramente speciali. Le coppie d'oggi devono prendere lezioni dai cigni.
Riporto di seguito un vecchio articolo del Corriere della Sera (6 giugno 1003 - Corriere Scienza) a firma Paola Bonfanti.

Il cigno che perde il partner stenta a rifarsi una vita le ricerche condotte sul comportamento di coppia di una specie di cigno (conosciuto come " cigno di Bewick " o " minore " ) dimostrano che tra i partners esiste un rapporto di forte monogamia e attaccamento.

PUBBLICATO
I risultati di uno studio sul comportamento di coppia.
TITOLO: Il cigno che perde il partner stenta a rifarsi una vita

Avete mai visto due coniugi accarezzarsi avvinghiandosi col collo? Eppure e' quello che accade, nei momenti d' intimita' , alle coppie dei cigni, che dimostrano il loro affetto unendosi in strane posizioni e persino baciandosi, a quel che sembra, con il becco. Quello dei cigni e' uno dei migliori esempi di monogamia nel regno animale: i "coniugi", legati da profondo affetto, si difendono reciprocamente in caso di pericolo e si dimostrano attentissimi alla cura della prole. Osservando le coppie di una specie di cigno (il cigno di Bewick o "Cigno minore") e' stato possibile analizzare i motivi di tanto attaccamento. Una prima spiegazione e' direttamente correlata al successo riproduttivo della coppia stabile. E stato infatti dimostrato che negli otto anni che seguono il primo accoppiamento si verifica un forte incremento nel tasso riproduttivo dei cigni e questo indipendentemente dall' eta' dei partner. Il numero dei neonati cignetti e' quindi generalmente maggiore nelle coppie stabili (in anni particolarmente favorevoli, i cignetti possono superare il 25 per cento della popolazione invernale). In molti altri uccelli monogami, come ad esempio le cicogne, i sessi hanno taglie simili. Nel cigno di Bewick, invece, i maschi sono generalmente piu' grandi delle femmine anche se non superano mai 110 centimetri di lunghezza e 1,90 metri di apertura alare. Dimensioni che ne giustificano il soprannome di "cigno nano". Osservato raramente in Italia, questo esemplare e' erratico nel Centro Europa e va a svernare nella Russia del Nord. Studi condotti negli ultimi anni da Dafila Scott e collaboratori, in Inghilterra e in Russia, hanno appurato tale dipendenza tra monogamia e riproduzione in questa specie. Quello che stupisce e' che su oltre 500 coppie studiate solo in venti casi si e' assistito a divorzi giustificati dall' incapacita' di portare a termine la cova. I piccoli di Cigno minore che sopravvivono al loro primo inverno vivono generalmente venti o piu' anni (in alcuni casi anche trenta). Si capisce, quindi, che i piu' vecchi possono avere piu' di un compagno durante la loro vita. La vedovanza, tuttavia, non giustifica la rapida costituzione di una nuova coppia. Anche quando si riaccoppiano, cosa che non avviene in tutti i casi, i vedovi raramente portano a termine una covata nel primo o secondo anno. Se a cio' si aggiunge che il 40 per cento dei singles studiati ha dimostrato di impiegare piu' di un anno per ritrovare un nuovo compagno.compagna, si capisce quanta coesione ci sia in una coppia. Comportamento analogo e' stato osservato anche nei cigni giovani, all' apice della loro eta' riproduttiva (dai sei ai dieci anni). La fedelta' e' dunque un fattore molto importante e perdere il compagno non e' solo triste, ma anche dispendioso in termini riproduttivi. Lo stretto legame della coppia nel Cigno minore ha pero' anche un altro importante significato, legato all' egemonia territoriale. Non e' raro, infatti, che nel periodo della nidificazione si accendano lotte per il possesso dei siti migliori. E stato dimostrato cosi' che quando i due partner sono insieme e' piu' facile che essi vincano i combattimenti di quando sono invece separati. Lotte del genere determinano anche la classificazione gerarchica delle coppie all' interno dello stormo. Le "discussioni" fra cigni sono qualcosa di spettacolare: i contendenti muovono il lungo collo (formato da ben 23 vertebre) e lanciano forti richiami. Poi dondolano la testa e aprono le ali a meta' . Se tutto questo non scoraggia gli oppositori, si passa allo scontro fisico, che avviene a forza di beccate inferte soprattutto alla base del collo.

Clicca qui.

Gaetano

Gaetano ha detto...

Errata corrige:

Riporto di seguito un vecchio articolo del Corriere della Sera (6 giugno 1003 - Corriere Scienza) a firma Paola Bonfanti.

1993 e non 1003

Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Cara Stella, grazie per la visita, i miei post sono come quelli dei bambini.....curiosi.Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Gaetano, io sono stupita dalle conoscenze che hai, nel tuo caso meglio il dilettante ( si fa per dire) che l' accademico.Ti calza a pennello.....i dilettanti costruirono l' arca ,gli specialisti il titanic.....Il tuo saggio l' ho letto voracemente e troppo in fretta, lo stampo poi me lo rileggo con calma. L' ho trovato molto interessante, tu mi fai pensare che forse puoi proprio vincere quel premio matematico.....perchè hai le conoscenze e soprattutto hai rimasto l' entusiasmo del "bambino", cioè cerchi sempre un punto diverso, uno sguardo scevro da pregiudizi, non cataloghi niente con alto o basso.A questo sguardo da bambino hai poi aggiunto una conoscenza ad ampio raggio, una conoscenza da accademico perchè mi sa tanto che tu Gaetano passi, hai passato e passerai, ore e ore su testi , libri, saggi, matematica e fisica e tutto quello che puoi acquisire in conoscenza, perchè tu ami sapere.In quanto alle mie raffigurazioni, ti ringrazio dell' interpretazione, in quanto, arrivano da sole, come già ho detto cerco di lavorare in una specie di " trance ", comunque ho raffigurato altre volte la favola del brutto anatroccolo ed è molto facile che essendo affezionata a questa favola, quando raffiguro uova in modo astratto pensi al cigno. Ciao Gaetano , sei un " mostro" di conoscenza.

utilizerapagain ha detto...

Grazie per la storia dell' uovo di Pasqua.
Concordo con te sul giudizio che hai espresso per il fratello in web Gaetano.
Buona serata.
Vale

Gaetano ha detto...

Miei cari amici,grazie per la stima ma essa valica il lato che mi porterebbe ad essere impegnato mostruosamente a leggere, leggere, come dice Paola. Non è proprio così ed il lavoro su Melencolia I può spiegare com'è che io sia in grado di valicare lo "specchio di Alice" e dire tutto ciò che ho detto. "Per capire il cavallo occorre essere cavallo". E se è così o pressappoco, allora valichi lo specchio ed il resto viene a tempo debito. É per certi versi come la trance di te Paola. Melencolia I è un lavoro autobiografico come lo sono in generale tutti molti altri lavori che ho eseguito. Tanti piccoli e grandi puzzle per formare un insieme chissà quando... In molti casi la mano mi guida per cogliere il brano, la notizia o altro, che servono al momento, per esempio da un libro, che in effetti non leggo per intero.
Contano il bambino che dici tu Paola, il cane, la donna alata,insomma tutto ciò che si ha modo di vedere sparso qua e là in Melencolia I. Per dirne una, il vostro apprezzamento è come aver azionato la corda della campana e così l'orologio a polvere ha fatto scorrere qualche attimo di tempo. Non solo ma è servito soprattutto a sospendere il cristallo per dar colore all'arcobaleno e far dileguare il pipistrello (che Dante chiama "vispistrello").
Grazie Paola, grazie Pier Luigi.
Vostro Gaetano

Annarita ha detto...

Naturalmente, mi unisco al giudizio positivo su Gaetano, dato che lo conosco da molto prima di voi!;)

Un abbraccio cumulativo
annarita