“ La mia passione per la storia delle religioni., tradiva in primo luogo il mio interesse per un mondo di libertà che l’ uomo moderno ha perso da lungo tempo. Se l’ uomo moderno è meno sano, se è nevrotico, sradicato, non è da imputarsi al fatto che vive in una società industriale, che dispone di radio e cinema, ma semplicemente al fatto di non essere ancora riuscito ad adattarsi al nuovo ambiente cosmico che gli hanno creato le sue stesse scoperte. Anche in una città di grattacieli l’ uomo può restare in contatto coi ritmi cosmici. Il dramma universale è immediato in una fabbrica come nelle solitudini himalaiane.
Il mito per Eliade è un atto di creazione dello spirito, indipendente dalla storia, che anzi fonda esso stesso la storia, e nel corso della storia si ripete e ritorna ciclicamente. La storia delle religioni è quindi storia delle manifestazioni soprannaturali del sacro che si ripetono nel tempo dell'uomo, riproponendovi l'alternanza sacro / profano .In ogni tempo l' uomo si ricrea il suo sacro, se non ci riesce vive nel dramma.
11 commenti:
magnifico !
Uaho!!!!Sono contenta che tu sia d' accordo con Mircea Eliade anche io l' ho trovato magnifico.......un autore scoperto da poco ma mi ha "catturato".
Ciao.
Cara Paola, eccomi puntuale alla tua risposta, con questo post, al mio commento del blog di Annarita, Web 2.0 and Something Else!
Comincio così:
Vedi quel libro - meglio E-Book, come a dar l'idea di un nuovo modo di esprimere idee, concetti, storie ed altro - alla destra di questo post: è il frutto di un'ostinata idea, fra le tante che non si contano, di un essere che è nato con la mente "nera", ossia di chi non ha mai potuto immaginare. I suoi sogni (non le aspirazioni) si sono presentati sempre come in un mondo senza sole, sempre tetra penombra da incubo. Dunque è possibile fare a meno della nota fantasia che ha bisogno dell'immaginazione che a sua volta è la capacità di sostituire la visione corporea.
E come ho detto nel post "Fantasia", questa è una facoltà della mente di creare immagini che possono intrecciare immagini reali ed irreali, o essere completamente irreali. Fantasia, per i filosofi è la facoltà che porta a idee non legate alla realtà, ma anche ciò che conduce alla creazione artistica.
Tramite l'animazione, la personificazione e l'iperboleggiare dello sconosciuto, l'uomo è arrivato gradatamente alla magia, alla religione e alla letteratura
Dunque i suddetti esseri con la mente "nera" possono anche generare in sé, anche se in modo slegato e frammentario bisognoso continuamente di estenuanti aggiustamenti, tutte le cose che sono naturali in generale negli altri esseri. Possono persino poetare e cimentarsi in ragionamenti filosofici e quant’altro, visto che l’autore dell'E-Book esposto accanto a questo post lo ha potuto dimostrandolo.
E Mircea Eliade? al quale è dedicato questo post che della religione, o, meglio, delle religioni, fu studioso e divulgatore, non solamente a livello teorico, ma pure creativo, nel sostenere l'importanza fondamentale della pratica salvifica, atto d'amore supremo, e nel ricercare tutte le rivelazioni del sacro nella vita quotidiana contemporanea.
Non solo ma studiò e praticò altresì tante discipline, di cui diventò indiscusso maestro e superbo divulgatore: animismo, alchimia, cabala, iconografia, geomanzia. Tutte cose che prevedono un'eccezionale facoltà immaginativa poiché è lo strumento fondamentale della pratica della magia.
Mircea Eliade, in quanto alla scienza moderna, per la profondità dei risultati dei suoi studi e per l'ampiezza dei temi dei suoi interessi, ebbe sempre la massima considerazione della comunità scientifica internazionale.
Fu, insomma, un divulgatore del sacro scienza permettendo, almeno nei suoi intenti.
Tuttavia questo non basta per realizzare la resurrezione del sacro nell'uomo come fatto accertato scientificamente, solo con la suddetta briciola di stima rilasciata dalla comunità scientifica che è soggetta, comunque, alle ferrei leggi che comportano la verifica attraverso l'esperimento che diventa essenziale, come, del resto, la ripetibilità dell’esperimento.
Non resta allora che una sorta di esseri senza "luce interiore" per rinnovare il destino degli uomini sui quali calano le tenebre. Vale perciò sempre l'accostamento al film "The Island".
Ed ecco che si fa luce su un rinnovato epilogo, ciò che è detto nel prologo del Vangelo di Giovanni apostolo (I,1-5), ma ora in modo terreno.
« In principio, c'era colui che è "la Parola".
Egli era con Dio,
Egli era Dio.
Egli era al principio con Dio.
Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa.
Senza di lui non ha creato nulla.
Egli era la vita
e la vita era luce per gli uomini.
Quella luce risplende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta. »
Gaetano
Riuscire a stare appresso a te Gaetano è impossibile. La tua mente "non mente".Mi sembrava con Mircea Eliade di avere una risposta per.....produrre comporta rifiuti,ma manca la cultura che li armonizza.....intendendo per "armonizza", riuscire a vivere il nostro tempo con un "Fine", un Fine che non è certo quello imperante di oggi " sesso, soldi, successo" che ti lascia alla fine solo nausea per te stesso, ma un Fine che è Armonia o Sacro O Dio ma che non ti renda inutile. La scienza deve essere meno kantiana, la religione più aperta ai tempi,più attenta alla spiritualità. Quando sono arrivata allo scalino, ecco che arriva Gaetano e mi pungola a fare un altro scalino......cosa è la Parola.......la Parola fattasi carne, il Verbo, la Favola , il Simbolo...cosa è la Parola? A volte accadono "cose" rese reali dalle parole, si dice quasi per caso eppoi si avvera, ciò accade. Noi diamo per scontata la parola, ma quanto tempo ci ha messo l' uomo per conquistarla? Boh!
Raccontino.....sono andata ad una confereza di un astronomo ( non ricordo il nome, chiedo venia )dopo la presentazione c' è stato il dibattito, ad una domanda: l' infinito è finito? Il relatore ha risposto che lui pensava di sì, perchè passato, presente futuro sono "tutto" dentro all ' "uovo iniziale" prima del big bang,il signore della domanda chiede: lei dice che fuori dall' "uovo" c' è il nulla, in metafisica il nulla "è qualcosa" forse non conosciamo la dimensione per capire il "nulla".....ciò che mi ha dato fastidio in questo botta e risposta, sono stati i risolini ironici di chi credeva che Eistein fosse lo scopritore dell' ultima teoria possibile...quanta supponenza nell' uomo moderno poter credere di avere scoperto tutto, e pensare che ho sempre ammirato gli scienziati perchè essi dicono:....noi conosciamo sino a qui, domani con un' altra scoperta correggeremo.
Chiudo altrimenti divento noiosissima.
Gaetano la tua mente non la vedo "nera" ma luminosa, talmente luminosa da far luce nella tenebra.
Io penso così.....così è se vi pare ( mi manca Pier luigi è quasi scomparso dal web).
Consiglio vivamente per chi vuole approfondire un post di Gaetano Barbella nel blog di Annarita Ruberto su Scientificando
Cara Teo, apprezzo molto il pensiero di Mircea Eliade in cui mi ritrovo.
Scusami se non commento i tuoi post come meritano, ma ci pensa Gaetano a supplire alla mia mancanza.
Il fatto è che i tuoi articoli non si possono liquidare con un commento banale e allora, per mancanza di tempo, leggo e non commento. Ma sappi che ti leggo sempre.
Anzi sei una delle mie letture quotidiane.
Un abbraccio, annarita
PS: mi farò perdonare più avanti con una sorpresa...
Paola, la storia delle religioni può essere anche un modo molto serio e "sconveniente" per capire il sacro.
Storia delle religioni vuol dire fare un viaggio nei millenni durante i quali gli uomini hanno considerato alla stregua di esseri divini cose, eventi naturali, creature della fantasia, personaggi storici, eccetera eccetera.
Se il divino è, a discrezione dell'uomo, in qualunque cosa lo si possa cercare, allora il sacro diventa qualcosa che non ha confini definiti.
Se in un fulmine si legge un evento divino, ci deve essere qualcuno che "certifica" questa trasfigurazione dell'evento naturale in evento divino. Allo stesso modo come c'è quel qualcuno che "certifica" che ogni domenica il pane ed il vino sull'altare della chiesa si "trasformano" nella carne e nel sangue del Cristo.
Il "certificatore" come agisce? Da solo? In gruppo? Chi è autorizzato a fare quella "certificazione"? Da chi è autorizzato? E chi non è autorizzato? E perchè?
In queste domande sta il sacro.
Secondo me.
Quello che cerchi tu dentro l'uomo, quello che desideri gli uomini ritrovino oggi, dopo averlo perduto, è si, il senso del sacro, ma più precisamente il senso dello Spirito. Cioè quella caratteristica dell'animo umano da cui scaturisce il desiderio di cercare "oltre" la fisicità delle cose. E' lo Spirito dell'uomo che spinge a vedere cosa può esserci "oltre" il fulmine e a mostrare la possibilità, sempre e solo la possibilità, oltre non si può andare, che esista una dimensione meta (ultra)-fisica nella quale può esistere il divino.
E' lo Spirito che si è evoluto. Che ha riconosciuto come appartenenti alla natura i fenomeni naturali precedentemente "sospettati" di essere manifestazioni del divino. Quel "precedentemente" apre un processo che nei secoli e nei millenni ha spinto fuori dalla sfera dell'esplicazione del divino molti falsi "idoli" e molti falsi "dei".
... segue...
... segue ...
ara Paola, hai parlato del "logos", la "Parola" .
In origine era presso Dio.
Cosa era il logos, la parola.
Domanda che emana un fascino irresistibile.
Il logos, dico io, è la forza primordiale dell'ordinamento. Il bisogno che le cose immerse nel caos uscissero da quella profondità che le rendeva invisibili per poter essere ordinate e, quindi, conosciute.
Il logos, la parola, è quel potere che gli sciamani, i primi sacerdoti, i primi artisti che dipingevano le forme animali sulle pareti avevano di dare vita alle cose dando loro un nome.
Se le cose non hanno un nome non possono esistere.
Frase di senso complesso.
Ma semplice, in fondo, se si pensa a quel gioco così intrigante ancora oggi di riconoscere un oggetto "strano" per esempio attraverso una foto. Se non si sa cosa è, a che serve, neanche un nome si riesce a dargli, no?
Allora chiamarlo significa farlo esistere, no?
E tutto questo, Paola mia, era presso Dio.
Quindi, Dio ed il logos erano l'uno accanto all'altro. Ma non erano la stessa cosa, non potevano essere chiamati con lo stesso nome. Avevano due esistenze distinte.
Io penso (qui ti faccio un pò di sintesi, che vado lungo) che quella separazione, quella differenza, quella separazione stanno ad indicare che esistevano distinte "correnti" culturali che, dalla profondità dei tempi, viaggiavano l'una accanto all'altra, senza che niente e nessuno sia riuscito ad unificarle, senza che l'una sia riuscita a sopraffare l'altra.
Due diverse culture.
Due "fonti" della creazione, che trovano unità solo attraverso l'atto unificante della volontà di creare manifestata dal dio che separa il caos dall'ordine, le tenebre dalla luce, la terra dalle acque...
Ma anche questa separazione degli opposti ha radici che affondano nel mito più antico - mito, che altro non è che il racconto delle storie del divino, le storie della nascita delle cose divine. E se le cose divine erano le cose della natura, il sole, le stelle, le comete, le ecclissi, la piena del fiume, la fonte d'acqua le loro storie, le storie della loro evoluzione non erano altro che le storie della creazione dell'universo.
Ecco. Questo il racconto della creazione.
L'ho letto dai testi sumeri, egizi, da quelli della bibbia. Si assomigliano molto. Ma non si possono confondere l'uno con l'altro.
In tutto questo ritrovi lo spirito dell'uomo.
In tutto questo l'uomo ha cercato di "certificare" il vero e "falsificare" l' "eresia".
Da lì nasce il sacro, che differenzia un sacerd-dote da un ciarla-tano. Un portatore di sacra verità, da un vnditore di ciarle. Chiacchiere. Fole.
Da lì nasce un'altra storia.
... troppo lungo, troppo lungo...
(manca almeno una C. All'inizio di ara Paola)
Ciao Annarita, mi fa piacere sapere che tu hai tempo per leggermi.
E' un anno che tu mi hai "trovata", e per mezzo di te ho incontrato.....persone che pensavo non si potessero incontrare.....un regalo del caso, del destino o di un angelo....chissà.
:-)oggi metto un racconto di People ed è dedicato agli incontri importanti, ....un minuto, un' ora, un giorno, un' eternità.CIAOOOOOOOOOOOOO:-)
Quello che cerchi tu dentro l'uomo, quello che desideri gli uomini ritrovino oggi, dopo averlo perduto, è si, il senso del sacro, ma più precisamente il senso dello Spirito. Cioè quella caratteristica dell'animo umano da cui scaturisce il desiderio di cercare "oltre" la fisicità delle cose.
Esattamente Pietro, vedo che mi hai capito benissimo......ed io ora non ho più paura di dire che lo sento il sacro, lo spirito, o chiamalo se vuoi l' Uno e L' Infinito......lo sento e lo percepisco nelle altre persone, come percepisco "fluidi negativi" che non condanno ma cerco di "neutralizzare"
Non prendermi per pazza, pechè se ci pensi lo siamo tutti, tutti siamo dei pazzi, con la differenza che c'è una pazzia tesa al bene , a costruire ed un' altra tesa al male, a guastare senza salvare il salvabile.Io lo dico in modo metafisico altri lo dicono in modo ontologico ma il fine è lo stesso, cambiano solo i mezzi.
Ti dirò che quando pensavo di essere "sconfitta" di dover buttare a mare tutto ciò in cui avevo creduto.....mi hanno salvato e le cose seppur difficili hanno dato "ragione" al mio "intuito" che la mente razionale non aveva accettato. Un giorno scopriranno cosa sono queste forze primordiali, per ora no comment, perchè anche chi le ha provate non sa spiegarle, ma tutti noi le possediamo ne abbiamo solo paura perchè non sono "guidabili".
In quanto alla Parola, l' ha evocata Gaetano, e tutto ciò che dici sulla parola è importante, secondo me non ci soffermiamo abbastanza sulle prime conquiste dell' Uomo,quanto importanti siano state, quanto lunghi i tempi per raggiungerle. In questi giorni si parla di un uomo in coma irreversibile, hanno scoperto che il suo cervello era sveglio e che lui non riusciva a parlare,lui ora dichiara ( tramite computer)che si sente rinato e felice perchè può dire al mondo che è VIVO......ti rendi conto Pietro è immobile in tutto il corpo ma il poter comunicare è tornare in vita.
In quanto il logos era in principio accanto a Dio, per me sta a significare il libero arbitrio che Dio ci ha concesso.
Scusa la lungaggine ma a parlare di certe cose non si finisce più.
Vedi Pietro sono tutte favole, è negli occhi e nelle orecchie di chi guarda ed ascolta che diventano oro o pirite.
Ciao.
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