sabato 20 marzo 2010

LA MIA CANZONE PER I GALLETTI ROMAGNOLI


Ai rumagnol ui piis 'd ridar e ' d burlè
per quest at pol at voj parle
de pol rumagnol ch' l' è particuler
l' è coma no un po stizos
l' usa fe' i fet su
e t nol met indo t' vo
se t' ai dè da magner
lo t'è dis a fegh da parme
e n' ol' ciapè pr'è cul che ciapa e fugh
e dop l' è guaj sicur.


Ai Rumagnol ui piis 'd ridar e 'd burlè
per quest 'd pol at voj parle
de pol rumagnol ch' l' e' particuler
un po' selvatic un po' pivarola
ui piis at fe' un po' e zirandlon
fort coma un bo' e un po' zucon
ogni tant e sbat e tiston
indrenta e puler un gni vo ste
parchè ui piis la libarte
e n' ol ciape pr'è cul che ciàpa e fug
e dop l' e' guaj sicùr.

TRADUZIONE

A noi piace ridere e scherzare
del pollo vogliamo raccontare
pollo romagnolo che è speciale
il nostro carattere vuole copiare
si fa i fatti suoi
e non lo metti dove vuoi
gli dai grano dice vai
che faccio da solo dai.

A noi piace ridere e scherzare
del pollo vogliamo raccontare
pollo romagnolo che è speciale
di animo selvatico ama contestare
nella gabbia non gli va di stare
sull' albero libero gira in tondo
e per il mondo va vagabondo
resistente e un poco gonzo
ma solamente per tornaconto
ti presenta sempre il conto.



Chiedo scusa per la versione in dialetto, la quale sarà sicuramente piena di errori.

8 commenti:

Gaetano Barbella ha detto...

Paola questo è il mio commento:

Ad ognuno il suo, "alla carne", il pollo dell'uovo romagnolo fa da "pollo allo spiedo", e "all'arte", il pollo attraverso l'uovo trova chi lo festeggia, l'amico Zanata con i "polli", pardon artisti, di Calcata - vai a questo link. Di qui la mia ravvisata festa sonora con l’uovo filosofico di Hieronimus Bosch, "Il concerto nell’uovo".

Nell'Aitareya-Upanishad è narrato come âtman trae dalle acque l'Uomo cosmico (Purusha): questo ha evidentemente forma d'uovo poiché è detto che âtman lo covò e in seguito, come si fa con un uovo, gli divise la bocca da cui uscì Vâc, il Logos; la prima creazione è dunque sonora, un vero e proprio concerto uscente dall’uovo. Se poi ricordiamo che l'uovo è anche un vaso, come detto poc'anzi, ritroviamo nei musici boschiani l'immagine del protomusico indiano Vasishta, il cui nome letteralmente significa "colui che si erge in un vaso". Nel Rigveda (libro VII, inno 33) si dice: «Mitra e Varuna, nascendo dal sacrificio, toccati dagli omaggi che sono loro dedicati, entrambi ugualmente hanno gettato nel vaso (Urvashi) il loro seme (la loro voce) e dal mezzo di tale vaso si levò e dispiegò Vasishta».

Dulcis in fundo, ecco che sugelli ogni cosa con il tuo personale concerto della canzone creata da te, AI RUMAGNOL!

Nota
È interessante una cosa che riguarda il post sulla rosa senza spine. È la bella peonia che cresce sui freschi altopiani del Gennargentu, del monte Linas e del Limbara, a quasi mille metri di altezza, il fiore simbolo della Sardegna: giusto la terra dell'amico Pier Luigi, che è un'ISOLA.
Forse ci dice che grazie all'arte, non senza la musica, le spine della rosa son come se non ci fossero. Dunque né rose azzurre e né rose bianche.
Il problema è ISOLARSI...

Buon fine settimana,
Gaetano

Paolo Pascucci ha detto...

E me at voi dì quest: ma me el poi el me piecc
arost, dla rosticeria, o sno, ste dic la galeina la ie bona in brod, e s'po fè i pasadei o i caplet. Avet capit cla dona?

Unknown ha detto...

Io paola non mi sento un gallo, men che meno galloromagnolo, è un peccato? Non canto dalla mattina alla sera. E non ci provo neanche. Le tv locali sono piene di buffoni che cantano, quanto li odio e quanto invidio il trombettista che guarda il decolletè della cantante finta bionda o della ballerina che alla Scala pulirebbe il loggione. Bella la canzone che hai messo. Ciao

Paola Tassinari ha detto...

Caro Getano , in quanto al gallo /romagnolo (non il gallismo che non sopporto) mi piace perchè ama la libertà, è autonomo, si procura il becchime da slo ( cioè lavora) e soprattutto non si fa sottomettere, mai , lo puoi prendere solo col cuore, ma se ci scherzi lo perderarai per sempre, perchè non perdona, qua da noi si dice....preferisce strisciarlo su un fascio di rovi che cedere se tu l' hai tradito nella fiducia che ti ha dato.
In quanto alla rosa/ortensia, non sai quanto l' ho pensata in questi giorni, chissà, forse, non è facile crescere anzi........baciolotto.

Paola Tassinari ha detto...

OH Pavolone, cun me ciap mal, aso una cativa azdora, qua i Rumagna piu che i pol us magna la brazula con la pandora intla gardela e una bocia ad sangves..........al capì e mi pavlot???????????????

Paola Tassinari ha detto...

Ettore tu sei un perfetto gallo romagnolo.......che come ti dico è speciale, è un po' bipolare, può essere dolce come il miele o terribile come uno sciame di api incazzate.

La canzone la stanno provando dei ragazzi che si chiamano RADIS.
Baciolotto.

Unknown ha detto...

Esatto, sono un vero gallo romagnolo!!! A volte però vago obliquo per il mondo, e apolide

ilcuorecomeilmare ha detto...

Paola ciao....
ed io che sarò mai, galletto, polletto o sempre sardella??
Qui da noi vanno di più le sardelle, perché siamo più attaccati al mare. E le sardelle a volte si regalano pure. Tanto è un pesce povero in tutti i sensi, ma non un pesce stolto, così come non è stolto il pollo.
chichirichichìììì
Buona domenica carissima Paola!