domenica 13 giugno 2010

SORRIDI CHE TI PASSA

L' espressione che un volto assume nel pronunciare alcuni suoni sembrerebbe influenzare l' umore e, alla fine, anche il carattere. a sostenerlo è David Myers, psicologo all' Hope College di Holland ( Michigan, Usa) .
Lo studioso cita come esempio i tedeschi, ritenuti comunemente privi di humor. Per Meyer il motivo è che nel pronunciare le vocali"a", "o" e"u" con la dieresi ( i due puntini sopra la vocale), inclinano verso il basso le labbra assumendo un' espressione triste . E l' uso frequente di muscoli che il cervello associa alla tristezza avrebbe il potere di influenzare negativamente l' umore.
Quindi, sorridete, il sorriso vi fa più bene di quel che credete.

10 commenti:

Annarita ha detto...

Diciamo che lo studio di Meyer non fa che confermare delle credenze antiche.

"Ridi, che ti passa" è un vecchio detto popolare. Oppure "Il riso fa buon sangue"...però attenzione a non ridere troppo perché i latini dicevano:"Risus abundat in ore stultorum".

Unknown ha detto...

Dici sorridete come se fosse facile. La vita è impervia, tragica, speciale. La dissonanza o il distubo bipolare or ora hanno preso posto delle risa di una volta, nei cinema, nelle chiese. L'euoria è sinonimo di depressione, della serie, io rido sempre ma nessuno mi vede.Poi semmai mi accorgo che mi osservano e smetto. Ridere è appannaggio dei bambini. Noi sorridiamo involuti. E diamine, hai visto nei Ponti di Madison County quanto siano belli Clit e la Streep quando ridono? Ma loro sono attori di cinema, noi solamente di vita

Paola Tassinari ha detto...

Cara Annarita, questo post che segue quello sui Piraha era per prendere un po' in giro tutta la complessività della nostra vita, una complessività a volte cercata.
Ciao e BUONE VACANZE.

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Ettore,
ho letto il tuo ultimo articolo sulla Voce ed ho capito che ti piacciono i film impegnati ed i contorsionismi dell' animo, a me questo genere di film mi attrae, ma allo stesso tempo mi rattrista profondamente, mi causa ansia e domande sul senso della vita, domande che mi portano al nulla ed il nulla mi angoscia.
Questo post segue quello sui Piraha, una popolazione di 300 individui che vive senza orpelli linguistici, ed è una "presa in giro" molto bonaria ai nostri " inutili" orpelli ...ti rendi conto: i tedeschi sarebbero più tristi per le loro dieresi...sarà vero...boh...sarà importante...boh.
Ieri sera ad una conferenza pubblica è stato detto che le disgrazie e le malattie ce le attiriamo noi (per le reicarnazioni)per evitarle basta non essere abitudinari, non avere paura e pensare positivo, per diventare ricco basta mettere i soldi dentro le scarpe e visualizzare che "camminiamo sui soldi" ed altre cose su questo stile. Io non ci credo, ma può essere vero...boh...in tutti i modi a me viene da auspicarmi un lungo soggiorno fra i Piraha...del tipo fermate il mondo voglio scendere.
Un' ultima cosa, pare che il disturbo bipolare sia di moda nell' ambiente artistico ( io ne facevo volentieri a meno)evidentemente la moda ci perseguita, a me hanno tolto l' appendicite da bambina perchè in quel periodo era appunto di moda tale operazione chirurgica.
Vuoi vedere che è la moda che ci frega???????????
Ciao.

Unknown ha detto...

Quel film Paola era terribile, il migliore che ho visto nell'ultimo decennio (dico sempre così), si arrivava ad odiare anche l'ispettrice, sadica e sorda, si dubitava del marito, duro e pazzo, nonchè bello (erano tutti belli in quel film, te capì gli argentini misto italiani): l'odio e l'impotenza hanno fatto scaturire il tutto. Un saluto e leggo l'altro post. ciao

Gaetano Barbella ha detto...

Vestito da clown allora
Infarinato dipinto
Con un ciuffo scarlatto e un cuore
Verde fra ciglio e ciglio,
potrei ballare,
Cantare
Ridere
Ultimo dio in maschera sur un filo
Teso fra il principio e la fine
Su questo gorgo nero d’umanità che domanderebbe il
bis.
(ARDENGO SOFFICI, Noia, in «Lacerba», 13 marzo 1915)

Cercare di ingannare gli altri e sé stessi, questo è il carnevale.
Ma c’è sempre il momento in cui dobbiamo gettare la maschera, almeno di fronte al carrozzone...

Ciao, cara Teo.

Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Ettore,
non solo nei film...ormai anche nella vita si dubita di tutto.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Gaetano, Gaetano,
io ci provo a gettare la maschera,ma un' altra ne spunta, è tutto un carnevale, è una serie di punti in comune condito dalle cose più assurde, il carozzone col suo carico di specializzazione va, ma i carozzoni sono più di uno, ognuno con la sua specializzazione, simili ma in scontro fra loro...tutti hanno le loro ragioni, nessuno è colpevole, la colpa è del destino o del Karma...boh...
Ciao Gaetano...grazie della bella poesia di Soffici, il quale è anche un valido pittore intimista.

pierperrone ha detto...

Un bel sorriso, allora.
E' un miracolo dell'anima.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero,
sorridere fa bene, a quanto dice lo psicologo Myers sembrerebbe che sforzarsi di ridere ingannerebbe il corpo e di conseguenza anche la mente, insomma ridi, ridi che ti passa ...mah!