sabato 9 luglio 2016

Storie di animali 5



Lo squalo re dei mari, poi vi ho scritto del falco re dei cieli, compagno di vita dello “Stupor mundi” cioè di Federico II, ma l’imperatore e prima di lui Carlo Magno avevano come emblema la regina dei cieli e il re degli uccelli: l’aquila. In tutte le tradizioni l’aquila incarna la potenza cosmica. Il suo librarsi verso l’alto nel cielo, fino ad altezze impossibili per l’uomo, la rende simbolo di qualsiasi movimento ascensionale, dalla terra al cielo, dal mondo materiale al mondo spirituale, dalla morte alla vita. L’aquila viene associata al serpente, che contribuisce al suo significato, formando una coppia di opposti complementari, dove l’aquila simboleggia la luce, il cielo, le forze superne, mentre il serpente è l’oscurità, la terra, le forze ctonie. L’ aquila nutrendosi di serpenti incarna idealmente il trionfo del bene sul male. Ma che palle! Idealmente il serpente è femminile, è la stessa donna che schiaccia il serpente quindi non per niente l’aquila è declinata al femminile. Un mito ci tramanda la leggenda dell’aquila, inviata da Zeus a divorare il fegato del titano Prometeo, come castigo per aver rubato il fuoco agli dei per farne dono agli uomini. Forse un mito matriarcale in cui la donna, l’aquila, non permette ancora all’uomo la supremazia, infatti Prometeo ruba il fuoco senza permesso, quindi è punito  col martirio del fegato, organo anticamente legato alla divinazione. Poi c’è il mito del ratto di Ganimede, che a me è parso sempre un po’ ridicolo. Ganimede  un principe terreno, Omero lo descrive come il più bello di tutti i mortali del suo tempo; viene rapito da Zeus in forma di aquila per servire come coppiere sull’Olimpo, cacciando via l’altra coppiera la bella fanciulla Ebe: la storia che lo riguarda è stata un modello per il costume sociale della pederastia greca, infatti dà il via libera a rapporti fra il bel ragazzo coll’anziano superiore. Molti anni dopo il matriarcato, probabilmente di stampo lesbico, come il comportamento delle api per intenderci, solo la regina copulava, gli uomini hanno fatto altrettanto, per sentirsi superiori alle donne copulavano fra di loro, scegliendo giovanetti imberbi più simili alle donne… io la penso così. Circa il concetto dell’immortalità per gli Egizi solo una parte dell’essere umano è destinata ad una esistenza eterna, il cosiddetto Ba. Questa parte nei geroglifici egizi è raffigurata come Aquila.
 

Nessun commento: