giovedì 14 luglio 2016

Storie di animali 6



Il grifone sarà esistito o è un parto della fantasia? E’ facile incontrarlo posto ai lati delle entrate delle chiese medioevali, come guardiani di marmo o pietra. Non manco di accarezzarli, a me piacciono molto, chissà forse all’epoca dei dinosauri vivevano dominando i cieli. Anche il grifone per simbologia, mitologia, araldica ha le stesse caratteristiche dello squalo. Il grifone, come il suo parente l’Ippogrifo, il favoloso cavallo alato, è una figura mitologica. E’presente da millenni nell’iconografia artistica dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e delle civiltà del Medio Oriente. In questo lungo lasso di tempo il grifone è stato sempre ricorrente nelle rappresentazioni delle culture che si sono succedute, sostituite, combattute. La figura riassume in se la bellezza, la forza, la fierezza, l’eleganza, il potere sui cieli e sulla terra, elementi evocati dai due animali che ne compongono l’immagine: il leone e l’aquila. Mancherebbe solo l’elemento marino, che io idealmente gli dono: la pinna del pescecane. Secondo la tradizione il grifone era il custode dell’oro. Nella sua tana questo animale vegliava, anche a prezzo di grandi violenze, su inestimabili ricchezze. Nel Medioevo i maghi dicevano che era una gran fortuna mettere le mani sugli artigli di un grifone: utilizzati come coppe per bere, avevano la capacità di cambiare colore se nella bevanda fosse stato presente del veleno. Se fosse stato vero sarebbe stato un gran bel vantaggio per i regnanti che avevano a che fare con cortigiani che destreggiavano i veleni con nonchalance. Nella simbologia della religione cristiana questo animale veniva utilizzato per simboleggiare Cristo: la parte di leone perché aveva regnato come un re; quella dell’aquila per la sua resurrezione e la pinna, che ho aggiunto io, per pungere un po’ quelle persone che come grifoni ammassano montagne d’oro mentre al mondo c’è gente che muore di fame… un limite mettetelo per carità!

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