lunedì 7 novembre 2016

Storie di animali 33



In Grecia e soprattutto nell’Attica, Nemesi è oggetto di un culto speciale che più tardi si diffonde anche a Roma, dove le viene innalzata una statua sul Campidoglio. È la dea della giustizia e della vendetta, e rappresenta la “giustizia distributiva”. Dosa, infatti, la buona e la cattiva sorte, la gioia e il dolore, secondo i meriti, tra tutti i mortali. Perseguita i malvagi e coloro i quali non fanno buon uso dei doni avuti dal destino. Tormenta chiunque, infrange le regole. Esprime la collera divina contro gli orgogliosi, gli arroganti e i trasgressori della legge. Sua inseparabile amica è Aidòs, il Pudore. Le due amiche sono unite dall’“offesa”: Aidòs trattiene gli uomini dal compierla, Nemesi interviene punendo chi non ha prestato ascolto a Pudore. In qualche racconto mitologico si narra che Nemesi stuprata da Giove/cigno, mentre lei per sfuggirgli si era trasformata in oca, depositò un grosso uovo, che viene trovato da un pastore, il quale lo consegna a Leda regina di Sparta. Da quell’uovo nasce la bella Elena di Troia, all’origine di uno dei conflitti più famosi dell’antichità (la guerra di Troia). Oggi la giustizia non è più vendicativa, forse in qualche paese anglosassone dove esiste ancora la pena di morte, infatti se da noi nemesi viene visto come un termine di fato o destino riparatore, nella cultura anglosassone moderna, il termine ha assunto il significato di nemico. Una cosa è certa il pudore non esiste più!

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