L’artista francese Marcel Duchamp (1887-1968) viene
considerato uno dei maggiori rappresentanti del dadaismo, anche se Duchamp ne sconfessava
l’appartenenza, ma come poteva essere altrimenti? Duchamp stesso amava
ironizzare su tutto impegnandosi a sovvertire tutte le regole. Il termine stesso
di dada non significa nulla, essendo una
parola che ricorda il primo balbettio emesso dai bambini. Si racconta che
questa parola sia stata trovata dai dadaisti aprendo a caso il vocabolario
francese, quando cercavano un nome adatto a esprimere la loro protesta. Dada in
dialetto romagnolo, che si dice sia molto simile all’idioma francese, ha
significato di persona cara, nel linguaggio infantile. Il dadaismo nasce a
Zurigo, mentre l’Europa è sconvolta dalla Prima guerra
mondiale e la Svizzera è neutrale. In questa nazione pacifista si
incontrano rifugiati e dissidenti politici, tra loro ci sono artisti, poeti,
attori come Tristan Tzara e Hugo Ball che nel 1916 fondano il Cabaret Voltaire.
Si tratta di un caffè letterario dedicato ironicamente al filosofo illuminista
Voltaire: si organizzavano spettacoli che mettevano in ridicolo proprio la
razionalità in cui Voltaire credeva. I dadaisti rifiutano valori come patria,
morale e onore che hanno portato allo scoppio della guerra; esaltando tutto
quanto è casuale e privo di senso. Duchamp più di tutti gli artisti dadaisti è
fuori da ogni schema, ha elevato l’anormalità ad arte, anzi il rifiuto della
norma diviene opera d’arte e lui stesso si trasformava in arte con
travestimenti e atteggiamenti spregiudicati. Nato in un paese della Normandia
in una famiglia numerosa, si vota alla carriera artistica occupandosi di cose
diverse: esegue caricature per i giornali, si interessa di teatro, gioca a
biliardo, lavora presso una biblioteca e
ha una spropositata passione per gli scacchi… non poteva essere altrimenti
perché a guardare bene tutta la sua vita è stata un gioco, chissà se si è
divertito o era solo una maschera di dolore che nascondeva l’orrore di non
credere in nulla, in nullissima cosa. Nell’immagine la Gioconda coi baffi e
pizzetto, con le lettere L.H.O.O.Q. che,
significano Lei ha caldo al culo,
cioè è eccitata, oppure, giocando sulla
presunta omosessualità di Leonardo e sul fatto che la Gioconda stratifichi più
volti, tra cui quello del compagno fedele di Leonardo, Salai, con sottointesi
espliciti riferimenti al posteriore.
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