giovedì 8 gennaio 2009

IL DAVID DI DONATELLO

"egli era biondo, di bello sguardo e di gentile aspetto" ( dice Samuele). David il pastore destinato a diventare re d'Israele, profeta, precursore di Cristo ed anche eroe/simbolo della repubblia fiorentina. Il David di Donatello ( Firenze Museo Del Bargello) diversamente da quello michelangiolesco (che si sta preparando con la fionda ad uccidere il gigante, come in una pre/azione) ha già ucciso Golia e posa con sfida e con portamento reale (non repubblicano), sfida spudoratamente. Inoltre il cappello celando parzialmente le chiome lunghe e bionde (ora restaurato si sono scoperte tracce di foglia d'oro sui capelli) lo rende estremamente sensuale. Sappiamo che re David sensuale lo fu, basti pensare che mandò alla guerra, per liberarsene, il marito di Betsabea per avere campo libero con lei. David si era innamorato di Betsabea vedendola dalla finestra mentre nuda faceva il bagno. Ed ora poesia. IL TUO NOME E' UNA RONDINE NELLA MANO Il tuo nome è una rondine nella mano,/ il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua./ Un solo unico movimento delle labbra./ Il tuo nome sono cinque lettere/. Una pallina afferrata al volo,/ un sonaglio d'argento nella bocca./ Un sasso gettato in un quieto stagno/ singhiozza come il tuo nome suona. MARINA CVETAEVA

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima statua. Si dice che Stendhal quando lo vide, frastornato dalle bellezze artistiche che fino ad allora aveva potuto godere nel suo viaggio italiano, si senti' mancare nelle forze, colpito da tanta leggiadria e sensualita' promanante dal David di Donatello.
Bellissima poesia.
Eccezionale la tua playlist.
Buona fine settimana e buona domenica.
Vale

Gaetano ha detto...

Cara Paola,
la lingua batte dove il dente duole!
Si è parlato di Dante e tu, ligia al tuo “tutto”, hai messo su la statua a Davide biblico, preferendo quello di Donatello a l'altro di Michelangelo. È il tuo lato amabile cui piace Padre C., “un frate anziano, dolcissimo, apertissimo, imparziale,innamoratissimo di Dante”, come tu hai detto. Era la risposta alla mia proposta di leggere la mia versione dell’arcano della Commedia di Dante, il suo DUX espresso in numeri.

Questi fu Davide per volere del Signore, dice la Bibbia.
<<...Era fulvo, con begli occhi, e gentile aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo consacrò con l’unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi.>>. (Samuele 16, 12-13).

Dirai in che modo è ricomparso Dante nel parlare del Davide di Donatello?

Quest’altro “Davide”, che a bella posta Dante accosta al Davide biblico unto dal Signore (secondo me), nel modo come lo presenta nella sua Commedia, rimarca la sua nota amarezza e delusione a causa della Chiesa del suo tempo. Dante riprende quasi le stesse parole della suddetta citazione biblica per descrivere Manfredi di Svevia morto nella battaglia di Benevento (1266) contro le truppe di Carlo d’Angiò. Lì sul ponte di Ceprano («...a Ceperan là dove fu bugiardo...»), che apriva l’accesso alla provincia campana, lasciato sguarnito dai baroni meridionali, consentendo il facile passaggio delle truppe di Carlo d’Angiò, e la conseguente sua vittoria.

Il colloquio di Dante con Manfredi di Svevia (Purgatorio, III, 103- 145)

E un di loro incominciò: «Chiunque
tu se', così andando, volgi 'l viso:
pon mente se di là mi vedesti unque».

Io mi volsi ver lui e guardail fiso:
biondo era e bello e di gentile aspetto,
ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.

Quand'io mi fui umilmente disdetto
d'averlo visto mai, el disse: «Or vedi»;
e mostrommi una piaga a sommo 'l petto.

Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi,
nepote di Costanza imperatrice;
ond'io ti priego che, quando tu riedi,

vadi a mia bella figlia, genitrice
de l'onor di Cicilia e d'Aragona,
e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice.

«...Con la battaglia di Benevento, per Dante, si chiude un’epoca, finisce una civiltà, tramonta un mondo, un mito, una cultura, quella cortese-cavalleresca, che era stata magistralmente esaltata da Federico II. Infatti, nel De vulgari eloquentia (I, xii, 4), Dante riconosce a Federico II, tra i tanti altri meriti, quello di aver patrocinato la formazione del primo volgare d’arte in Italia, il siciliano illustre, mutuandone toni, forme, cadenze e contenuti dai cantori d’Alvernia, Limosino, Provenza; ma, soprattutto, il merito di avere lui e il suo benegenitus figlio Manfredi saputo esprimere tutta la nobiltà e grandezza del loro spirito, brutalia dedignantes: al confronto le trombe dei loro successori in Sicilia, Federico d’Aragona e Carlo II d’Angiò, e degli altri grandi della politica, diventano trombette.
Federico e i suoi figli, Manfredi, Enrico ed Enzo, cantarono alla maniera dei trovatori provenzali nel siciliano illustre, creando alla corte sveva un clima di raffinatezza mondana e di splendore cavalleresco che improntò indelebilmente la memoria dei contemporanei e delle generazioni successive per molti anni. Nella corte di Federico Dante trasfigura una civiltà -il background cortese- che avrebbe affascinato per secoli l’immaginario collettivo, quel mondo che Ariosto tornò a risognare nel disincanto della sua poesia...». (*).

Ecco che senza immaginarlo quel “tutto” ha reso giustizia per mano tua. Aspettava l’occasione e questa è arrivata. Aspettava che la tua lingua battesse inevitabilmente su un dente dolente, quello del tuo "tutto". Ora ci sono due David, entrambi “belli e di gentile aspetto”, uno come in cielo e l’altro giu a soffrire, proprio come i Dioscuri, Castore e Polluce.
Ma sappiamo che, quando Castore morì per mano di Ida e Linceo, come vendetta in seguito al ratto delle figlie di Leucippe, Polluce chiese agli dei di morire anch'egli, rinunciando quindi alla propria immortalità. Fu parzialmente esaudito, cedendo metà della sua natura al gemello. Così vissero sempre insieme, alternativamente un giorno sull'Olimpo e uno nell'Ade.
E non può essere che l'amore del Signore sia meno di quello dei due mitici gemelli! Sembra far capire ai posteri Dante con l'accostamento del suo Corrado di Svevia con Davide Biblico unto dal Signore.

Non ho mai letto questa mia ipotetica relazione che sembra come emersa, chissà per dar corpo all’idealità di Dante, naufragata con la morte di Corrado di Svevia, ora ber bocca mia. Giusto per «...l’onor di Cicilia e d’Aragona,...».

Hai posto nella mano di David una spada di fuoco giusto per vederlo come un angelo serafino. Ma i serafini davanti al Signore sono due, dunque non ti resta che accettare l'altro che presumibilmente ha additato Dante.

gaetano

Gaetano ha detto...

Chiedo venia. Ho scritto verso la fine Corrado al posto di Manfredi, ma si capiva. Hai proprio ragione, Paola, qui da te la tua confusione mi è contagiosa.
Buon fine settimana,
gaetano

Gianna ha detto...

Bellissimo post!

Paola Tassinari ha detto...

Caro Gaetano ma chi è l' altro? Io non riesco a seguirti sei troppo sapiente, il mio tutto fa , ma lo fa inconsciamente, mi era dimenticata del canto di Manfredi e che Padre C. aveva rimarcato le parole...biondo era e bello e di gentile aspetto......Certo è che le tue spiegazioni " filano" e mi piacciono, mi intrigano ma forse ho peccato di poca umiltà nel dirti io ti seguo con l' irrazionale. Volevo ringraziarti perchè grazie a te, sto , almeno mi pare, riuscendo ad abbinare il caso alla matematica, perchè per i miei disegni mi avvalgo sempre di più del computer cercando di dargli la mia anima, te ne eri accorto? Il computer è la matematica, l' esatto io sono il caso ,l'irrazionale. Ti ringrazio nuovamente del dono " LA PROMESSA" io non so quanto tempo hai impiegato, ma sicuramente troppo per me. Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Pier Luigi, la sensualità del David di Donatello è palpabile, mi ha fatto venire voglia di andarmi a rileggere la biografia di Donatello, che io ricordavo ed amavo soprattutto per gli angeli musicanti della cantoria.

Paola Tassinari ha detto...

Cara Stella, grazie, poi ti vengo a trovare. Ciao.

Annarita ha detto...

Complimenti, Paola. Un bel post. Gaetano sa cogliere sempre i lati reconditi delle situazioni e delle persone, valorizzando tutto.

Gaetano è una persona molto generosa...vabbé non sto ad incensarlo. Lo sa perfettamente cosa penso di lui. Non a caso è una delle persone che stimo di più in assoluto...e alle quali voglio bene.

Un abbraccio cumulativo.

ps: hai ricevuto la mia risposta?

Paola Tassinari ha detto...

Cara , cara Annarita , ho ricevuto la tua risposta e mi vergogno di averti fatto la richiesta visto l' orario , ma quanto lavori!! E poi ti ringrazio perhè oltre a te , anche i tuoi amici sono arrivati tramite te, ed anch'essi così incredibili, che già sogno per conto mio, figurati così.Un abbraccio cumulativo alla vostra generosità.

pierperrone ha detto...

Davide.
Il piccolo contro il grande.
La lotta del debole contro il potere dei forti.
Davide mi piace per questo.
Il David di Donatello è fiero, un pò spavaldo. Tenero come un bimbo, quasi, dopo che ha compiuto un'azione superiore alle sue attese. Sorpreso, ma saldo. Pieno di eterea intensità.
Anche il Davide di Michelangelo mi piace. E' più meditativo, un gigante di marmo, comunque. Seppure piccolo, rispetto al gigante Golia, che possiamo solo immaginare, come un colosso egizio, esprime una consapevolezza che quello di Donatello ancora non ha maturato. Era la consapevolezza di Firenze, un secolo più tardi. Ormai matura, Firenze, all'epoca di Michelangelo. La città, ed il tempo, quello, il Cinquecento, in cui anche Davide doveva ormai sapere che poteva incrociare le sue forze contro la gigantesca dimensione del titanico Golia...
E quella Firenze vinse!

Ma parlo di lotta in senso metaforico. Sento ancora l'eco dei cannoni di Gaza. Vedo il sangue dei piccoli, deboli, teneri bambini massacrati per colpa di governanti incoscienti e di nemici senza pietà.
Cara Tea, tu che hai il fuoco dell'arte, disegnami un David che piange, ferito. Non morto. No. Non morto. Ma dolente. Triste.
Non vuole più prendere la fionda tra le mani, David. Non vuole più sentire parlare di guerra e di morti.
Ormai dovreebbe essere un giovane cresciuto, non più un bambino.
E deve essere consapevole che sangue fa rima solo con lacrime.
Tu che puoi, disegnami un Davide così.

Annarita ha detto...

Paola, ti ho già risposto sul mio blog. Non devi sentirti in colpa. Figuriamoci!!! Il trend del mio lavoro è questo e non c'è niente da fare...

Non devi ringraziarmi...era fatale che ci si incontrasse. Fatale in senso positivo, naturalmente.

Per quanto riguarda la Matematica, cara amica, ti assicuro che è molto di più di quanto si presuppone correntemente.

La matematica, oltre alla razionalità, ha in sé il seme della Creatività, dell'Arte, della Musica, della Poesia e altro ancora. Solo chi si avvicina ad essa senza pregiudizi può comprenderne e penetrare la Perfezione la Bellezza.

Un abbraccio
annarita

Paola Tassinari ha detto...

Caro Pietro non si può fare a meno della fionda perchè l' uomo è questo e quello , e ci sarà sempre qualcuno che si approfitterà dell' altro, il mio David è trionfante perchè sa che buono non fa rima con buonismo, e lasciatelo dire da una che lo sa , del buono ci si approffitta sempre e sinceramente a Gaza , come ti ho detto mi schiero con gli Israeliani con tutto il dolore ma mi schiero fermamente con loro.Michelangelo fa un David possente ma melancolico, non per aver usato la fionda ma per gli ideali persi.Perchè si sà o sempre rivoluzione o si ritorna come prima, io non sopporto più nessun rivoluzionario ,la guerra se inevitabile deve essere fatta solo ed esclusivamente dallo Stato attaccato.

Paola Tassinari ha detto...

Cara Annarita la matematica vedrai , un giorno si scoprirà ha inventato il mondo. Un baciotto.