lunedì 16 febbraio 2009

ELOGIO AL VINO


CITAZIONE BIBLICA
Il vino è come la vita per gli uomini purchè tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini:
allegria del cuore e gioia degli uomini è il vino bevuto a tempo e misura.

SONETTO DEL VINO

In quale regno o secolo e sotto quale tacita

Congiunzione di astri, in che giorno segreto

Non segnato dal marmo, nacque la fortunata

E singolare idea di inventare l’allegria?

Con autunni dorati fu inventata. Ed il vino

Fluisce rosso lungo mille generazioni

Come il fiume del tempo e nell’arduo cammino

Ci fa dono di musica, di fuoco e di leoni.

Nella notte del giubilo e nell’infausto giorno

Esalta l’allegria o attenua la paura,

e questo ditirambo nuovo che oggi gli canto

lo intonarono un giorno l’arabo e il persiano.

Vino, insegnami come vedere la mia storia

Quasi fosse già fatta cenere di memoria.

JORGE LUIS BORGES

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Avevo in un precedente commento parlato di D' Annunzio e del Nepente.
Ora se permetti cito l' aneddtto in forma piu' completa.
Nel 1910 Gabriele D’Annunzio scrisse un articolo sul Corriere della Sera intitolato “Un itinerario bacchico”, il quale era ispirato ad una lettera scritta l’anno prima da Marina di Pisa a Hans Barth, giornalista tedesco residente a Roma e profondo conoscitore dei vini italiani, tanto da essere autore di un libro sull’argomento. Nell’articolo D’Annunzio dice che lui “acquatile” non potrebbe dare al Barth notizie delle taverne pisane ma, ricordando un suo viaggio giovanile in Sardegna fatto in compagnia di Edoardo Scarfoglio e di Cesare Pescarella, afferma che, se l’amico gli farà visita, "...io vi prometto di sacrificare alla vostra sete un boccione d'olente vino d'Oliena serbato da moltissimi anni in memoria della più vasta sbornia di cui sia stato io testimone e complice.... Non conoscete il Nepente di Oliena neppure per fama? Ahi lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i sardi chiamano Domos de janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo. Io non lo conosco se non all'odore; e l'odore, indicibile, bastò a inebriarmi."… A te consacro, vino insulare, il mio corpo e il mio spirito ultimamente….Possa io fino all’ultimo respiro rallegrarmi dell’odor tuo, e del tuo colore avere il mio naso sempre vermiglio. E, come il mio spirito abbandoni il mio corpo, in copia di te sia lavata la mia spoglia, e di pampini avvolta, e colcata in terra a piè di una vite grave di grappoli; ché miglior sede non v’ha per attendere il Giorno del Giudizio”
Gabriele D’Annunzio ,“Un itinerario bacchico”, Corriere della Sera del 15 febbraio 1910

Una bellissima dedica per un D' annunzio che confessa di essere astemio, ubriacatosi solo al suo profumo, un po' come te Teo.
Vale
PL

pierperrone ha detto...

Amo molto Borges.
Era diventato cieco, lo era diventato con gli anni. Eppure aveva diretto la biblioteca Nazionale dicendo:"E' una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre".
Vedeva il mondo, la realtà, la vita, ed anche il vino, da una distanza siderale, ma con la precisione di un microscopio elettronico.
Era labirintico, ma diretto al cuore delle cose.
Il vino, così, diventa l'invenzione dell'allegria. Inventata con gli autunni dorati.
Le invenzioni sono la via che ha trasformato la scimmia primordiale in uomo progredito.
Ma le invenzioni che cita lui richiamano, ovviamente, la creazione del mondo e delle cose del mondo.
Ma nelle sue parole gli uomini inventori e il Dio creatore si avvicinano così tanto da essere quasi la stessa cosa.
Da quanto miliardi di chilometri si devono vede, Dio e gli uomini, nella stessa inquadratura, per sembrare così prossimi?
Tu, che sai disegnare forse puoi rispondermi.

A presto.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Pier Luigi ti ringrazio per l' aneddoto completo e sai che ti dico .......il vino è bello anche solo vederlo ed annusarlo, infatti girarlo nel bicchiere e vedere tutti i toni variegati dal bruno al viola al bordeaux e poi annusarlo e cercare di scoprire gli aromi del caldo dell' estate, basta poi un sorso e farlo girare in bocca per gustarne il sapore e poi giù come un fuoco che si deposita dolce nello stomaco questo è per me il vino. Ti voglio invece raccontare cosa è successo nell' ultima cena a cui ho partecipato. Il vino era buono un "casalingo" sangiovese corposo e tonante ed un albana dolce e mielosa, i miei due cognati uomini di 50anni, si presume nel pieno delle facoltà, hanno iniziato una lotta da bambini dicendosi l'un l' altro ....tu non sai "tenere" nè il vino nè le donne ( detto in modo più volgare)e così dicendo ambedue si sono sbronzati completamente e siccome uno lo "teneva" meglio l' altro era mesto come un pulcino bagnato ehhhhhh gli uomini forse sono così affascinanti perchè rimangono sempre un po' bambini.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero è una domanda che mi arrovella è come la paura della morte. Noi siamo niente in confronto all' esistenza della terra , mi viene in mente ora che il dio del vino è proprio Dioniso che può essere vita ed allegria ma anche morte e follia proprio come può essere il vino ........perchè chi beve troppo si rovina veramente la vita sua e degli altri.......come dicono i buddisti la moderazione è il segreto di tutte le cose.

Annarita ha detto...

Adoro Borges e...il vino per ciò che rappresenta, pur non bevendo!;) In realtà, durante le cene con amici, ogni tanto me ne concedo qualche bicchiere di quello buono.

Sraordinario il sonetto di Borges, ma voglio riportare di seguito due altri elogi del vino.

L'elogio del vino
di MORANDO DA PADOVA.


C'è un inno al vino del Medioevo che s'alza veramente alle vaste risonanze del canto corale

Ave color vini clari,

ave sapor sine pari,

tua nos inebriari

digneris potentia...

Ergo vinum conlaudemus,

potatores exultemus.

non potantes confundemus

in eterna tristitia. Amen.



Meno famoso, ma pur notevole, è quest'altro di Maestro Morando, conservatoci nella sua cronaca da fra' Salimbene.

1 Vinum dulce gloriosum
Il vin dolce e glorioso

pingue facit et carnosum
rende 1'uom pingue e carnoso

atque pectus aperit.
e il torace amplifica;

2 Et maturum, gustu plenum,
se e maturo e pien di gusto,

valde nobis est amoenum,
ed assai ci piace, giusto

quia sensus acuit.
perché i sensi stimola.

3 Vinum forte, vinum purum
II vin forte, il vino puro

reddit hominem securum
rende I'uom baldo e sicuro,

et depellit frigora.
scaccia il freddo e i brividi,

4 Sed acerbum linguas mordet,
Ma se e acerbo morde in bocca,

intestina cuncta sordet
sporca tutto quel che tocca

corrumpendo corpora.
e corrompe i visceri.

5 Vinum vero quod est glaucum
Quel che e azzurro di colore

potatorem facit raucum
rende roco il bevitore

et frequenter mingere.
ed è assai diuretico.

6 Vinum vero turbulentum
Il vin torbo assai sovente

solet dare corpus lentum
fa le membra pigre e lente

et colorem tingere.
e i colori esagera.

7 Vinum rubeum subtile
ed il vin rosso e sottile

non est reputandum vile,
non convien tenerlo a vile

nam colorem generat.
perché il viso illumina.

8 Auro simile citrinum
Quel che è biondo come 1'oro

valde fovet intestinum
fa benissimo al piloro

et langores suffocat.
e i languori soffoca.

9 Alba lympha maledicta
Quanto all'acqua maledetta

sit a nobis interdicta,
sia bandita ed interdetta

quia splenen provocat.
perché guasta il fegato.

Anonimo ha detto...

Ragazze/i il vino ha ispirato grandi poeti, ecco quello che ha scritto Charles Baudelaire

Aujourd’hui l’espace est splendide!

Sans mors, sans eperons, sans bride,

Partons a cheval sur le vin

Pour un ciel feerique et divin!



Comme deux anges que torture

Une implacabile calenture,

Dans le bleu cristal du matin

Suivons le mirage lointain!



Mollement balances sur aile

Du turbillon intelligent,

Dans un delire parallele,



Ma soeur, cote a cote negeant,

Nous fuirons sans repos ni treves

Vers le paradis de mes reves!

(Oggi lo spazio è splendido!

Senza morsi, senza speroni, senza briglie

Partiamo a cavallo sul vino

per un cielo ferino e divino!



Come due angeli che tortura

una implacabile calura,

Nel cristallo blu del mattino,

seguire il miraggio lontano!



Mollemente bilanciati sull’ala

di un turbine intelligente,

in un delirio parallelo,



Sorella, fianco a fianco nuotando,

fuggiremo senza riposi né tregue

verso il paradiso dei miei sogni.)

Il vino e' poi responsabile del bacio.
Nella Roma repubblicana la cantina era prerogativa degli uomini, i quali tenevano le botti piene di vino chiuse a chiave. La sera al rientro a casa per stabilire se le donne avessero assaporato quel nettare usavano avvicinare il loro naso alla bocca delle donne di casa, ma qualcuno, per essere piu' sicuro, o forse soltanto piu' audace appoggiava le proprie labbra su quelle muliebri, soprattutto delle ancelle, e, poi, indugiava in un bacio. Questo aneddoto e' riportato da Gaio Plinio Secondo, detto il Vecchio, nella sua Naturalis Historia.
Il vino e' antico quasi quanto l' uomo, e la sua storia cammina di pari passo con quella della civilta'. Un percorso affascinante, che dagli altipiani dell' Asia Minore e dalla Mesopotamia ci porta a Londra e Parigi, passando, naturalmente, per Atene e Roma.
La fantastica storia del vino, negli ultimi decenni, grazie soprattutto all' opera di storici quali Braduel, Bloch, Pirenne e piu' recentemente Le Goff, la cosiddetta "histoire a part entière" e' entrata a tutti gli effetti nel novero delle scienze storiche in senso stretto.
Jean François Revel nel suo bellissimo saggio "3000 anni a tavola (Rizzoli, 1979) afferma " Nel corso della preistoria l' uva era una bacca come le altre. Ma a partire dal momento in cui la vigna venne coltivata, essa rivelò una grande superiorità su tutti gli altri frutti produttori di bevande fermentate, e questa superiorità consiste essenzialmente in tre proprietà: l' estrema varietà del sapore del vino a seconda del tipo di vite, della zona e del clima in cui cresce la vigna; il suo dono di poter invecchiare, di evolversi e di prestarsi a ogni genere di esperienze a seconda delle condizioni in cui si conserva; la conseguente possibilita', almeno per certi vini, di essere trasportati in luoghi anche lontani. Per questo il vino è divenuto l' unica bevanda alcolica che presenti al tempo stesso una diffusione universale e un' estrema diversificazione".
Al vino sono collegati i culti dionisiaci, i riti misterici e orfici. E' presente nelle due più famose composizioni letterarie legate al Simposio, quella di Senofonte e il noto dialogo platonico. E' uno degli elementi di principale ispirazione del pensiero di Friederich Nietzsche, dove troviamo contrrapposti lo spirito dionisiaco all' apollineo, intendendo con il primo l' aspetto centrale della tragedia antica, forse la piu' diretta derivazione in chiave esoterica dei misteri orfici.
A Roma, e' vero che esiste Bacco, ma il vero erede della tradizione dionisiaca antica non e' tanto Bacchus, pacciocone e ubriacone, quanto Liber. Liber e' associato molto spesso a quella visione di dio vendicativo e diabolico che era tipica del Dioniso greco. Orazio nelle Metamorfosi e in diversi Carmina lo descrive, infatti, a tinte fosche. Liber pero' resta sostanzialmente confinato nelle composizioni poetiche e letterarie, senza raggiungere l' immaginario collettivo del popolo. Bacco, invece, e' quasi sempre descritto come dio allegro e godurioso, piu' attratto dal vino come foriero di allegre sbronze e di seduzioni insperate che dai foschi temi della vendetta e della perdizione.
E' questo e' quanto ancora oggi si ritiene nella penisola italica una volta Enotria, cioe' terra del vino.
Ma questo e' storia di oggi.
Vale

Paola Tassinari ha detto...

Cara Annarita grazie per i sonetti, anch' io bevo poco ma ciò non toglie che sia veramente affascinata dal vino , infatti come dice Pier Luigi il vino oltre che piacere è storia.

Gianna ha detto...

Amo il vino rosso ai pasti. Non sono poetica come voi,ma ho espresso...la mia volontà!

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Stella della visita . UN abbraccio.

M.Grazia ha detto...

Gentile Teoderica, ho scoperto per caso il suo blog, cercando un' immagine da inserire in un mio post su "vino e giovani". Le faccio i miei più sentiti complimenti. Molto interessanti tutti i rimandi culturali e storici, olte che artistici. Continuerò a seguirla e intanto ho linkato il suo blog come fonte dell'immagine. Se ha qualcosa in contrario me lo faccia sapere. Un saluto. M.Grazia