sabato 7 febbraio 2009

COMMENTO DI GAETANO


LA TOMBA DEL CANE
Argota de Brésa

Vivo da 1969 a Brescia, ma non abbastanza per parlare in dialetto locale e tantomeno scrivere, tuttavia capace, a titolare questo breve saggio, argota de Brésa, cioè qualcosa di Brescia, nell’intento di dire, delle cose che altri non han fatto su un curioso monumento noto come «La Tomba del Cane». Davvero singolare, oltre che curioso, questo manufatto edile, poiché molti sono i monumenti nel mondo dedicati a questo animale dell’uomo, fedele per antonomasia, ma non al punto di commemorarlo addirittura con un’arca funebre come quella bresciana dell’illustrazione 1.
La tomba del cane, o arca Bonomini, è un piccolo curioso monumento in marmo bianco che si scorge anche da lontano sulle falde della collina a ridosso del monte Maddalena,
i Ronchi di Brescia. Di notte, dalla città si vede ancora meglio poiché è particolarmente illuminato. Fu ultimata nel 1860 su progetto di Rodolfo Vantini, un valente architetto bresciano, autore di varie opere di notevole prestigio del genere funerario, come il Cimitero Monumentale di Brescia. Il committente di questa opera, Angelo Bonomini, aveva lasciato nel 1837 tutti i suoi beni all’ospedale civile, con la clausola che si costruisse nel suo ronco un monumento funerario per lui e per il suo socio in affari. Ma il sepolcro non accolse mai le spoglie dei due commercianti e come volle la tradizione popolare si sparse la convinzione che fu un cane ad esservi seppellito.
Per il resto e la foto della tomba clicca qui

FOTO DI FABIO CORVINI

6 commenti:

Gaetano ha detto...

Cara Paola è come se avessi gemellato Brescia con Ravenna con questo post, grazie di cuore. Come è tuo solito sai legare persone e cose e son cose sorgive in te. Buona idea quelle due coppie di gatti.

Camminando per le vie di Brescia è curioso vedere, quasi come pietre miliari, in diversi punti, alla base di un muro o all’angolo di una svolta, un bel micio tutto nero nella sua solita posa di riposo ma eretta. Ma la cosa che colpisce per questa postura è la coda che si erge superbamente. So dell’artista che si è divertito a dipingere con cura i tanti mici e che ha fatto altre cose artistiche esposte nella città come sagome di uomini che si arrampicano sugli alberi o sui muri del Castello su commissione del Comune. Ecco, i tuoi mici fotografati e poi dipinti da te, con quella coda eretta e attorcigliata è come se fossero in sintonia con Brescia, giusto il mio scritto sulla “tomba del cane” anch’esso di questa mia città. Ma è anche impossibile ai gatti ergere la coda in quel modo per quella postura, salvo quando camminano! Eppure agli artisti, come piace che sia così. Ma se dici ad un bambino di disegnare un gatto io credo che lo farebbe allo stesso modo. Che gatto è senza la sua coda ben in vista?
Chi ama gli animali e particolarmente i gatti (io ne ho cinque) sa quando conta la coda. Se vuoi sapere le loro cose in relazione ad una tua parola, non badare tanto al viso ma osserva la coda. Sembrerà scortese che qualcuno ti volti le spalle nel sedersi vicino a te, ma un gatto che ti è molto affezionato di dispone in tal modo. Almeno è così con uno dei miei gatti, il più grande e anche il più affezionato.
Sai cosa penso dei tuoi due gatti esposti in vetrina? Che è come se facessero parte di vecchio mondo edenico tutto in reciproca armonia. E le code non sembrano veramente appartenere del tutto a loro, ma anche alla terra erbosa infiorellata qua e là. Essi vivono e così pure il resto, a differenza delle due statuine sul tavolo, della foto.

Ps.
Ti è sfuggito una riga del post. Hai scritto “in ma...Ronchi di Brescia.” manca “...rmo bianco che si scorge anche da lontano sulle falde della collina a ridosso del monte Maddalena, i...”.

Abbracci, gaetano

Anonimo ha detto...

Gaetano, come, sempre, fonte inesauribile di informazioni. Un altro motivo in piu' per tornare a Brescia.

Vale

Gaetano ha detto...

Pier Luigi, però stai attendo alle galline per strada!
gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Gaetano che pasticciona sono. Può una persona che ama l' ordine essere così "incasinata"? Evidentemente sì. Come sempre nei tuoi commenti si impara molto, quella con l' arca dedicata al cane mi è piaciuta in modo particolare , ho pensato che forse i due imprenditori fossero stati in vita poco onesti e come punizione eterna la loro bella arca fosse andata giustamente al cane che se lo merita sicuramente, quanto affetto da loro , i gatti invece sono la quitessenza della bellezza.Un abbraccio.

Paola Tassinari ha detto...

E tu Pier Luigi hai mai avuto dei gatti? Chissà poi perchè Gaetano ti ha detto attento alle galline, boh mmmistero!

Gaetano ha detto...

Paola, la verità è che la legge sulle sepolture al tempo di quei due che, per altro, si erano dimostrati dei benefattori, faceva obbligo la sepoltura nei cimiteri e non altrove. Ma forse i due, questa cosa non la sapevano. Che arguire? Si dice a Napoli: "jette 'n Paravise pe' scambio!", che vuol dire "andò in Paradiso per un fatale errore o distrazione", capita. E poi la volontà del popolo fece il resto.
Ciao, gaetano