mercoledì 4 novembre 2009

AU REVOIR MONSIEUR CLAUDE LEVI STRAUSS

Claude Lévi-Strauss era il più grande antropologo vivente è morto la notte 31/10/ 2009 . Dal 1959 all’82 ha tenuto la cattedra di Antropologia Sociale al Collège de France. Accademico di Francia dal 1973, ricordiamo fra le sue opere tradotte in italiano: Tristi tropici (1960), Il pensiero selvaggio (1964), Il totemismo oggi (1964), Antropolgia strutturale (1966), Guardare, ascoltare, leggere (1994). Con Nottetempo ha pubblicato Tropici piú tristi.

Odio i viaggi e gli esploratori è l’ incipit di “Tristi tropici”, il suo volume certamente più famoso, dove Levi-Strauss incanta non solo come antropologo ma anche come scrittore. Viaggiare è uno dei piaceri più tristi è una frase di Madame de Stael che Levi-Strauss ha citato. Eppure per la scoperta di un pezzetto di verità l’ antropologo ha viaggiato. Di ritorno dagli Stati Uniti inconsapevole della tragedia che incombe tenta di andare ad insegnare nel suo vecchio liceo parigino al tempo del governo di Vichy, lui che era ebreo. Al padre dell’ antropologia pur riconoscendone il grande valore lo si taccia di poco impegno politico e poca partecipazione all’ identità ebraica. Eppure fin dalla scuola materna era aggredito con “sporco ebreo” e dopo la guerra si mise in cerca dell’albero piantato in Israele, dalla sua famiglia, col proprio nome. Levi-Strauss non era Lancillotto ma Galahad. Infatti Lancillotto troppo preso dalle cose terrene non riuscirà mai ad avvicinarsi al Graal. Levi- Strauss aveva il temperamento di Galahad, più trascendente che immanente, ecco perché si è avvicinato al Graal. Perdonate il mio umile sentire, è un grazie a ciò che ho avuto da questo Grande.

Un piccolo stralcio dal libro “Cristi di oscure speranze”, che riproduce l’ intervista realizzata nel 1998 da Silvia Ronchej e Giuseppe Scaraffia.

Domanda In occidente non si pratica l' antropofagia, ma si mangiano gli animali. Ora se definiamo cannibalismo l' introduzione di materiali umani nell' organismo umano, dobbiamo ammettere che attraverso questa compenetrazione si realizza anche la parentela. dunque secondo un ragionamento antropologico, gli animali potrebbero diventare nostri parenti

Risposta Sì, è una bella idea! Premetterei che nel pensiero degli indiani d' America, quelli che conosco meglio, all'origine dei tempi gli animali e gli uomini non soltanto formavano un' unica famiglia, ma addirittura mancava una vera distinzione tra i gruppi.questa distinzione, e quindi anche la possibilità per gli uomini di cibarsi degli animali, è apparsa solo alla fine dell' età mitica.

Domanda E come?

Risposta Si tratta di un processo non molto differente da quello che possiamo leggere nell' Antico testamento. Anche nel Giardino dell' Eden - e quindi all' origine dei tempi- Adamo ed Eva erano assolutamente vegetariani. questo è un fatto molto curioso: l' uomo diventa carnivoro solo uscendo dall' Arca di Noè. È dopo quella fase di intima convivenza che si è venuta a creare fra uomini e animali all' interno dell'arca durante il Diluvio Universale che i due gruppi si separano, ed è allora che Dio, Colui che può tutto, l'Onnipotente. dà il permesso, anzi quasi l'ordine, di nutrirsi di carne animale.

Domanda Vuol dire che la differenziazione nasce da un eccesso di intimità, forse da un rischio di confusione?

Risposta E la questione successiva è quella della Torre di Babele. Alla separazione di uomini e animali segue quella tra gli uomini, che vengono separati dalla diversità delle lingue. Quindi la vostra domanda in realtà è: si potrà ricostruire un giorno l' unità primordiale? Io lo vorrei, ma francamente ne dubito.

Da un anno Lévi-Strauss aveva smesso di rispondere al telefono. Non aveva più rilasciato interviste, né era comparso in pubblico. Poco prima di scomparire, aveva detto della sua vecchiaia: «Esiste oggi per me un io reale, che non è più che un quarto o la metà di un uomo, e un io virtuale, che conserva ancora una viva idea del tutto. L’io virtuale immagina ancora il progetto di un libro, comincia a organizzare i capitoli, e poi dice all’io reale “ora tocca a te continuare”. Ma l’io reale, che non ha più la forza, risponde all’io virtuale: “è un problema tuo. Tu solo hai una visione del tutto”. E’ in questo strano dialogo che ormai scorre la mia vita».

12 commenti:

Annarita ha detto...

Bellissimo articolo, Teo. Non ho tempo di dilungarmi perché sono, come al solito, con l'acqua alla gola, ma questo articolo per la forza educativa del suo contenuto lo porterò su Scientificando.

L'immagine è straordinaria come lo sei tu, carissima. Il tuo amore per la conoscenza e la passione che metti in tutto quel che fai ti rendono una persona speciale.

Ecco, se non te l'ho mai detto esplicitamente quanto apprezzi il tuo modo di fare blogging, lo faccio adesso. Non sei mai scontata e banale, ma sempre incisiva.

Un abbraccio grande.
annarita

Gaetano Barbella ha detto...

Mi soffermo sull’ultima domanda e relativa risposta:

Domanda: Vuol dire che la differenziazione nasce da un eccesso di intimità, forse da un rischio di confusione?

Risposta: E la questione successiva è quella della Torre di Babele. Alla separazione di uomini e animali segue quella tra gli uomini, che vengono separati dalla diversità delle lingue. Quindi la vostra domanda in realtà è: si potrà ricostruire un giorno l'unità primordiale? Io lo vorrei, ma francamente ne dubito.

E poi cito queste due massime:

Di Alda Merini:
«Se tutto un infinito
ha potuto raccogliersi in un corpo
come da un corpo
disprigionare non si può l’immenso?»

Di Emily Dickinson:

«Sento nella mia stanza un compagno invisibile: la sua presenza non è confermata da gesto o parola.
Né occorre fargli posto. ...La presenza è la sola libertà che si prende.
Né io né lui tradiamo il patto del silenzio.».

La prima massima porta a far capire come si spiega la vita con la necessità espanderla, ma c’è rischio di “confusione” per l’inevitabile eccesso dovuto alla sensazione di piacere. Occorre che questo avvenga con l’irrorazione di tutti i centri vitali, se il processo riguarda un corpo singolo, oppure un insieme complesso. Dunque s’impone una grande conoscenza, cosa che non si limita a quella offerta dalla scienza ma anche a quella interiore che non si conosce quasi per niente.

La seconda massima è chiarificatrice dello stato di permanenza della vita in seno all’interiorità che non è percettibile che a pochi disposti a riflettere, a meditare, cosa che permette che la vita stazioni attivando il benefico processo generativo dell’interiorità, appunto. Così facendo si attiva l’eros che è il motore del veicolamento vitale in questione.
Il solo fremito della parola rompe il necessario silenzio e turba l’amplesso interiore in atto che culmina col far raccogliere “l’infinito”, immaginato da Alda Merini, là dove era nei primordi.
Pitagora udiva il suono dell'armonia delle sfere ma rispettava il suo contrario, il silenzio, che chiamava echemitia, e così la sua Teano».

Si potrà ricostruire un giorno l'unità primordiale? Forse l’attività frenetica disposta nel mondo del web, da stimarsi virtuale in relazione a quello consueta della vita pratica, tacitandola in parte, può portare a questo. Ma non basta...

Ciao Paola,
Gaetano

mara34 ha detto...

Interessante leggerti e leddere i miei due amici, che hanno commentato, dai quali apprendo sempre qualcosa che ignoro. Passerò ancora, sono passata su indicazione di Gaetano, un saluto Maria

Paola Tassinari ha detto...

Annarita, grazie, non lodarmi troppo altrimenti mi emoziono e mi nascondo. Sono emozionata perchè hai scritto che posterai il mio scritto su Scientificando, stai attenta perchè lo sai che io sono un "calderone" ed infatti ( ora lo sistemo)ho scritto che Levi- Strauss non era Lancillotto troppo immanente ma era Galvano......dovevo scrivere Galahad il trascendente colui che ha il Graal cioè una parte di verità....invece ho messo Galvano il guerriero "solare".....mi immedesimo ed il mio substrato cristiano salta fuori da solo.
Baci, baci, baci.

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Gaetano, mio Maestro...... Si potrà ricostruire un giorno l'unità primordiale? Forse l’attività frenetica disposta nel mondo del web, da stimarsi virtuale in relazione a quello consueta della vita pratica, tacitandola in parte, può portare a questo. Ma non basta...no non basta ma è già un inizio e poi..."Ma l’io reale, che non ha più la forza, risponde all’io virtuale: “è un problema tuo. Tu solo hai una visione del tutto”. E’ in questo strano dialogo che ormai scorre la mia vita».... le ultime parole pubbliche di Levi-Strauss, inoltre è morto la notte di samhain a me non sembrano coincidenze di poco conto, lo so che Levi-Strauss era "più nero" di Sartre, che diceva che l' uomo può solo adattarsi e non pensare oppure fare l' eremita oppure suicidarsi.....ma le ultime sue dichiarazioni sono di altro tipo..... assomigliano tanto ai versi di Alda Merini e di Emily Dickinson che tu hai postato. Tu cosa ne pensi? Claude Levi-Strauss alla fine della vita credeva? E' per questo che nel titolo ho messo ...au revoir invece che adieu.
Ciao Gaetano,......non l' ho scritto ad Annarita, lo scrivo qui......forse per l' uomo un tempo riceveva più "natura" calpestando la terra coi piedi nudi, è questo il significato della mia immagine.....natura (piede) mano ( pensiero/mente)per ricostruire l' unità primordiale.
Riciao

Paola Tassinari ha detto...

Cara Maria, grazie della visita......non so neanche io il perchè, ma ho la fortuna di avere eccellenti commentatori, che mi arricchiscono e mi danno l' imput per nuove ricerche.
Ti verrò a trovare presto.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Sono ancora io Maria, lasciami il tuo recapito web.......non sono riuscita a trovarti con mara34.....così ricambio la visita.
Ciao.

Maria34 ha detto...

Ciao Paola, non è facile pubblicare un commento sul tuo blog per una ignorante in informatica come me. Sono due volte che ci provo ma mi perdo dopo un paio di passaggi. Se questa volta ci riesco è per dirti grazie (Gaetano mi ha passato il tuo messaggio) il mio nome è maria34 per completare (mar123ia45splinder.com). Ho anch'io come te la fortuna di avere valide persone sia nel blog che al corso unitre. Con molta simpatia saluto te e i tuoi amici, alcuni anche miei Maria

pierperrone ha detto...

Un grande che non c'è più. Purtroppo.
Avvicinarsi alle culture dei popoli con l'approccio di chi ritene che sia sempre necessario capire, porsi problemi, comprendere le differenze, non cadere nell'illusione di essere sempre dal lato della ragione.
Ecco cosa era Levi-Strauss.
Uno scienziato che pensava che le culture, tutte le culture, nessuna esclusa, erano eguali, avessero la stessa dignità, fossero strutturate allo stesso modo, perchè avevano alla base l'uomo, sempre uguale e sempre diverso. Tutte le culture, eguali e diverse. Differenti ma ognuna con la stessa dignità delle più ricche o potenti.
Uno studioso che pensava che l'uomo nasceva quando il dio lo aveva cacciato dall'Eden. Da quel momento cominciava l'epopea del genere umano, che passava per la fragile scialuppa, eppure sicura e popolosa, di Noè e si arricchiva quando arrivava la ricchezza delle lingue che la torre di Babele rappresentava in metafora.
Uno che ha speso la vita per vedere come le differenze fra culture significhino, in realtà uguaglianza fra gli uomini. Non nel senso superficiale degli sciatti politici di oggi, ma in quello profondo di chi amava guardare nel profondo dell'animo degli uomini. Di chi non desiderava altro che tradurre i sentimenti sempre uguali che lì trovava, attraverso le differenti manifestazioni esteriori scelte gli uomini.
Oggi non c'è più.
Oggi, che ci sarebbe bisogno, come non mai di chi combatte il razzismo non con il suono vuoto delle parole, false monete, ma con i rintocchi del sapere vero.
Oggi, lui se ne va.
Proprio oggi, proprio adesso...

france ha detto...

cara Teodorica,
sono arrivata qui da Scientificando.
Grazie per questo ottimo post e per l'immagine davvero intrigante.
Levi Strauss ha in-segnato molto, nel senso che ha lasciato i suoi segni nella storia dell'uomo.

france

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Pietro del bel commento...... Oggi, lui se ne va.
Proprio oggi, proprio adesso...ma lui Pietro non se ne va, l' antropologia camminerà ancora, i suoi studi rimamngono,il suo pezzetto di verità rimane, sta a noi scegliere ciò a cui vogliamo assomigliare.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Ben arrivata France.....spero ben trovata.
Levi Strauss ha in-segnato molto, nel senso che ha lasciato i suoi segni nella storia dell'uomo.....uno dei segni più importanti che ha lasciato è stato l' amore per la conoscenza.
Era un puro......diceva che la foto a cui era più affezzionato era quello con la scimmietta che gli aveva regalato una bimba.....scimmietta che lui amava ma che lasciò al suo luogo, perchè la scimmietta non avrebbe potuto adattarsi alla città.