mercoledì 6 ottobre 2010

PER SALVARE CAPRA E CAVOLI LA CAPRA VIAGGIA

A volte usiamo  "detti" che sembrano filastrocche per bambini. Sono entrati nella nostra vita facilmente ed usualmente, ma li usiamo avendone perso la loro origine. 
Ci piacciono, ma perché ci piacciono tanto? 
Dietro al detto "salvare capra e cavolo" ci sta tutto un mondo.
 Un mondo che parte dall'India ed arriva in Occidente tramite gli Arabi. 
È il mondo della matematica e della logica. 
Nasce da un problema posto in questi termini:  "Come fare a traghettare un lupo, una capra ed un cavolo da una sponda all'altra del fiume, senza che il lupo mangi la capra o la capra mangi il cavolo, tenuto conto che si può trasportare solo una cosa alla volta". 
Ebbene, prima si traghetta la capra e la si porta sull' altra sponda, si ritorna e si carica il cavolo, lo si deposita sulla nuova riva e si ricarica la capra ( se lasciata avrebbe mangiato il cavolo) e la si riporta indietro, la si lascia sulla sponda iniziale e si traghetta il lupo dall'altra parte e lo si lascia col cavolo ( il lupo non mangia il cavolo). A questo punto si ritorna a prendere la capra... ecco che si è salvato capra e cavolo.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Io salverei il lupo, cioè me stesso, purtroppo
Ciao Paolè

Gaetano Barbella ha detto...

Dietro al detto "salvare capra e cavolo" ci sta tutto un mondo. Ma molti non sanno quanto la matematica e la logica, come dici tu, vi abbia a che fare.
Non solo ma il problema di "salvare capra e cavolo" resta a monte e a valle del fiume, quindi è un continuo "salvare capra e cavolo".
Il fiume può riferirsi ad un passaggio di stato - mettiamo - della fisica, da quella meccanica all'idraulica, all'elettrica e così via. Ed è straordinario come tutti questi ambiti separati fra loro siano governati da leggi analoghe.
Leggi che regolano appunto la questione di "salvare capra e cavolo".
Ecco il prodigio di questa cosa che si basa sull'analogia.

- In fisica l'analogia è uno strumento potente per studiare sistemi differenti che sottostanno a leggi identiche da un punto di vista matematico.
- Feynman, premio Nobel per la fisica, sintetizza questo principio con la frase "le stesse equazioni hanno le stesse soluzioni". Essa significa che, se due grandezze fisiche, anche appartenenti a sistemi fisici completamente differenti, obbediscono alle stesse equazioni, esse avranno lo stesso comportamento nel tempo, cioè seguiranno la stessa dinamica.
- L'analogia diventa uno strumento importante perché consente di applicare linguaggio, formalismo e risultati sviluppati in un determinato settore della fisica (come la teoria dei circuiti elettrici) ad un altro anche completamente differente (come l'acustica).
- Sulla base dell'analogia tutti i sistemi lineari, di qualunque natura siano, ammettono degli equivalenti dinamici elettrici. Ciò risulta molto vantaggioso per la facilità con cui è possibile costruire, manipolare e studiare il segnale elettrico (rispetto, per esempio a quello meccanico). Questo fatto suggerisce che si possano studiare sistemi meccanici, acustici o termici quasi esattamente come circuiti elettrico.
Attenzione però a certe cautele. P. es., dall'analogia elettrica-idraulica si può dedurre che, nel regime lineare la corrente in un circuito ohmico si comporti come un fluido ideale in un tubo, ma non che la corrente elettrica sia un fluido. La natura fisica delle due grandezze è molto diversa, anche se il loro comportamento in certe situazioni può essere lo stesso.

Ma c'è di più sul "salvare capra e cavolo" poiché ci porta fuori dal mondo della realtà in cui viviamo, ci porta nell'universo quantico.
La parola quanto si riferisce ad un’intera quantità di qualcosa – dunque un quanto di mele potrebbe essere una singola mela ed un quanto d’energia potrebbe essere una certa quantità intera d’energia. La scoperta di un quanto d’energia da parte di Max Planck condusse alla rivoluzione quantistica in fisica. Ma fermiamoci qui...

Da un'intervista sui quanti di un noto luminare della fisica F. A. Wolf PHD, uno dei maggiori divulgatori scientifici contemporanei, colgo una sua considerazione sul conto di Feynman che mi ha colpito, giusto sull'argomento in trattazione.

« ...Avevo sentito parlare di Feynman come di un insegnante eccezionale, e del suo modo di insegnare divertente ed intuitivo, che riusciva a catturare l’attenzione dei suoi studenti. Dopo averlo ascoltato, mi resi immediatamente conto, di quanto fosse affascinante la sua abilità di saltare da un argomento all'altro in fisica e quanto meraviglioso fosse il suo stile nel coinvolgere gli studenti. Quello stile, e i suoi "salti" intuitivi, m’incoraggiarono non poco a cogliere più opportunità nel mio apprendimento della fisica e a fare simili "balzi" nel mio modo di ragionare, specialmente nella maniera con cui poi io stesso avrei insegnato ad altri, durante le mie lezioni e seminari... ». Vedi qui

Abbracci,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Dai Ettore,la cosa migliore è salvare tutti e poi tu non sei un lupo ...forse un bobcat e non ti dico cosa è così vai a vedere come è bello.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Gaetano,
ho seguito un corso sull'arte araba, e capire proprio solo un piccolo "quanto"della complessività delle figure geometriche che essi usano sia per decorare che per costruire è stata una bellissima sorpresa.La Prof. ci ha spiegato che questo tipo di matematica era molto apprezzato ed approfondito in Italia sino al Rinascimento. Poi la matematica ha preso un' altra svolta, ma ora è stata ripresa proprio dalla quantistica...e Gaetano sei stato proprio tu a parlarmi dei matematici indiani.
Sono certa che tu conoscevi questa storiella, che era un problema difficile da risolvere nel Medioevo ma Gaetano io non sono riuscita a risolverlo, mi ha aiutato la Prof. che è un mostro ,di bravura.
Ciao.

pierperrone ha detto...

A me viene una domanda: tra il lupo, la capra ed il cavolo, da che parte stare?
1. Il barcaiolo? Si, ma ... poverello, che problemi deve risolvere quello, ogni giorno, fra cavoli, capre e lupi.

2. Il lupo. Beh, ma a quale lupo ci riferiamo, lo stesso dei tre porcellini? (I porcellini, però, non sono poi porcellini, ovvero moralmente riprovevoli, ma ci indicano la via del desiderio. Insomma, i porcellini, vizi private, pubbliche virtù. Ma loro non c'entrano qui.) E comunque, questo lupo, che non mangia il cavolo, ma alla fine se la mangerà la capra? Magari il barcaiolo è uno di quelli che il sabato mattina presto, all'alba, va a caccia e trova il lupo nel bosco e lo squarta in due per liberare la capra, i porcellini e anche cappuccetto rosso. Ma che folla in quella pancia cavernosa! Anche un pò troppo promiscua quella massa di porcellini assatanti, capre e bambine travestite...

3. La capra. Beh, che vita triste e faticosa, peggio di quella di chi deve viaggiare nelle scatolette della metropolitana o in autobus la mattina nel traffico romano. No, lo dico nel senso che dev'essere stressante assai. E stai sopra la panca, e scendi sotto la paanca, e mangia la foglia e non magiare il cavolo e scappa dal lupo e hai la barbetta lunga che tutti i bambini di campagna stanno là a tirartela come un ciuffo d'erba secca... e sei pure ignorante, poi, proprio come una capra, se alla fine tra uno stress e l'altro, mandi a quel paese qualcheduno!

4. Il cavolo.
No, di quello non parlo. E' clandestino in questa storia. Puzza troppo.
Comunque, poi, che cavolo ci sta a fare qui?

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Piero,
non ti va bene niente, qui si salvava lupo, capra e cavolo e tu fai il processo a tutti e tre...facciamo così: il cavolo se lo mangia la capra, la capra se la mangia il lupo ed il lupo cattivo se lo uccide il barcaiolo.
Riciao con smack.