venerdì 22 luglio 2011

GLI GNOMI DI BAGNO DI ROMAGNA


Bagno di Romagna è un ameno paese sulle colline di Forlì, vicino al confine del territorio toscano. Le origini di Bagno di Romagna si perdono nella notte dei tempi, da sempre terra di passaggio per i contatti con la valle del Tevere e del Bidente. Primi a stanziarsi nella valle intorno al VI secolo a.C. fu una popolazione umbra. Nel 266 a.C. i Romani conquistarono il territorio denominandolo Balneum, per onorare il prodigio dell’ acqua calda che sgorgava direttamente dal terreno. I Romani vi costruirono terme importanti che nell’ antichità godevano di fama come quelle di Baia, nota località di Pozzuoli. Ancora oggi le terme di Bagno di Romagna sono amate per le proprietà rilassanti e curative, in particolar modo per la cura delle patologie dell’ apparato locomotore, dell’ orecchio, del naso, della gola, dei bronchi e di patologie croniche dell’ apparato ginecologico.

Nella Basilica di Santa Maria Assunta sono conservate opere d’ arte rinascimentale ed anche il Sacro Corporale, un quadrato di lino bianco che testimonierebbe un miracolo eucaristico (si rovesciò del sangue fuoriuscito dal calice durante una celebrazione).

Il luogo è immerso nel verde e numerose sono le passeggiate che si possono effettuare nei dintorni.

Una delle più “simpatiche”è la passeggiata del “Sentiero degli Gnomi”.

Secondo una antica credenza bagnese il bosco dell’Armina, vicino al centro storico di Bagno di Romagna, è abitato da fantastici piccoli Gnomi qui immigrati dalle grandi foreste del nord Europa.

Recentemente alcune guide montane hanno incontrato degli gnomi, li hanno visti nascondersi fra gli arbusti e dietro gli alberi, ma non sono mai riusciti a fotografarli. Hanno così raccolto tutti i racconti dei testimoni in un libro, che ha fatto conoscere lo gnomo Mentino e i suoi compagni ai bambini di tutto il mondo.

Il posto dove le guide montane hanno visto gli gnomi e trovato le tracce della loro presenza è attraversato da un sentiero che è stato subito chiamato “Il sentiero degli gnomi”. E’ segnalato da un cartello colorato ed inizia dai giardini pubblici di Bagno di Romagna, in via Lungosavio, costeggia l’albergo La Pace, attraversa un ponticello sul fiume Savio e si inerpica su per la montagna. Salendo si costeggia il torrente Armina e via via ci si immerge nel folto della vegetazione tra sassi, rovi ed arbusti e gnomi.

immagine di Teoderica

9 commenti:

ilcuorecomeilmare ha detto...

Carissima Paola .....
..... ho più volte ho attraversato in auto quella vallata ed il verde mi ha portato pensieri che si sposavano con l'ondeggiare del mare. Certo il mare non è il posto per gli gnomi. Ma il sorriso delle onde o del correre del mare è come il sorriso contagioso degli gnomi. Non c'è fiaba che parli di gnomi, che non porti misteri e sorrisi all'unisono, affascinando grandi e piccini. D'ora in poi, passando ancora tra le vallate tosc-romagnole di Bagno di Romagna, ricorderò di questo tuo pregevole post. Arricchito dalla tua impareggiabile opera d'arte.
Un abbraccio fortissimo e un beso gnomesco

pierperrone ha detto...

I sentieri magici sono sempre i miei preferiti.
Prima o poi devo programmare una vacanza dalle tue parti e venire a visitare tanta magnifica bellezza e la sua regina (che poi saresti tu!).
Visto come sono gentile?
Ti auguro anche uno splendido fine sttimana!

Un abbraccio,
Piero

Paola Tassinari ha detto...

Caro Cosimo,
Bagno di Romagna ricorda più un paese toscano che romagnolo, ha tutta la bellezza dei borghi toscani e l' impareggiabile natura selvaggia dell' Appennino, qui vi è anche un' altra passeggiata che si chiama "Chiardovo" e porta ad una fonte dove si beve un' acqua magica...se passi ancora ti devi fermare e fra acque magiche e gnomi perderti nella fantasia.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero,
sono lusingata dalla tua gentilezza e dalla tua galanteria...sei un vero cavaliere.
Mi piace fare post sui luoghi della Romagna che amo di più, itinerari nascosti e poco conosciuti.
Ciao.

ilcuorecomeilmare ha detto...

Carissima Paola, hai regalato una bella idea, quella dell'acqua magica da bere....Ne berrò a volontà e porterei a berla anche la mia lei. E se non potrà venire con me, arriverei io da lei con un bel po' di questa acqua magica.....
Buon fine settimana!

Paola Tassinari ha detto...

Caro Cosimo, ti devo però dire che l' acqua magica si chiama Chiardovo perchè sembra di bere un uovo marcio...te la senti di berla?
Ciao e buona domenica.

ilcuorecomeilmare ha detto...

.....me la sento e tu?

Gaetano Barbella ha detto...

L'ho colta dal web, fresca come un fiore (per me) giusto in coincidenza degli gnomi di Bagno di Romagna. Forse l'avrai già raccontata, se no aggiungila.

PER TUTTI I VERI ROMAGNOLI CHE SANNO CHE COS'È IL "MAZAPEGUL"...
Qui in Romagna a farci compagnia è il Mazapegul. Un simpatico e dispettoso folletto che passa le notti ad infastidire le giovani fanciulle e non solo. Lo studioso Giovanni Fantaguzzi, in una cronaca cesenate del 1400, racconta di un folletto innamorato di una giovane massaia e dei dispetti che era solito procurare al suo catino. Tutti sanno che i paesi pullulano di elfi e folletti, creature irreali e graziose con poteri magici, sono tante le storie che si raccontano su di loro soprattutto quelle sul Mazapegul che è diffuso in tutto il territorio nazionale assume di volta in volta compiti, nome ed iconografia differenti.
Mazapegul sta per Mazapegolo, secondo la tradizione popolare romagnola questo strano e piccolo animaletto, un po’ scimmia e un po’ bambino, cercherebbe ogni sera un ventre diverso nel quale coricarsi regalando attenzioni alle donne disponibili e dispetti a quelle meno contente. Si racconta che questo buffo folletto si innamora delle giovani di casa, le insegue, scompiglia i loro capelli, si insinua sotto le sottane è geloso e vendicativo, salta sui letti e sulla loro pancia perché imparino a saper portare il loro peso. Passa le notti ad attorcigliare in trecce le code e le criniere dei cavalli nella stalla, rendendo così furiosi i contadini costretti il mattino seguente a impiegare ore per spazzolare le loro bestie. Ha un cappellino rosso che lascia fuori dalla camera della persona che molesta, non fa del male, ma sale sul letto silenzioso e cammina sul petto creando delle difficoltà nel respirare. Spesso si associa la sua presenza al vortice del vento "e fulet". Numerosi sono le accortezze prodotte dagli abitanti delle campagne per tenerlo lontano; dal forcone posto sotto al letto o nelle stalle, alla scopa davanti alla porta, all'inevitabile ricorso al sacerdote-esorcista. A questo punto c’è da chiedersi come facciamo a sapere se il Mazapegul è stato da noi? Si dice che lasci orme di gatto, quindi se si cosparge di farina il pavimento davanti all’uscio della porta, quando passa dovrebbe lasciare il segno!
Vedi qui

Per conto mio colgo il solito "copia e incolla" dei tanti raccontastorie. Vale il detto "Paese che vai, storie (al posto di usanze che sono sempre le stesse: istruire con la favola) che trovi!
Vedi lo gnomo Mentino dei racconti che tu citi. È bastato cambiare un R con una T e il famoso mago Merlino, paft, eccolo in Romagna!
Ciao, cara maghetta Teoderica,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Caro il mio Gaetano, e Mazapegul ( ha vari nomi a seconda dei luoghi) è il folletto/diavolo più famoso di Romagna è un po' casereccio non ha la finezza del mago Merlino...ma anch'io non sono una Morgana autentica.
Bacio al mio Maestro preferito.