martedì 19 luglio 2011

PERDERSI NELL' EBREZZA, A 7 METRI ALL' ORA DI VELOCITA'

Da un articolo di Primo Fornaciari su la Voce di Romagna.

La chiocciola con la sua spirale, è da sempre ritenuta simbolo di fertlità.
Nella tradizione cristiana accompagna la Vergine nel momento dell' Annunciazione.
La sua proverbiale lentezza è sinonimo di pazienza e umiltà nel difficile percorso spirituale.
E' simbolo pasquale di rinascita, infatti la lumaca, dopo il sonno invernale, esce come dalla tomba, ricordandoci la promessa di vita eterna.
E' citata solo una volta nella Bibbia, esattamente al salmo 58, ma qui forse si parla della limaccia, il gasteropode senza conchiglia. Qui, la limaccia viene posta accanto ai malvagi .
Ed ecco il messaggio che porta questo piccolo animale: il mistero di accedere al Padre, attraverso le pastoie e i fastidi delle organizzazioni umane con le loro lungaggini.
Ma la lentezza non è solo dannazione burocratica terrena, è anche una qualità divina, il Signore è definito, benevolo, misericordioso e lento all' ira.
Si tratta tutto sommato, di una prova per l' uomo in cerca di Dio, e al tempo stesso un dono: poter sentire la provvidenza divina nella vertigine dei 7 metri all' ora di velocità, il dono della lumaca.
Dedicato a chi vuole assaporare la vita slow.


immagine di Teoderica

4 commenti:

Gaetano Barbella ha detto...

Un girar di chiocciola, ma di un'abilità poetica di versi, rime, timbro, stile, retorica, problematiche di vita.

L'orfano (La neve)
di Giovanni Pascoli

Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una zana dondola pian piano,
un bimbo piange, il piccol dito in bocca;
canta una vecchia, il mento sulla mano.
La vecchia canta: intorno al tuo lettino
c'è rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nel bel giardino il bimbo s'addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta.

Da: http://www.bibliolab.it/pascoli/ORFANO.html

ORFANO (=interpretativo)

Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca. A.
Senti: una zana dondola piano piano. B
Un bimbo piange, il piccolo dito in bocca; A
Canta una vecchia, il mento sulla mano. B
La vecchia canta: intorno al tuo lettino C
C’è rose e gigli, tutto un bel giardino. C
Nei bel giardino il bimbo si addormenta D
La neve fiocca lenta, lenta, lenta. D

Caratteristiche formali dominanti nella poesia:
* Versi: 2 strofe composte da 8 versi endecasillabi.
* Rime: il ritmo della poesia è sicuramente generato dalla costruzione delle rime, che si articolano in rime alternate nella prima strofa (AB AB) e baciate nella seconda (CC DD).
Ciò permette, a livello ritmico, la creazione di una sorta di “ninna nanna”, la quale evoca un luogo immaginario (un bel giardino) che ritroviamo anche nella poesia “Fides” in cui regnano i gigli, anch’essi ricorrenti in altre opere, come per esempio in quella intitolata “I gigli”.

· Timbro: sia per quanto riguarda il primo che l’ultimo verso, si può notare in entrambi dapprima la costruzione di un chiasmo (lenta la neve fiocca – la neve fiocca lenta) e successivamente di un’anafora (fiocca, fiocca, fiocca – lenta, lenta, lenta) che attribuisce un ritmo costante alla caduta della neve.

Questa costruzione dona un forte valore semantico a questi versi, poiché il ritmo così scandito sembra voglia concorrere a trasportare il lettore in un clima di pace e tranquillità, quasi a distogliere l’attenzione alla primaria impressione di tragicità che il titolo impone.

Inoltre tutta la poesia è basata prevalentemente su campi uditivi come per esempio il rumore della culla, il pianto del bimbo e la cantilena dell’anziana e non quindi visivi.

· Stile: in questa opera Giovanni Pascoli utilizza un registro linguistico molto semplice.
Infatti utilizza un lessico, la cui semplicità espressiva è forse l’elemento essenziale che permette al lettore di percepire ciò che l’autore mediante questa opera vuole farci comprendere.
L’autore pone però questa poesia su due livelli, costruendo in questo modo: un significato primario; e il significato secondario, in cui è custodita l’intenzione comunicativa del poeta.

· Figure retoriche: la sua avversione nei confronti del mondo esterno è riprodotta all’interno di “Orfano” dalla forte contrapposizione tra il dentro protettivo (cioè la casa) e il fuori, un deserto bianco ma freddo.

Tale contrapposizione è resa dalla particolare circolarità di questa poesia, la quale inizia e si chiude con la stessa immagine.

Per quanto riguarda le figure retoriche d’ordine in questa poesia Giovanni Pascoli inserisce un iperbato (canta una vecchia).

Intenzione comunicativa:

In questa opera il Pascoli vuole esprimere la tragedia e l’illusione che tutto sia bello per il bimbo, il quale però solo apparentemente è cullato da calorosi sentimenti materni. In realtà infatti quest’ultimo è orfano e quindi (secondo il Pascoli) la sua vita sarà solamente destinata ad essere una vita fredda e avara di sentimenti.

Problematiche affrontate:

i temi più ricorrenti sono sicuramente l’illusione, la solitudine, l’infelicità, la libertà e i ricordi del passato. Queste tematiche hanno ispirato anche altre poesie di Giovanni Pascoli come: FIDES, ALLORA.

Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Carissimo e dolce Tanino, mi hai postato una poesia romagnola, del Pascoli, col tema del fanciullino triste apparentemente allegro e felice,la tragedia e l’illusione che tutto sia bello per il bimbo, il quale però solo apparentemente è cullato da calorosi sentimenti materni...amiamo ciò che ci somiglia ed io amo la semplice poesia del Pascoli.
Illusione, sì illusione per qualche gioco del destino a volte si sveglia l' illusione, tu sai che è illusione eppure ti culli nell' illusione e così diviene tragedia.
Forse per me tutto nasce dalla morte e dal nulla.
Mio figlio mi ha detto che alla mia morte , con le mie ceneri e quelle del padre gli piacerebbe fare un diamante da portare sempre con sè, un diamante dove si potesse incastonare anche l' anima e dialogare attraverso le sfacettature della pietra preziosa...caro il mio alchimista preferito credi che un giorno ciò sarà possibile?
Ciao Tanino.

ilcuorecomeilmare ha detto...

Carissima Paola,
.....la lumaca e la perseveranza, un binomio per arrivare lontanissimo anche a meno si 7 metri all'ora.
Anche il toro e la perseveranza sono un altro binomio per arrivare lontanissimo, ma a partire da 70 all'ora.
Io appartengo spiccatamente al secondo binomio.
Un beso dai 7 metri all'ora ai 70 km all'ora

Paola Tassinari ha detto...

Solo tu Cosimo potevi paragonare un toro a una lumaca...solo proprio tu.
Un abbraccio di comprensione.