giovedì 1 marzo 2012

A FERRARA ANDAI( racconto in 17 puntate)

13 puntata


Prima di proseguire col racconto devo dirvi qualcosa sull' arte fiamminga e l' influenza che ebbe sull' arte ferrarese tramite soprattutto Rogier Van Der Weyden.
Rogier Van Der Weyden, anche chiamato Rogier de la Pasture nacque a Tournai attorno al 1400 ca. e morì a Bruxelles nel 1464. Nel 1427 andò a lavorare nella bottega del celebre Rober Campin (identificato anche come il maestro di Flémalle). Nel 1435 si trasferì a Bruxelles ed assunse il titolo di "Maistre Rogier".Nel 1450 si recò a Roma , successivamente a Ferrara dove lavora per Lionello d'Este.La prima opera che gli viene attribuita è la "Deposizione", (Prado, Madrid), che rivela già da subito la sua grande abilità nell'esprimere la commozione.Nelle sue opere l'attenzione è concentrata sui simboli, sui gesti, sull'espressione dei volti e sulla minuziosità. Nelle Fiandre (termine con cui, spesso, genericamente indichiamo una vasta area geografica che comprende buona parte dell’attuale Belgio e Olanda) si sviluppò nel Quattrocento un’arte, che oggi chiamiamo «fiamminga», destinata anch’essa a conoscere un’ampia fortuna e ad influenzare profondamente il resto dell’arte europea successiva.Molteplici sono stati i protagonisti dell’arte fiamminga. Tra di essi il più noto è sicuramente Jan Van Eyck, dopo di lui il più importante è proprio Rogier ed è lui che porta a Ferrara quella linea secca e dura e quell' espressionismo patetico delle figure, nonchè la ricerca del particolare naturalistico e la ricchezza descrittiva dell' abbigliamento, senza di lui non si capirebbe l' esistenza di un Cosmè Tura a Ferrara.
Secondo la tradizione, i pittori fiamminghi, e in particolare Jan Van Eyck, furono gli inventori della pittura ad olio. In realtà la tecnica era già nota nell’antichità, ed era limitatamente utilizzata anche nel medioevo. Quale sia stata, in questo campo, la reale novità introdotta dai pittori fiamminghi è uno dei problemi ancora aperti della storia artistica di quegli anni. Possiamo però ritenere che la vera rivoluzione che essi apportarono non fu tanto nella composizione dei colori, quanto nella tecnica di stesura: con i pittori fiamminghi si elevò a sommo grado la tecnica della velatura.



immagine di Teoderica

2 commenti:

ilcuorecomeilmare ha detto...

Pure la tua arte di rivedere con arte alcune opere importanti, è di pregevolissima fattura.
Dopo questo mio doveroso complimento, non posso che aggiungere della facilità con cui porti a leggere i tuoi post. Perchè parlando d'arte devono avere il taglio che solo tu riesci a dare.
Intanto mi sto chiedendo se anche il mio modo di dipingere ha una denominazione tutta personale, ed ho pensato a quello di "arte pastrocchiata". ....:-))).
Buon fine settimana di doppio sole, dentro e fuori.
Un beso di sole marittimo pugliese.

Paola Tassinari ha detto...

...caro Cosimo tu sei sempre molto gentile con me, nei miei post sull' arte cerco di dare il massimo delle informazioni, condensato in un tot per non annoiare...creare è pastrocchiare sino a che non si trova il modo "giusto".
Ciao.