lunedì 27 agosto 2012

CICALA MOM AMOUR

Le cicale sono insetti con il corpo di forma tozza, la testa considerevolmente larga con due paia di ali trasparenti e membranose che a riposo vengono tenute a tetto al di sopra del corpo. La lunghezza si aggira intorno ai 2-4 cm. Vivono sugli alberi di diversa specie e sulla vegetazione.
Le cicale sono celebri soprattutto per il canto dei loro maschi che emettono un suono stridente e monotono. Il suono prodotto è alto, continuo e stridulo.
Le larve delle cicale sono sotterranee e possiedono zampe anteriori scavatrici grazie alle quali si spostano da una radice all'altra per nutrirsi. La larva della specie descritta ha uno sviluppo preimmaginale che dura ben quattro anni: al termine, la ninfa matura lascia il terreno e ne sfarfalla l'adulto.

Nelle campagne il cicaleccio accompagnava i mietitori nelle loro fatiche, facendoli meditare sull'ingiustizia che lì a poco avrebbero subito nella spartizione del raccolto col padrone. Spesso pensavano che il canto non annunciasse che questo, tanto che, in Romagna, accatastando i covoni, ripetevano amaramente: "Dice la cicala al cicalino: il grano al padrone e la paglia al contadino".
Un'altra caratteristica della cicala è quella di avere gli occhi molto sporgenti, quasi stessero per schizzare fuori dalla testa. In un'antica leggenda si diceva: «Una volta, tanti anni fa, un cuculo lavorava nella costruzione di una casa, trascinandosi su e giù per le scale portando sulle spalle la calce, ed aiutandosi, per la gran fatica, ripetendo so pu', so pu', so pu' (su pure, su pure, su pure). Un'insolente cicala, posata poco lontano, lo canzonava dicendogli: dai, dai, dai (dagli, dagli, dagli). Il cuculo, persa la pazienza, la rincorse, raggiungendola proprio in una bottega di un fabbro, dove, preso un martello, la schiacciò su un'incudine, facendogli schizzare gli occhi fuori dalla testa».
La proverbiale inoperosità della cicala, traspare anche da un detto bolognese: Gratar la panza alla zigala (Grattare la pancia alla cicala), riferito a chi se ne sta in panciolle tutto il giorno e chiacchiera tanto per far trascorrere il tempo.
Un gioco molto comune tra i fanciulli era quello di catturare questi insetti alla mattina, quando erano ancora intorpiditi dal freddo della notte, per poi infilarvi una pagliuzza nell'addome. Dopo tale tortura, le cicale non erano più in grado di cambiare direzione nel volo, ed erano costrette a volare in linea retta fino a quando non cadevano stremate dalla fatica. Di questo crudele trastullo fanciullesco, resta il detto "Andar dritto come la cicala con la paglia nel sedere", riferito a chi, dopo avere subito un torto, cammina via dritto, senza mai voltarsi. Comunque sia, il canto della cicala era di buon augurio, specialmente se lo si udiva nel mese di settembre. A Modena dicevano che "Se la cicala canta in settembre, non comprare frumento da vendere", in quanto il suo canto era il segno che la buona stagione si era conservata a lungo, permettendo ai contadini di fare scorte alimentari per l'intero inverno.








http://www.naturamediterraneo.com/cicala/

acquarello di Teoderica





15 commenti:

Gianna ha detto...

Ho approfondito la conoscenza sulle cicale...

ilcuorecomeilmare ha detto...

Anche dalle mie parti c'è qualche detto sulle cicale e l'uomo. Uno su tutti è quello "lascialo/a dire, non rispondere, tanto schiatterà da solo/a come le cicale".
Le cicale sono come le note particolari dell'estate.
Un abbraccio duraturo, cara Paola!

Paola Tassinari ha detto...

...un tempo preferivo le formiche, oggi le cicale.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Cosimo io paragono le cicale coi bagordi che si fanno d'estate, la stessa frenesia fra il loro stridio e le notti d'estate sulla riviera...lo stesso odore di morte.
Ciao.

lucietta1 ha detto...

Cioa Teo,mi piace il frinire delle cicale tiene compagnie nelle sere d'estate in cui sei solo! Baci

Paola Tassinari ha detto...

Anche a me piace molto... e fra poco sarà già autunno... sic.
Ciao

Unknown ha detto...

Le notti d'estate, Paola, ti inculcano odore di morte? E' interessante. Forse pensi alla fine di un qualcosa? Ravenna la paragoni a Rimini o in qualche modo è diversa, più ruspante? I complessini (però con bravi musicisti di cover) di musica sono parecchi anche in riviera da te. Questo mi manca un po' di Cervia ecc. Ciao

Paola Tassinari ha detto...

Ettore sia Ravenna che Rimini "profumano" di morte, almeno per me.
Rimini è come una cicala, assordante di allegria che si spegne al primo temporale, Ravenna è come la nutria...bellissima solo per chi sa apprezzare la morte...in fin dei conti la nascita è dolorosa eppure si festeggia ben sapendo che si nasce e già si sa che si muore...misteri della vita.
Un abbraccio.
Adoro le cover...quelle dei Nomadi :) e di Rino Gaetano :)ma anche quelle dei Queen :)

Soffio ha detto...

resta il fatto che queste cicale inoperose, citate a noi bambini come pessimo esempio stanno al mondo, si divertono a fare casino ecc, altro che le formiche!!!

Unknown ha detto...

Anche Paola, quei musicisti profumano un po' di fallimento. Dieci anni fa c'era una vigoria inventiva, adesso fatto tutti le cover. Anche i talenti veri. Conosco un ragazzo che suona la batteria in un trio (chitarra e tastiere) che è bravissimo e guadagna facendo concerti dappertutto, anche quelli belli nei bagni. E beve, cavolo quanto beve, purtroppo. Ha un'energia esplosiva, una carica enorme, però purtroppo ci vuole l'epo naturale, il vino. Ciao ed ecco perchè scrivi, pensi, e non confondi la vita con la signora in nero, che purtroppo per me anta è in agguato, anche se tace. Non avere paura del futuro, cicalotta.

Unknown ha detto...

Paola, sembra che tu non abbia avuto un figlio, oppure hai sofferto per questo. E tratti il problema con una leggerezza per cui assolutamente non fai pesare il tuo pensiero pesante. Non conosco bene la nutria, la immagino brutterella. Chi aveva questi pensieri, anch'io, un tempo andava accecato o al rogo...ecco qui la cicala, che non si spegne con l'acqua ma ...:-) Siamo fortunati, (ti accumuno) a vivere nel terzo millennio. Evviva

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paola Tassinari ha detto...

Soffio io amo le cicale perchè sono una...formica, ma a 50 anni ho deciso di cambiare :)anzi è stato l'inconscio che si è ribellato al Super Io :)

Paola Tassinari ha detto...

Caro Ettore, io sono una paurosa di natura,lo sono sempre stata, anche se poi il coraggio mi arriva nelle situazioni improvvise, l'adrenalina mi rende impavida.
Mi dai modo di riflettere su un tema a cui tengo molto: il fallimento.
Noi non nasciamo falliti, è una sovrastruttura creata dall'uomo, il fallimento o il successo, e noi come pecore ci lasciamo influenzare dalla notorietà di una persona e decretiamo è un fallito o ha avuto successo.
Cosa è il successo? Cosa è il fallimento?
Siamo noi che dobbiamo dare il giusto peso a queste parole.
Io credo che il vero successo sia ascoltare e fare ciò che abbiamo dentro non paragonandolo con quello che fanno o hanno gli altri e sai invece di correre ad ascoltare il "famoso" mandarlo a fa un c... i romani lo adottavano come metodo, sul carro del vincitore vi era uno schiavo che gli ricordava che lui era solo un uomo, ma non contava niente la fama divora. E se eleminassimo la parola "fallito" dal vocabolario?
Scusa la lungaggine...ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Ettore, io il figlio l'ho avuto a 16 anni, con tutta l'incoscienza degli anni che avevo, se avessi aspettato qualche anno non so se avrei avuto figli, perchè sono arrivata a credere che la miglior cosa sia non nascere, solo in questo caso ci si toglie dal dualismo vita/morte ...come dare ad un'altra vita il tormento atroce che ho io in certi momenti?
La nutria è bruttissima, ma vedendola spesso ti accorgi che è ...bellissima...che la morte sia così? Tanta paura per nulla?
Ciao.