martedì 20 gennaio 2009

OMAGGIO AD UN AMICO

Il pensatore (1880), annoverato fra i capolavori di Rodin, era inizialmente destinato alla Porta dell'Inferno progettata per il Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Ispirato a Michelangelo, a William Blake, al Doré illustratore della Divina Commedia dantesca, l'incompiuto progetto scultoreo dal quale nacque Il pensatore doveva costituire una grande allegoria dell'amore terreno e della dannazione eterna.

9 commenti:

pierperrone ha detto...

Rodin.
E' stao un grande amico, forse di più, chissà, di Rilke, a Parigi. Lui, Rilke, mentre Rodin scolpiva opere preziose, scriveva saggi sull'arte epoesie altrettanto meravigliose.
Due geni che vivevano sotto lo stesso tetto.
Poi hanno litigato. Non so perchè. Forse erano due personalità troppo grandi per uno stesso tetto.
Erano i primi anni del 900, forse la fine dell'800.
Il pensatore, ci ha pensato tu a metterci la data, il 1880, è dedicata al divino Michelangelo, che seppe dipingere su un piatto muro l'eterno ed il sacro; è dedicata a Blake, che seppe descrivere in versi le fiamme dell'infermo, le schiere dei demoni ed i desideri degli uomini; a Dorè, che incise le immagini più vive del viaggio di Dante dai gironi oscuri dell'inferno alle abbaccinanti schiere angeliche del paradiso.

Il pesatore, che è un filosofo ed un poeta. Un saggio ed uno scriba. Un uomo qualunque assorto nei suoi ricordi. O, chissà, perso nelle sue fantasticherie.
Forse nei suoi tristi pensieri, nelle sue meschine miserie.
Forse ha solo raccolto le sue immani forze per scatenarsi nella sua impresa titanica di vivere.
Forse ricorda la galaverna, quando l'ha vista la prima volta. Forse ricorda il sole al tramonto.
Forse è un marinaio e non ricorda bene la disposizione delle stelle per proseguire la rotta. O forse è un Titano. Forse Prometeo. Forse medita sul futuro degli uomini. Forse è innamorato di una Musa. Forse è un pittore e sta scegliendo i suoi colori...

Bisognerebbe interrogare Rodin, se il bronzo non risponde. O il suo amico Rainer, che quando andò a Parigi lasciò per sempre il suo nome tedesco, lui, poeta tedesco di Praga, prese per il resto della vita il nome francese di Renè.

Comunque grazie a te, Paola.
Nessuno può aspirare ad imitare un'opera d'arte. Ma un'opera d'arte è sempre un bel regalo.

Paola Tassinari ha detto...

Non sapevo che Rilke e Rodin fossero amici. Sono felice di avere " imbroccato" perchè Rilke mi hai detto che ti piace molto. Mi avevi chiesto un David pensoso, e ieri all' improvviso mi è venuto in mente Il Pensatore ed ho capito che ti vedevo così. Gli elementi geometrici aggiunti ed i colori ti si addicono? La scritta è un omaggio alle tavolette cuneiformi che tu ami tanto.

Gaetano ha detto...

Provate a “pensare” come «Il Pensatore» e vi renderete conto che così non si può essere «un filosofo ed un poeta. Un saggio ed uno scriba. Un uomo qualunque assorto nei suoi ricordi. O, chissà, perso nelle sue fantasticherie.».
No, Assolutamente no! Solo per un “guardiano” della «Porta dell’Inferno» può andare bene, anzi benissimo! (che termini contraddittori che vanno ad hoc!).
Vi lasciate prendere dalla poesia, dall’arte, dall’estasi di meravigliosi paesaggi, giusto il veleno della morte che dolcemente vi avvince, per accorgervi tardivamente di trovarvi fra le pene dell’inferno, appunto. Questa è la vita della gente comune e va pure bene, ma è immaginare di toccare il cielo, perciò è solo fantasia erotica. E per chi è preso dagli affanni della vita quotidiana è necessario che ci sia.
Diversamente dunque, è giusta la dedica di questa statua a Michelangelo, a Blacke, a Dorè, a Dante, ma la lista è infinita. Perché? Perché avevano l’antidoto per vincere la morte, con la quale però erano costretti a “conviverci” e...“fare amicizia”. E da cosa nasce cosa, come si suol dire.
Si fa per dire?
Va bene prendetela in tal modo! Non posso dimostrarvi che quei “Michelangelo”, “Blacke” e così via, erano presi, ognuno per una personale Pietra Filosofale. Non che questo presuppone una procedura che subito deve essere catalogata come esoterica. Ognuno “inventandosi” un modo congeniale per fronteggiare la “morte” in agguato, poiché pensare comporta invadere il suo dominio, non si può dire che si avvale del tradizionale esoterismo. Quindi non è un esoterico. Questo non esclude che egli vi si “affacci”, “origli”, poiché chi combatte rischiando la propria incolumità, mentale nel nostro caso, a volte deve patteggiare con la “morte”, e questo comporta “vivere” come vuole lei, allo stesso modo, perciò della gente comune, ma senza i loro “supporti”, poiché decidendo di valicare il “confine” in modo artificioso, non li ha più. Di qui la “pazzia” in agguato perenne.
Il processo mentale di uomini che si trovano a valicare il “confine” dell’Ade parte da lontano, ancor prima di nascere.
Il pensiero, che è sorretto dal cervello insediato nel cranio, deve poter “giacere” come in una comoda “coppa”, giusto nel palmo della mano attraverso il “mento”. E non su una scomodissima base assai instabile, come quella delle nocche della mano! Giusto la condizione dei “Michelangelo” ed altri citati, costretti a patteggiare con “la morte”, ed ecco la “battaglia”: “nocche” contro “mento”, muro contro muro! Salamandra contro Remora, per dirla esotericamente.
Gaetano, “il geometra pensiero in rete”, come tu hai detto, Teoderica.
Ciao a tutti

Paola Tassinari ha detto...

Caro Gaetano sei " terribile" arrivi e mi butti in faccia quello che io so già. Tu non dai scampo, la mia " sortita " mi ha "quasi" distrutto, ma non distrutto del tutto. Forse stavo meglio prima, ma a me piace il confine, mi piace la senzazione di cadere , l' importante è avere la forza di rialzarsi.Sei "terribile" non fai sconti, ti abbraccio ugualmente anche se mi hai sforzato, ti abbraccio ugualmente perchè io ti ho sfidato , ti abbraccio ugualmente per tutto il tempo prezioso che hai speso per me, ti abbraccio fortemente anche se forse stavo meglio prima.Ti abbraccio affettuosamente perchè so che poi sarò più forte di prima. Paola

Gaetano ha detto...

Teoderica,
altri amici ti risponderebbero mi dispiace, che ci vuoi fare questa è la vita, cucozze e 'nfamità come dice una canzone (se ho detto bene). Ma l'artista, il vero artista, per ciò che ti ho esortato ad essere, svincolandoti dalla tua incertezza di essere invece un'"artista mancata", deve "sapere" delle cose al "diritto" e al "rovescio". Hai capito ora chi sono i "veri" artisti, poeti e tanti altri? È PROPRIO NECESSARIO CHE VIVANO NEL DILEMMA PERENNE!
Altrimenti come potrai attingere alla fonte del "Tutto" le cose che dipingi che sembrano provenire dal mistero che si rivela in qualche modo a chi lo sa "leggere"?
Ma mi preme completare la mia intrusione sul "Pensatore" in questione, giacché ci sono.

Osservi un altro modo d’essere di questo “Pensatore”, questa volta pittorico. Si Tratta di S. Giuseppe che Alessandro Bonvicini, detto il Moretto (1498-1554), ritrae nel suo capolavoro “L'Incoronazione della Vergine”. Ma è lo stesso dipinto che ti ho già indicato di vedere in relazione all’arcangelo Michele.
Noterai che la disposizione della mano, che è la destra a differenza del “Pensatore” di Rodin. Inoltre essa è capovolta, ma anche qui essa è serrata, quindi è un analogo modo del mio supposto “pensare” battagliero. Non solo, ma sua volta il braccio destro viene sorretto da quello sinistro che si sorregge tramite la mano ad un bastone fiorito. Il fiore ha un significato biblico ma tralascio di parlarne per far concentrare l’attenzione su quanto ho messo a fuoco.
Quale la differenza sostanziale fra i due “Pensatori”, di cui il primo fissa la terra e il secondo il cielo? Che per il primo si tratta della pratica esoterica degli alchimisti, e così via, mentre l’altra è quella dei mistici, propri della Chiesa, i Santi, cosa che non prevede sostegni se non nella fioritura del proprio “bastone” alimentata dalla fervente fede, mentre l’altra fa conto della stessa terra, poiché il “pensare” alla fine vi fa capo. Questo fa capire che è ritorcente. Ecco il grande inghippo!
Meglio allora il “pensare” mistico? Ma occorre cedere la propria “ricchezza” ai poveri, seguire il Maestro Gesù e fidarsi di Dio che provvede per vie sue a far nascere quei “fiori” sul bastone come fa per quelli del campo della parabola evangelica.
Buona giornata,
gaetano

Gaetano ha detto...

Mi correggo anche il braccio del "pensare" della statua è la destra.
gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Carisiiiiiiiiiiiimo Gaetano io non sono pensatrice nè mistica nè terrena , io sono Morgana e mi faccio trasportare dal mio tutto. Ho deciso di prendermi un anno sabbatico, lontano dalla mia vita ordinatissima, non solo nel web.Infatti sto sconvolgendo chi mi è vicino, ma non me ne importa , perchè dopo lo scontro con me stessa , voglio vedere chi sono. E' come un' altra me mi osservasse, ed io la mettessi alla prova, è una situazione estraniante , perchè non so mai cosa farò l' attimo dopo, iooooooooooo che programmavo tutto.Sto sul confine ed osservo e vedrò cosa raccoglierò.Buona giornata anche a te.

pierperrone ha detto...

Forse. Gaetano.
Forse.

La forza dell'arte sta nel fatto che sommuove gli animi sensibili.
Ma ognuno vede nell'opera quello che sente.
In questo modo, le opere d'arte sono vive.
Vive per davvero intendo.
Ma se qqualcuno avesse la ventura di individuare il significato "epistemiologicamente" vero, l'opera d'arte morirebbe.
Mi capisci ?

Pensa al peso immane che le graverebbe addosso.
Diventerebbe ovvia, come ogni verità.
Ob viam "compagna di strada".
Perderebbe la vita, che la trasforma in ogni istante (panta rei).

E poi,la "Porta dell'Inferno", non è già stata varcata, millenni fa, da Gilgamesh? Lì trovò Uthnapistim, che gli consegnò l'erba dell'immortalità. Che Gilgamesh perse, a causa del furto da parte di un serpente.

Anche Orfeo varcò la stessa porta, per riportare in superficie la sua Euridice, rapita dal perfido Ade. E la perse, a causa del proprio amore possessivo, che voleva possederla almeno con lo sguardo. Infrangendo, in questo modo, il divieto degli dei.

Poi Dante, ci riportò la cronaca di wquei luoghi.

Poi Blake.

Quella porta è magica.

E' il significato che tu dai alla "pietra filosofale" che deve essere messo sul piatto.

Trasforma i metalli in oro?
Poco valore, sarebbe, rispetto al potere di Tea, di dare la vita ad un cartone, nel quale riesce a mettere il sole, il mare, l'orizzone, il tempo e la vita.

Cosa trasforma?
In cosa consiste questa trasformazione?
In cosa diviene?
Soggiace comunque alla eterna legge del "panta rei" ?

C'è una splendida poesia di Rilke che dà vita (si, da vita vera) ai sentimenti di Gesù Nazareno quando ha ridato la vita a Lazzaro, sovvertendo le leggi di natura.
La conosci?

Sono quelli i sentimenti dell'alchimista, quelli devono essere, perchè Gesù era ben più che un alchimista, era il figlio di Dio.

Anche Borges ha dato vita al creatore del Golem.
Alla sua meraviglia. E al suo atterrimento.

Anche Goethe ha pertecipato al balletto con la morte. Ed anche altri poeti, e scultori (Canova,per esempio, che ha dato forma e materia alla vita che si trasforma quando viene violata) hanno festeggiato sulla soglia di quella porta.

Tea.
Paola.
Tu sei posseduta dalle Muse.
Tu hai il fuoco dell'arte, dentro di te, che ti possiede.
Sei, secondo me, più potente di Morgana.
Hai il potere di donare la vita.
Hai il coraggio di astenerti da questo dono per il tuo anno sabbatico

Sii te stessa.
Serena e tranquilla.
Come una dea sa di essere.

Gaetano ha detto...

Pietro, forse ci sei, ma non sembra di vederti prossimo al “confine” ed essere indotto a valicarlo come invece sembra trovarsi Tea. Vedresti che l’Arte ti porta per mano e via via che procedi per la salita, verso un alto palazzo che vedi sempre più nitidamente, ti sovvengono ricordi, memorie sempre meno indelebili. Ella accanto a te ti suggerisce il modo di raccoglierne i frammenti: meglio ti dispone, ma a prezzo di te stesso, a “fabbricare” una personale rappresentazione scenica, la tua tragedia. E se poco poco provi a svincolarti dalla sua mano, sorge in te la paura e vedi quel palazzo franare e caderti sul capo. Ma se ti assicuri che sei seguito dalla tua ragione, dal tuo “matematico” quasi per mano con te, allora non hai nulla da temere. È questi il tuo salvacondotto per varcare per procedere indenne. Ecco che la dea, lì accanto a te, accorgendosi che il tuo corpo è un’ottima dimora per lei, decide di stabilirvisi: giusto nell’attimo di valicare il “confine”, la porta che dapprima è sembrata infera, ma poi la verità delle cose ti pervade avvolgendoti e questo di permette di avere le ali, “penna” dopo “penna”.
Questo è il segreto riposto alla base del manto ondulato di Teodora della Chiesa di S. Apollinare di Ravenna che la brava “Morgana” ci ha additato nel suo blog, cosa che subito dopo ha “cancellato”. Ma è la mia visione, per ora condivisa solo da me. Un baldacchino inclinato sorretto da due esseri su per la salita, né lieve né ripida e davanti li precede un altro essere per metà al riparo di una sorta di geometrico serpente a mo’ di S quasi a ridosso di un’alta torre. Sezione aurea e pi greco, mi vien da dire? La mia "arte" me lo suggerisce, e vale per me. Tuttavia se provi anche tu, ma a modo tuo, ovvero con una tua “invenzione”, sorgeranno palazzi di certezze che saranno tuoi. Però sorge l’afflizione di doverle trasmettere ad altri, pena una solitudine immensa. È solo il momento cruciale della “creazione” in te che pare eterno, nondimeno arriva alfine la “compagna”, quella che prima era l’Arte e Morgana congiunte e con loro tante altre cose. È l’ora dei racconti, delle belle poesie, delle belle tele dipinte, dei bei palazzi di un’architettura nuova. È l’ora di astronavi che solcano lo spazio. È l’ora di rigenerazioni organiche umane per una giovinezza prolungata. È l’ora di una pace duratura... Ma mai dovrà svanire il ricordo degli olocausti, impegnandosi a mantenerli sempre vivi in noi, come vuol significare il “segno della croce” del cristianesimo.

Traggo dal giornale on line TellusFolio di oggi questo articolo che riporto in parte:

Per il giorno della “Memoria”, che è dopo domani, vale una riflessione tra arte e poesia, a ricordo di tutti i popoli che hanno subito e che subiscono ogni sorta di violenza:

Piove e piove.
Sotto la pioggia che cade obliqua, io siedo.
Tamburella sulla mia testa nuda,
cola sulle sopracciglia bruciate,
scorre dentro la bocca che sanguina.
Pioggia sulle spalle ferite,
pioggia dentro il cuore lacerato.
Pioggia, pioggia, pioggia.
A che serve vivere ancora?

Questi versi sono stati scritti da un sopravvissuto di Hiroshima, Kazuo, ma queste parole travalicano ogni frontiera e suonano monito di riflessione per l’intera umanità. Il giorno della memoria deve essere un momento corale di pensiero profondo di tutta l’umanità verso una tragedia che non si può e che non si deve dimenticare; un monito a che nulla di simile si abbia a ripetere; un desiderio che si ponga fine a ogni violenza che insanguina i popoli. Che il giorno 27 segni una pausa nella nostra vita per sentire in silenzio orrore per quanto è successo, per avere paura della nostra follia, per sentirci uniti contro il terrore di tutte le violenze, per accomunare in un solo afflato tutti coloro che in questo nostro tempo subiscono violenze fisiche e psicologiche...

Buona domenica a te, ma anche a Paola,
Gaetano