venerdì 1 maggio 2009

1 maggio 2009

Il 1 maggio si celebrano i diritti ottenuti con le lotte dei lavoratori e si commemorano le vittime di Haymarket, una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone, in seguito a una serie di scioperi per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. A metà del 1800, infatti, i lavoratori non avevano diritti. lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, e spesso morivano sul luogo di lavoro. Il 1 maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti. La protesta durò 3 giorni e culminò il 4 maggio col massacro di Haymarket. Oggi 1 maggio 2009 una riflessione occorre sull'aumento degli infortuni e delle morti sul lavoro, una guerra in cui le vittime sono sempre i più poveri e deboli. Una riflessione sulle vittime che sono sempre più lavoratori extracomunitari. Si parla spesso in termini dispregiativi di loro, dimenticando il sacrificio che fanno, accettando i lavori più umili, ma anche, e questo non è tollerabile, perdendo la vita in luoghi di lavoro che non osservano le norme di sicurezza.

7 commenti:

Gianna ha detto...

Congratulazioni per il tuo post, Teo!
Buon 1° maggio.

Annarita ha detto...

Sì. E non dimentichiamo la strage avvenuta in casa nostra nel 1947 quando a Portella della Ginestra (PA) la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di 2000 lavoratori in festa, uccidendone 11 e ferendone una cinquantina:

http://scientificando.splinder.com/post/20442191#more-20442191

Ti rinnovo l'augurio.
annarita

utilizerapagain ha detto...

Grazie Teo e grazie sorellina per avere ricordato Portella della Ginestra.
Buon primo maggio.
Vale

Paola Tassinari ha detto...

A Stella, Annarita e Pier Luigi, il diritto al lavoro sia un diritto alla vita e non alla morte. In questo giorno voglio ricordare un ragazzo di 20anni, felice del suo primo giorno di lavoro, al porto di Ravenna, quel giorno fu anche il giorno della sua morte , fu colpito dal braccio di una gru. Voglio ricordare le 13 vittime di dieci anni fa morte nei cunicoli della nave , come topi, sempre a Ravenna , gli innumerevoli morti caduti da impalcature fatiscenti , nell' edilizia, i morti e i mutilati dell' azienda Mercegaglia ed anche chi è morto per asfissia pulendo i silos, sono queste le morti bianche di Ravenna.Il lavoro sia vita e non morte.Buon 1 maggio .

pierperrone ha detto...

Non ripeto qui quello che ti ho raccontato da me.
Se volete, vi invito a fare un salto.

Purtroppo, Paola, hai toccato un argomento davvero serio.

Ricordare oggi tutto questo è davvero importante. Ancora di più se pensiamo che la crisi, le crisi economiche, sono anche l'occasione in cui molti incidenti sul lavoro vengono nascosti, contrabbandati per incidenti d'auto, per risse, per cadute accidentali. Cos' il "padrone" non deve pagare maggiori contributi.
d'altra parte, amici miei, oggi, pagare tasse e contributi viene comunemente chiamato dal premier e dai suoi accoliti con la seguente perifrasi "mettere le mani nelle tasche dei cittadini".

C'è un autobus a Roma, il n. 64, frequentato con maggior frequenza da turisti di ogni nazionalità, percè, quell'autobus fa il giro del centro della città, passando per i posti più belli, fino a San Pietro. E, ovviamente, quel bus è frequentato anche da ladri di ogni risma e borseggiatori.
Loro agiscono con destrezza, infilando le mani nelle tasche dei viaggiatori, sottraendo loro portafogli ed oggetti preziosi e no. E loro, i viaggiatori, turisti o no, si incazzano da morire.

Ma, cari amici, io non ci credo che tasse e contributi sono un altro modo per chiamare i ladri e borseggiatori del 64.

Se il Ministro delle Finanze ed il Primo Ministro si sentono come quelli, i ladri ed i borseggiatori - che comunque sono e restano solo una minoranza - del 64, farebbero bene a dare le dimissioni e lasciare il posto a chi ha una sensibilità civile più alta.

Sono i "padroni" che risparmiano lasciando gli infortunati senza diritti, senza prestazioni, senza aiuto sociale, sono loro ladri e borseggiatori. E lo sono tutti coloro che parteggiano per loro.

Non possiamo avere dubbi su questo. Lo dico solo perchè ho visto piangere qualcuno di quei poveri Cristi, rimasti senza lavoro, senza guadagno, senza casa, senza dignità. Sfregiati nell'anima e nel corpo.
Sfregiati per sempre.

Senza lavoro non si è più uomini. Anche se lavorare costa fatica. Sangue e fatica.

Buon I MAGGIO già fatto, amici miei.

Annarita ha detto...

Il lavoro sia vita e non morte.E'quello in cui credono e sperano tutti gli uomini veri. Siamo in perfetta sintonia.

Io sono una educatrice e il mio messaggio deve arrivare anche ai giovani scolari.Pertanto, una ricostruzione storica è fondamentale perchè ci sia comprensione di ciò che il 1° Maggio rappresenta.
E questo ho cercato di fare.

Paola Tassinari ha detto...

Sì cara Annarita il tuo lavoro è molto importante , devi dare una memoria storica ai tuoi ragazzi, la memoria ( tanto amata da Pietro)è l' unico antidoto all' abitudine con cui il potere cerca di renderci sudditi e non cittadini.Ci abituano al peggio e se non abbiamo memoria come facciamo a riconoscerlo?Ciao annarita è grazie ad insegnanti come te, che la speranza di un futuro migliore non muore.Ciao.