martedì 5 maggio 2009
IL RE È NUDO
Berlusconi è un leader, un vincente. La sua ascesa e permanenza al potere non deve scandalizzare. Noi Italiani ci siamo abituati ( le piazze che osannavano il duce ), a noi Italiani piace un leader bonaccione, malandrino e viveur, alla faccia della sinistra malincolica e saccente. Al nostro Premier abbiamo perdonato tanto, chiudendo non uno, ma due occhi. Ma quando il vaso è colmo, basta una goccia per farlo tracimare. In questo caso la goccia è la signora Veronica che puntando il dito ci dice: il re è nudo. Sì il re è nudo, perchè dopo le accuse della moglie, l'uso che il marito fa dei media si è svelato chiaramente. Chiaramente si sono viste le testate servili, le testate succubi, le testate libere. Caro signor Presidente si sapeva e non si voleva vedere, ma la sua signora come quel bambino della favola ci ha tolto il velo e lei ci è apparso nudo.
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10 commenti:
Complimenti Teo per il tuo post pacato e che dice tutto...
Complimenti. Nel mio post sul tema ho usato proprio la canzone di Bennato ''Il re e' nudo''.
Vale
La domanda è ....piacerà ancora così tanto il re nudo? Ciao Stella, ciao Pier.
Son come mosche bianche coloro che si occultano (ma è la sorte) al potere di Urobos, il Drago. La sua iconografia lo dipinge come un serpente che ingoia sé stesso, ma è anche un cerchio senza centro. Ecco una geometria che non è stata mai vista in termini peculiarmente matematici, nel senso della possibile “quadratura del cerchio”. La scienza matematica degli accademici ha dimostrato che non è possibile, ma...il sottoscritto ha detto di no!
Veniamo al “re nudo” e la questione di Urobos. Domanda: perché questa relazione?
Nella maggior parte delle persone, il lato tenebroso, negativo, della personalità resta inconscio; l’eroe al contrario, deve rendersi conto che l’ombra esiste e che egli può trarne forza.
E’ necessario che si accordi con i suoi poteri distruttivi, se vuole diventare abbastanza temibile per vincere il drago. In altri termini, l’Io non può trionfare prima di aver dominato e assimilato l’ombra.
Il drago è innanzi tutto in noi stessi.
Insomma, la pace oppure il trionfo della personalità, passa attraverso una comprensione profonda dell’ombra che come quando si è volenti o nolenti, l’assimilazione è necessaria o l’annessione, dato che se volessimo rinunciarvi (ad una parte di noi stessi) non avremmo tali e non avremo alcun trionfo.
Dunque tutto sta in ciò che accade nell’ “ombra”, e qui si viene a scoprire che vi concorrono in modo occulto, naturalmente, altre “ombre”, se non una sola grande “ombra”. Ma prima occorre capire che nell’aver posto in risalto la questione del “re nudo” nella persona che sappiamo, non abbiamo fatto altro che alimentare l’ “ombra” di questi e così potenziandolo a nostre spese. Più se ne parla e riparla dal nostro limitato “basso”, il poco o relativo molto di questa postazione si invola verso quel potere. È così.
Come fu per Davide diventato Re unto dal Signore...
Voltaire così ne parla nel “Dizionario filosofico”:
«Che un giovane contadino, cercando delle asine, trovi un regno, non è un fatto molto comune; che un altro contadino guarisca il suo re da un accesso di follia suonando l’arpa, è un fatto quasi incredibile; ma che quel piccolo suonatore d’arpa diventi re perché ad un angolo della strada s’è trovato davanti un prete di villaggio che gli ha versato sul capo una bottiglia d’olio d’oliva, questo è un fatto davvero prodigioso.
Quando e da chi furono scritte tali meraviglie? Io non lo so, ma sono ben sicuro che non furono scritte né da un Polibio, né da un Tacito. Riverisco profondamente quel degno e buon giudeo, chiunque sia stato, che scrisse la storia vera del potente regno degli ebrei per l’istruzione dell’universo, sotto la dettatura del Dio che lo ispirò; ma mi duole vivamente che il mio amico David cominci col radunare una banda di ladroni in numero di quattrocento, che alla testa di questa truppa di gentiluomini si accordi con Abimelec, il gran sacerdote, il quale lo arma con la spada di Golia e gli dà i pani consacrati (I Re, XXI, 13)
Sono anche un po’ scandalizzato che David, l’unto del Signore, l’uomo secondo il cuore di Dio, ribellatosi a Saul, altro unto del Signore, se ne vada con quattrocento banditi a taglieggiare il paese, a derubare quel brav’uomo di Nabal, e che immediatamente dopo costui muoia e David ne sposi subito la vedova. (I Re, XXV, 10-11)
[...]Non parlerò qui dell’assassinio abominevole di Uria e dell’adulterio di David con Betsabea: la storia è abbastanza nota, e le vie del Signore sono così diverse da quelle degli uomini ch’egli permise che Gesù Cristo discendesse da quell’infame Betsabea, pur restando purificato da quel santo mistero. [...]»
Sulla questione degli “unti del Signore” ce ne è stato un altro fra i tanti che non si contano su questo pianeta e che non conosciamo bene dal lato delle discusse “ombre”. Se ne parla in un libro scritto da quelli delle “ombre”, appunto [INTRODUZIONE ALLA MAGIA a cura del Gruppo di Ur, vol. II, p. 380. Edizioni Mediterranee.].
LA « GRANDE ORMA »: LA SCENA E LE QUINTE.
Sulla fine del 1913 cominciarono a manifestarsi segni, che qualcosa di nuovo richiamava le forze della tradizione italica. Questi segni, ci furono direttamente palesi. Nel nostro «studio», senza che mai si potesse spiegare per quali vie fosse giunto, rinvenimmo, in quel periodo, un foglietto. Vi era tracciata, schematicamente, una via, una direzione, un luogo.
[...] 1917. Vicende varie. E poi il crollo: Caporetto.
Un’alba. Sul cielo tersissimo di Roma, sopra il sacro capitolino, la visione di un’Aquila; e poi, portati dal suo volo trionfale, due figure corruscanti di guerrieri: i Dioscuri. Un senso di grandezza, di resurrezione, di luce. In pieno sgomento per le luttuose notizie della grande guerra, questa apparizione ci parlò la parola attesa: un trionfale annuncio era già segnato negli italici fasti.
[...] Più tardi. 1919. Fu «caso» che, da parte delle stesse forze, attraverso le stesse persone, venisse comunicato a chi doveva assumere il Governo – allora direttore del giornale milanese – l’annuncio: «Voi sarete Console d’Italia. Fu «caso» parimenti, che a lui fosse trasmessa la formula rituale di augurio quella stessa, portata dalla chiave pontificale: «Quod bonum /austumque sit». Più tardi. Dopo la Marcia su Roma. Fatto insignificante, occasione ancor più insignificante: fra le persone che rendono omaggio al Capo del Governo, una, vestita di rosso, si avanza, e gli consegna un Fascio. Le stesse forze vollero questo: e vollero il numero esatto delle verghe e il modo del loro taglio e l’intreccio rituale del nastro rosso; e ancor vollero di nuovo il «caso» che l’ascia per quel Fascio fosse un’arcaica ascia etrusca, a cui vie parimenti misteriose ci condussero.(nota: Il fatto fu riportato in un comunicato che p. es. si può trovare sul «Piccolo» di Roma del 24 maggio 1923, ove si può leggere appunto che nel fascio offerto « l’ascia di bronzo è proveniente da una tomba etrusca bimillenaria ed ha la forma sacra... Alcuni esemplari simili sono conservati nel Museo Kircheriano. Le dodici verghe di betulla secondo la prescrizione rituale sono legate con strisce di cuoio rosso, che formano al sommo un cappio per potervi appendere il fascio come nel bassorilievo della scala del Palazzo Capitolino dei Conservatori)». [...].
E Gesù, fatto intravedere da Voltaire in stretta relazione della stella di Davide?
Quale la sua “ombra”, meglio, “Grande Ombra”?
Non è riportato dai Vangeli che Egli si addossa tutti i peccati del mondo? E non è detto che Gesù stesso si definisce davanti a Ponzio Pilato «Re di un altro mondo»?
Ecco il giusto reame imprendibile, ma accessibile tutte le volte che non ci scandalizziamo per un “re nudo”, fra piccoli e grandi. Se solo non ci fossero i "media" a parlarne, perché anche a loro preme la loro “ombra” disposta a potenziarli, molta della loro fama comincerebbe a scemare e le cose fra quel Silvio e Veronica si rimetterebbero sul giusto binario. E così anche fra Berlusconi con o senza l’Italia del governo.
Ma è solo teoria che non trova appoggi. Però non si può mai dire... Il gioco dei «casi» non è nelle mani delle argomentate “ombre”...
Gaetano
Caro Gaetano , io con il re è nudo , non intendevo il vederlo coi suoi difetti " la sua ombra"( che lui tra l' altro non è stato capace di addomesticare), intendevo che per un giorno la rabbia che gli ha fatto venire la moglie lo ha fatto vedere nella sua meschineria, ha fatto vedere chiaramente che stampa , tg , ( e non solo ma anche economia e finanza)tutto è in mano sua e che lui è terribile se tutto non va come vuole lui.Vendicativo, con uno stuolo di lacchè e( alcuni anche di alto livello, di provata capacità)di schiavi.Dopo lo scivolone si è ripreso, e riproposto come al solito, ma intanto io ho avuto la senzazione di vivere non in un paese libero. Ciao ed un abbraccio.
Cara Paola, ma avvertivo la sensazione che tu dici! Non potevo nutrire dubbi sulla tua buona fede. Dunque più che giustificato, anzi doveroso, il tuo misurato disappunto sul conto di “lui”. Ma proprio per il fatto che questi non è riuscito ad “addomesticare” la sua “ombra”, che è grande, anzi smisurata, in relazione al posto che occupa, si mette nei guai del genere che sappiamo, il suo tallone d’Achille.
Comunque, mi sorge l’idea che occorre tenere per buono il detto coniato da Alexandre Dumas, “cherchez la femme”. Il y a une femme dans toute les affaires di questo brav’uomo.
Perciò ora che lo sappiamo si sta attenti alla “vedetta lombarda” di Arcore, Veronica.
Cari abbracci,
Gaetano
Cara Paola, mettiamola così: abbiamo trovato qualcuno che per una volta almeno ha avuto il coraggio di dire di no mr. B.
Una che con poche parole (ciarpame politico per l'imperatore) ha chiamato per nome la realtà.
Ma lui mr. B. galleggia nel suo mare di melma. Galleggia perchè gli italiani si specchiano nella sua immagine, si vedono uguali ed altempo stesso più ricchi, potenti e donnaioli.
Quale modello hanno, secondo te gli italiani devoti, ormai, a Santa Ignoranza? Ricchezza, potere e donne.
Poi, nel 99 per cento dei casi, non hano niente di tutto ciò. Nè soldi, nè potere, nè donne (o uomini, che è lo stesso). Tanto c'è la crisi (che ci toglie i soldi) o un qualche complotto che annienta il nostro potere di comandare (a casa, in ufficio, in città).
Donne (o uomini)?
Mah.
Tanto ho l'impressione che oramai non si.. trombi neanche più, tanto sono impegnati a bofonchiare gli italiani.
Sempre incazzati, da quando escono di casa a quando rientrano.
Come fanno a... trombare?
Non c'è tempo.
Io non ci credo che mr. B. trombi la infra-diciottenne. Troppo impegnato a gestire il potere.
Non gli... non può avere più stimoli, neanche dalle belle... grazie giunoniche delle mignottine che lo circondano.
Forse qualche cattivo pensiero di tanto in tanto. Qualche quintalata di frasacce irripetibili (non troppo diverse da quelle che proprina in TV , specialmente quando sta all'estero o parla di donne straniere. Altro luogo comune molto diffuso nell'immaginario maschile profumato di naftalina).
Il peggio è che la sua immagine rispecchia quella degli italiani. Almeno da questo punto di vsita.
Non per quanto riguarda i quattrini o il potere.
Veronica Lario si è espressa con chiarezza. E' da lodare. Ma questo non cambia di una piega l'agire dell'italiano medio al quale stanno bene le cose in questo modo...altrimenti il bellimbusto di Arcore non starebbe lì a fare il bello e il cattivo tempo.
Che il re sia nudo o meno non toglie e non aggiunge niente e non cambia niente.
Agli italiani le cose stanno bene così. E questo mi fa rabbia e schifo nello stesso tempo.
Ciao, Teo.
Teo il re' proprio nudo nonostante i tanti brown noses di cui si attornia. Ieri ad Annozero sono stati ributtanti le difese del suo avvocato Nicolo' Ghedini e della giornalista Candida Morvillo. Hanno avuto il coraggio di dire che il cavaliere e' solito girare con la borsa zeppa di gioielli da regalare alle signore o meno che incontra nei suoi tour.
Buona serata.
Vale
A Gaetano, Piero, Annarita e Pie Luigi la mia risposta a tutti voi è nel post : dalla svolta del predellino alla svolta di Veronica.....perchè quando il sostegno non è dato dalla stima , fa anche presto a sparire ....almeno mi auguro.
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