venerdì 29 maggio 2009

LA TOMBA DEL TUFFATORE

A Paestum città un tempo greca si è trovata una sepoltura dipinta forse etrusca ( 470 a. c.), perchè come sappiamo i greci non avevano l'abitudine di dipingere le sepolture. La tomba del tuffatore qui trovata è di una bellezza estrema perchè il tuffatore si butta gioiosamente nell' Ade dall' alto, atletico ed agile si tuffa nell' aldilà, nel mare. Nel mare nasce la vita, nel mare si ritorna. Ai lati della tomba è raffigurato il simposio. Gli amici banchettano felici in onore al nuovo viaggio dell' amico. Il simposio è allietato dal gioco del lancio delle gocce di vino, gioco scherzoso ed anche erotico, perchè il lancio significava anche la scelta del compagno. Tutto è lieto, ben diverse le sepolture più tarde, in cui la speranza svanisce, arrivano i demoni che spingono nell'Ade, arriva Tuculca il demone etrusco dalle carni bluastre, Ade col suo copricapo di pelle di lupo, Persefone coi capelli come serpenti. Arriva la morte.

5 commenti:

pierperrone ha detto...

Gli etruschi erano un popolo molto interessante. Furono sconfitti di Romani, come tutte le popolazioni italiche, ma hanno lasciato tracce di una civiltà davvero splendida. Tutto il centro Italia, con qualche propaggine nel nord e qualcun'altra nel sud, quella civiltà aveva fondato città, aperto commerci già prima che il primo villaggio "romano" diventasse famoso.
Alcuni dei famosi "sette re di Roma" erano "stranieri": Numa Pompilio, successore di Romolo (non erede) era Sabino;Anco Marzio, che era succeduto a Tullo Ostilio, che a sua volta aveva preso il posto di Numa, era nipote di Di Numa Pompilio; poi Tarquinio Prisco, nato a Tarquinia, etrusco, nato da padre greco e madre etrusca;a questi segue Servio Tullio, figlio di bastarda, etrusco a sua volta; poi, ancora,l'ultimo, Tarquinio il Superbo, etrusco anche lui, marito delle due figlie (una per volta) di Tarquinio Prisco.
Quindi, chi è il vero popolo etrusco?
Il sangue, se mai debba contare qualcosa, la purezza della razza, la stirpe dei cosiddetti nobili Romani, dal 715 a.c. fino al 509 a.c. è stata contaminata - non solo governata - da popoli s"stranieri". Sabini, ok, dapprima. Ma, allora: e il famoso "ratto delle Sabine" messo in atto da Romolo? E Romolo?
Lui, il famoso figlio di Marte e Rea Silvia, era discendente di Enea, il troiano. Scampato all'assedio vittorioso degli Achei ad Ilio - in Asia Minore, terra di mille influenze culturali, meticcia per definizione, ma altamente civilizzata, prima e più di quanto si possa immaginare dal poema d'Omero - Enea si rifugiò, secondo Virgilio (il poeta nativo di Pietole di Mantova,vissuto in età Augustea, una cinquantina d'anni circa prima di Cristo) sul litorale romano, a Lavinio. Oggi lì c'è ancora il lido, qualche resto di un antico porto e... la base aerea militare di Pratica di Mare.
Meticcia, l'origine di Romolo, cresciuto sui colli Albani, gli odierni castelli, famosi per il buon vino, l'ottima porchetta e la splendida natura.
Ma Romolo, col gemello Remo, fu abbandonato lungo il Tevere ed allattato dalla famosa Lupa. Allevato da un agricoltore romano. Quale stirpe, quale sangue, quale razza romana?

Gli Etruschi c'erano già. Amanti del buon vivere, popolo di fine cultura, utilizzavano la scrittura e commerciavano con le varie città di origine greca situate in Italia o nel Mediterraneo, nonchè in Ellade. Se vai a vedere un museo etrusco non ti stupisci della quantità di suppellettili e vasellame di origine greca o di gusto ellenico che è stato ritrovato nelle tombe etrusche?

E' una storia bellissima, questa. Attraverso di loro l'avventura di Roma acquista i valori culturali che la spingeranno a creare la più grande unità politico-amministrativa dell'antichità italica ed europea.
E' una storia che riannoda i fili culturali che si dipanano dall'Asia Minore, dove si raccolgono, sul limitare del mare Egeo, le spinte culturali Caucasiche e Mesopotamiche.
L'estesa rete di comunicazione dei commerci marittimi connetteva gli Etruschi ai Fenici, popolo di origine Mediorientale. Rete di comunicazione che utilizzava la scrittura quando in terra ellenica l'oralità aveva sostituito i primi approcci al mezzo scritto, segnando un regresso evidente (parliamo dei secoli VIII-VII a.c.). Poi, verso il VI-V a.c. la scrittura trionfa, trionfa il pensiero cristallino della grande civiltà che chiamiamo greca. Poi, quel pensiero contagia il territorio iyalico, poi, ancora, di lì, nel resto d'Europa, che altrimenti sarebbe restata ancora allo stadio preistorico senza tracce scritte)...
Gli Etruschi?
Grandi!!
La storia, come ce la raccontano a scuola? Troppo semplicistica. Ma anche poco emozionante.
Mi intriga davvero molto l'idea del contagio, della contaminazione culturale.............

utilizerapagain ha detto...

Interessante post e interessante commento di Pietro.
Grazie.
Buona notte
Vale

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero , grazie del tuo commento e della tua chiarezza. Io credo che i romani siano " meticci", molto hanno preso dagli Etruschi , ma molto hanno preso da altre popolazioni. Ciò si rileva molto dalla loro arte che è più "trionfalistica" che " intimista". Gli Etruschi ( dopo aver approfondiito la storia scolastica mi lascio andare all' emozione)io li considero " intimisti" ( hai presente il sarcofago degli sposi oppure tutte le "attrezzature" per i simposi? )inoltre ciò che mi affascina in loro è la visione ( orientale)della morte come un viaggio meraviglioso, ci si stacca dal mondo con allegria ......e questo mi affascina molto.Poi la loro visione , come si vede nelle sepolture più tarde cambia......arriva Tuculca ......arriva il diavolo......arriva la morte........perchè? Tu ti interroghi sulla contaminazione ed è interessante io mi interrogo sull' arrivo di Tuculca. Ciao e buona domenica.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Pier Luigi .....grazie,ciao e buona domenica.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Pier Luigi, grazie .
Ciao e buona domenica