domenica 4 aprile 2010

AUGURI DI BUONA PASQUA A TUTTI

BUONA PASQUA A TAVOLA

Alla Pasqua sono legate tradizioni culinarie, molte delle quali risalgono ad antichi rituali e a simboli religiosi. L ' agnello rappresenta per i cristiani il corpo innocente di Gesù.
Sulla tavola pasquale si ritrovano le spighe del grano tramutate in pane( un significato votivo, nel ricordo della discendenza dal sovrannaturale, prodigio della germinazione del grano, ricordo del pane azzimo); le erbe, quasi sempre in forma di torte rustiche ( la più celebre la torta pasqualina); le uova,che hanno origine tra il sacro e il profano. La tradizione vuole che la mattina di Pasqua si mangi la pizza salata accompagnata con salame di Norcia e dalle uova sode.
Tra i dolci più classici sono la colomba pasquale, la pastiera napoletana e la pizza dolce.
La colomba è un segno di pace, fatto con semplici ingredienti, si racconta che nel sesto secolo Alboino , re dei Longobardi ricevette in dono un pane a forma di colomba.
Sulla pastiera si racconta che le mogli dei pescatori lasciarono sulla spiaggia delle ceste con ricotta, frutti canditi, grano, uova e fiori d' arancio affinchè il mare riportasse in salvo i loro mariti. Al mattino le donne trovarono i loro mariti e la torta pastiera che era stata mescolata con l' acqua delle onde. La pastiera è un dolce molto simbolico: la ricotta con lo zucchero simboleggia le offerte votive del latte e del miele, tipiche delle prime cerimonie cristiane. Il grano è augurio di prosperità. Le uova sono la vita nascente. L' acqua di fiori d' arancio annuncia la primavera.
La pizza dolce di Pasqua veniva consumata al mattino, si faceva l' impasto il venerdì santo, impiegava due giorni di lievitazione,
, si reimpastava il sabato e la si cuoceva la sera del sabato perchè la mattina presto fosse pronta
.

6 commenti:

Gaetano Barbella ha detto...

Cara Paola, prima di sederci a tavola per il dolce pasquale, tanti auguri, baci e bacetti.

Ed ora, io che sono di Caserta, anche se nato a Bolzano che poco conosco e residente a Brescia per necessità, ti faccio gustare "via internet" il casatiello o tòrtano (che forse conosci) del quale ne parla wikipedia dal quale traggo queste definizioni.

Il casatiéllo o tòrtano (termine che indica la stessa preparazione, ma senza le uova disposte a corona) è un tipico rustico della cucina napoletana preparato nel periodo di Pasqua. È preparato a partire da una pasta da pane, conciata con strutto, ciccioli e altri salumi e rilievitata, indi cotta, preferibilmente in forno a legna.
Mentre il tortano si consuma tutto l'anno, il casatiello è specifico del periodo di Pasqua (esso simboleggia la corona di spine del Crocifisso). A Pasqua molte panetterie vendono pasta da pane lievitata naturalmente che poi i consumatori avranno cura di conciare come da tradizione e cuocere nei forni di casa.

Esiste anche una versione dolce del casatiello, preparata con uova, zucchero, strutto e glassa, e decorata in superficie con confetti colorati (in lingua napoletana diavulilli): tale variante è diffusa a Caserta ed è l'unica conosciuta nell'area vesuviana costiera, a Pompei e nell'agro nocerino-sarnese.

Nel casatiello le uova vengono posizionate intere, crude e con il guscio, e vengono cotte insieme al rustico. Le uova sono parzialmente sporgenti e ben visibili sul casatiello, spesso ricoperte da una sottile croce di impasto:

« Nella sua prima semplicità popolare [il casatiello] non è altro che un pane di forma circolare, come un grosso ciambellone, in cui si conficcano delle uova, anche uno solo, secondo la dimensione del pane, e queste uova, con tutto il guscio, sono fermate al loro posto da due strisce di pasta in croce. La pasta è la solita pasta del pane, ma intriso con lardo e strutto. Cotto al forno, le uova vi divengono sode. »

(Francesco de Bourcard, Usi e costumi di Napoli, Vol. II, pag. 274)

La pasta, alla quale vengono aggiunti di sugna e pepe più una farcitura di salumi e formaggi tipici del luogo, viene lavorata a forma di grossa ciambella, riposta in un apposito stampo, fatta lievitare a lungo (dovrebbe essere fatta con pasta acida e una fraina di media forza e lasciata a riposo per almeno 12 ore) e cotta a forno. Fino alla prima metà del secolo scorso era usuale portare a cuocere il casatiello presso forni o panetterie invece che cuocerlo in casa. Di questo rustico esistono diverse varianti, particolarmente per quanto riguarda i diversi tipi di farcitura.

Il casatiello viene preparato anche come pranzo al sacco durante le gite fuori porta tipiche del giorno di Pasquetta. Le uova e la farcitura rendono questo rustico un pranzo pressocché completo.


Ingredienti:
kg1,250 di farina, gr.50 di lievito, gr.25 di pepe e di sale,
gr.200 di n'zogna (strutto),
gr.150 di salame, gr.150 di mortadella, gr.150 di ventresca,
gr.150 di provolone piccante, gr.150 di cicoli,
un po'di acqua tiepida per impastare, 3 uova.

Preparazione:
Disporre la farina a montagnella sul tavolo, praticare al centro un vuoto, dove mettere il lievito, il pepe,il sale,parte della sugna.
Impastare con dell'acqua tiepida e finito l'impasto fare assorbire il resto della sugna e lavorarlo.
Aggiungere a poco a poco i salumi misti tagliati a dadini e i cicoli.
Finita la lavorazione si da all'impasto la forma di una ciambella.
Inserire sull'impasto le uova trattenute da listarelle di pasta incrociate e lasciare crescere per due ore.
Cuocere al forno a fuoco lento per circa due ore.

Buon appetito,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Gaetano, grazie della ricetta, io non sono una gran cuoca, ma mi piacciono i cibi delle tradizioni, i cibi che hanno dei rituali, farò questa ricetta quest' estate, quando di solito facciamo cene conviviali all' aperto sotto un gazebo in mezzo ad un grande prato verde...mi piace stupire gli ospiti con qualcosa di tradizionale e allo stesso tempo che sia una novità. Chissà se mai ad una di queste cene capitassi pure tu...non si sa mai.
Io ho trovato in questi giorni una ricetta ( prima la devo provare) a base di pratoline e formaggi, se risulterà buona, pubblicherò la ricetta, che dovrebbe presentarsi come dei crostoni spalmati di patè con trito di pratoline e vari formaggi e poi decorati con pratoline intere........mi sono innamorata di questa ricetta perchè trovo la pratolina una meravigliosa creatura che la voglio pure mangiare.
Buona Pasquetta.....e non mangiate troppo che dopo vi lamentate che vi sentite pesanti.
*_*

pierperrone ha detto...

Beh, la scorpacciata pasquale ormai è passata.
Salumi e salami, uova e pizze ripiene, paste e pastiere, simboli e auguri hanno cominciato un altro giro.
Torneranno fra un anno, nella veste che avevano ieri.
Intanto, noi prepariamo le vesti per i prossimi incontri.
Primavera, estate autunno, inverno, e nuovamente primavera: è il ballo delle stagioni e la danza che noi danziamo al ritmo del tempo della natura.
Dobbiamo regolare i nostri orologi su quel ritmo, cara Paola.
Siamo regolati intimamente su quel ritmo.
Nulla può darci il senso della vita come il ritmo del tempo. E la futile frenesia quotidiana, che scambiamo spesso per la sinfonia del Progresso, non è altro che il suono di un'orchestra scordata, senza maestri nè direttore.

Per questo scandiamo il tempo delle stagioni, che portano, una volta la Pasqua ed un'altra il Natale, e un'altra il solleone di luglio e poi il piovoso Carnevale mascherato. Accompagnando la nostra danza del piede, con un buon bicchiere di rosso allegro e uno spiedo d'arrosto. E per chi ne volesse ancora, anche una zuccherosa pioggia di dolci.

Gianna ha detto...

Quante belle tradizioni, Teo...
Buona Pasquetta!

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero...io sono un' intenditrice di dolci, di vino ed in genere di tutto il cibo e mi piacciono le ritualità delle ricorenze, anche se vorrei che fossero più dilatate.....in generale penso che a volte viviamo in un paradiso e che la natura è talmente bella, che un dolce può essere così buono, ed un bicchiere di vino così pieno, ed un raggio di sole così caldo, ed un sasso così particolare, ed un singolo petalo di un fiore così perfetto e così profumato e tante cose.......oh come amo la vita, è per questo che mi dispiace lasciarla, oh se i tempi fra le ricorrenze fossero più lunghi.
Baciolotto da Paolotto.

Paola Tassinari ha detto...

Più prendo anni e più amo le tradizioni...... buonanotte Stella.......sai che ho trovato una frequenza sulla radio che ascolto sempre, perchè mi piace tanto, sai come si chiama?
RADIO STELLA.