sabato 17 luglio 2010

PEOPLE

BETA


Prima che il cane lupo Laika morisse, era arrivato Beta, il cagnolino di mio figlio.
Era andato col nonno da contadini che abitavano qualche chilometro più in là, ed era tornato a casa con Beta un batuffolo di appena quaranta giorni.
Era sceso dal furgone del nonno col cane in braccio: - Mamma, mammaa, mammaaa, guarda- .
Beta era un bastardino maschio dagli occhi dolci, dolci.
Fu un amico sincero, giudizioso, maturo.
Dava amore a fiumi, troppo amore dava, troppo.
Una volta mio figlio aveva preso il coltello dal nonno, mio padre era un norcino, e stava quasi usandolo su Beta.
Arrivai appena in tempo.
Spaventatissima.
Gli presi il coltello e gli dissi: - Cosa stai facendo?-.
Lui rispose: - Faccio come il nonno col maialone-.
Beta stava lì fermo , docile si sarebbe fatto anche uccidere.
Arrivò Bull, cucciolo di pastore tedesco.
Riversammo l' attenzione sul nuovo arrivato.
Non ci accorgemmo che Beta non stava bene.
Lo trovammo nel suo cespuglio preferito.
Gli animali quando sentono di dover morire, si nascondono.
Hanno molto pudore.
A me rimane il dubbio che sia morto là nel cespuglio da solo per non intristirci, che sia morto perchè non si sentiva più amato.
Dava amore a fiumi.
Troppo amore dava, troppo.


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

4 commenti:

Gaetano Barbella ha detto...

Ieri, rientravo a casa dopo aver fatto la solita passeggiata pomeridiana. Avevo molta sete per il caldo e mi fermai ad una fontana. Su uno dei gradini c'era un piccione quasi immobile e capii subito che era giunta la sua ora. Ritto ancora, quasi con dignità mi recò un'immensa tristezza. Ecco, pensai col buio nell'anima mia conturbata, la morte mi sfiora. Quei piccoli occhietti ancora vivi erano la sua finestra e mi guardava.
Ora mi vengono alla mente le ultime parole di mio padre dette a mio fratello. Io era lontano e lui in ospedale a causa del cuore gravemente compromesso. Disse con voce fioca: "Umberto, mi sta chiamando la tua nonna Luisella" e indicò con la mano il cimitero dove era sepolta che non era tanto distante. Di lì a poco spirò fra le braccia di Umberto. Mio padre aveva quasi una venerazione per la mamma della sua Celestina, nostra madre.
I miei genitori si accordarono in largo anticipo per l'acquisto di due tombe di quel cimitero, una sopra per lui e l'altra sotto per mamma. Ora sono insieme come un tempo.
È triste la vita!
Ciao, Paola
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Carissimo Gaetano,
la vita è triste, tanto tempo fa arrivai alla conclusione che la cosa migliore sarebbe non nascere.
Io sono spaventatissima e tristissima anche per la morte degli altri, anche se... e qui lo voglio scrivere la morte è eterna ed è la vita che è breve, restare in vita 20 anni in più è niente in confronto al tempo.E' il concetto che ci hanno inculcato che ci spaventa,tu non devi essere triste Gaetano, la morte ti ha già colpito duramente ed essa ti avrà dato in cambio la fermezza dell' inelluttabile...tu non puoi e non devi essere triste perchè sei: fiamma che arde.

Gianna ha detto...

Mi avete intristita entrambi...

Paola Tassinari ha detto...

E la tristezza col caldo e col sole è ancora più tristezza e quindi buttiamola a/mare.
Ciao Stella.