giovedì 9 giugno 2011

POSSO RESISTERE A TUTTO TRANNNE AI VIZI


Fumare, dice la psicologia, diventa il mezzo attraverso il quale superare tutto ciò che nell’individuo provoca tensioni psichiche intollerabili. Agisce in termini di soddisfazione della pulsione derivante dal piacere di succhiare, ingerire ed incorporare, tipico della fase orale nel neonato. Una ricerca made in Italy spiega che il vizio del fumo è una questione genetica e il segreto è nascosto nel DNA umano e in particolare nel funzionamento del gene Chrna5. Quindi io che non riesco a smettere di fumare, non sarebbe colpa mia ma dal desiderio smodato causato dal gene Chrna5.
Nel romanzo " La coscienza di Zeno" di Italo Svevo, Zeno il protagonista ,pensa che la causa della sua malattia sia il vizio del fumo. Decide di liberarsene, prima con propositi precisi fatti a se stesso e vincolati a date scritte un po' ovunque, sottolineate da un solenne U. S. (ultima sigaretta) e poi facendosi ricoverare in una casa di cura, dove però non passa nemmeno una notte, perchè, preso dalla sua solita irragionevole gelosia per la moglie, se ne torna a casa.Nella realtà Italo Svevo, incallito fumatore, morì causa di un incidente d'auto e sul letto di morte il figlio gli negò l' ultima sigaretta che lui bramava, spero non capiti a me.
Agli inizi del Novecento allo stesso tavolo di un immenso salone dell' hotel Majestic , a Parigi, si trovarono seduti cinque tra i maggiori esponenti della cultura e della creatività di quegli anni: Serge Diaghilev, il direttore dei Balletti russi; Igor Stravinsky, il rivoluzionario compositore; Pablo Picasso, il genio della pittura; James Joyce, l’ardito romanziere irlandese; e Marcel Proust scrittore francese illustre, notoriamente contro il fumo. Quella era la prima sera in cui usciva, dopo settimane di reclusione quasi ascetica nella sua stanza da letto, dovuta ad una dose eccessiva di adrenalina che gli aveva bruciato la gola. Il tragitto dall’Hotel alla casa di Proust durò una manciata di tormentati minuti, in cui Joyce volle a tutti i costi fumare e aprire il finestrino dell’auto, offendendo così la delicata salute del suo ospite, che temeva, notoriamente, le correnti d’aria e il fumo. La maleducazione di Joice fumatore nei confronti di Proust accanito antifumatore ma che al contemplo assumeva droghe , mi è di esempio per fumare, fumare mi piace, cerco di controllarmi e di fumare poco ma non rinuncio dopo un pasto innaffiato da un buon calice di vino e terminato da un caffè amaro ad una voluttuosa e dolce sigaretta...di qualcosa dovrò ben morire...anche perchè Proust morì da lì a poco anche se non fumava.
Tengo però a sottolineare che l' ideale sarebbe non incominciare a fumare perchè i vizi iniziano con la prima volta, è la prima volta la causa del vizio.



immagine di Teoderica

15 commenti:

Gianna ha detto...

Condivido tutto Teo, pure che non bisognerebbe mai cominciare a fumare...

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Gianna,
infatti il vero problema è la PRIMA sigaretta non l' ULTIMA sigaretta.
Ciaooooooooooo.

ilcuorecomeilmare ha detto...

Ciao Paola.....
in vita mia ho fumato quando avevo 19 anni, solo le domeniche quando andavo allo stadio. Cambiavo marca di sigarette ogni domenica, ho persino preso le sigarette "Polo", che davano di menta. Ma ne fumavo sempre solo un paio, tutte le altre le regalavo agli amici di comitiva. Le bruciavano, è il caso di dire, tutte durante la partita di calcio. Solo quelle alla menta me le tirarono addosso. Ma li alleggerii da una domenica di fumo. Mi piace quel Chrna5, mi da di profumo, lo chanel5. Quindi uno per vedere meglio il fumo potrebbe pensare che si stia improfumando.
Comunque rispetto le persone che fumano, è una loro scelta. Il mio desiderio è che fumassero meno, andando contro al DNA. E' pur vero che il fumo non porta a morte certa, perché nell'assorbire il fumo, anche quello passivo, centra sempre il DNA. Io ho assorbito fumo passivo per 25 anni, 8 ore al giorno, senza conseguenza alcuna, certificata da analisi di laboratorio. Ed in queste otto ore, tra una sigaretta e l'altra, passava giusto il tempo che ogni sigaretta diventasse fumo.
Io alla sigaretta, come dopo pranzo, preferisco un dolce o un gelato. Ti invito ad un gelato circondato dal fumo della sigaretta.
E su questa mia preferenza, non so cosa direbbe la psicologa, forse parlerebbe di una carenza di dolcezze. Chissà...
Un abbraccio non fumoso, bensì reale.


ps- La tua meravigliosa opera, carissima Paola, ha riportato alla mente un pezzo del mio vissuto.

Francesco Zaffuto ha detto...

forse è la seconda, perchè ci vuole una ripetizione.
Sto fumando
ciao

riri ha detto...

Adesso vado a fumarne un'altra:-) Un saluto Teoderica.

Gaetano Barbella ha detto...

Cara la mia Paola senza speranza a causa del vizio, mi auguro che qualche volta non è come dice il proverbio, "tutto fumo e niente arrosto"! che altri dicono anche "tanto fumo e niente arrosto"!

Non ti so dire nulla di personale sul fumo, poiché non fumo e da giovane, più per darmi un tono che altro, ci ho tentato a fumare ma poi ho smesso.

Senti questa storiella che ho colto sul web e che riguarda invece il "fumo" dell'inquinamento di Monserrato: Tanto fumo e niente arrosto. É un po' lunghetta perciò vado al sodo e ne tolgo qualche pezzetto.

Narra la storia, di un antico motto, che testualmente recitava: "Non c’è fumo senza arrosto". E così forse fu per decenni, o secoli, fin quando non nacque il quartiere di Monserrato ad Agrigento.

Si racconta che un giorno, un gruppo di amici affamati – e nella provincia di Agrigento di gente che ha fame ce n’è tanta -, vide da molto lontano, una colonna di fumo levarsi verso l’alto, in prossimità del mare, o almeno così pareva guardando dall’entroterra.

Tanto di quel fumo, da far pensare che sulla brace fosse stata messa a cuocere un’intera mandria di buoi. Un’ecatombe, come quelle che i greci offrivano ai loro dei nella bellissima valle dei templi.

E poiché prossimo alla valle s’innalzava il fumo, parve loro verosimile che di 'arrosto sacrificale' si trattasse.

Prese al seguito mogli, progenie, suoceri, padri e nonni, gli affamati mossero verso il punto laddove il fumo s’innalzava.

Grande fu lo stupore, quando videro che a far tanto fumo, non di brace si trattava, ma di una schifosa sostanza cancerogena (petcoke) utilizzata da un impianto posto nelle vicinanze della valle dei templi.

A seguito delle proteste dei poveracci, e forse per timore che la Procura intervenisse, la velenosa sostanza venne da lì rimossa e non più (almeno per il momento) utilizzata.

Ai poveri disgraziati, non rimase che tornar indietro, con più fame di quanta non e avessero all'andata.

Passato qualche giorno, nuovi fumi invasero l’aria – e le case degli abitanti di Monserrato -, portando nuovamente quei poveracci a credere che di arrosto si trattasse.

"Non c’è fumo senza arrosto", ripeteva il vecchio nonno durante il cammino.

Ahi quanto amara fu la sorpresa nello scoprire che non di carne messa al fuoco si trattava, ma di un opificio che l’aria ammorbava.

Per la fame, provarono anche ad addentare qualche mattone forato, ma, rottisi i denti, dovettero lasciar perdere e tornare con un buco allo stomaco alle loro case.

Passò dell’altro tempo, durante il quale impararono a riconoscere i luoghi di provenienza del fumo, non incappando più in clamorosi errori.

Fu così che un giorno, quasi all’imbrunire, nuovi fumi videro levarsi all’orizzonte.

Questa volta, sotto il costone calcarenitico di Monserrato, da dove da lì innanzi, quasi ogni sera, nuove braci sarebbero state accese.

Un posto senza industrie, non poteva che segnalare la presenza della fatidica ecatombe di buoi, sacrificati agli dei, e ristoro delle loro pance.

Ancora una volta il vecchio e saggio nonno, pronunciò le fatidiche parole: "non c’è fumo senza arrosto...".

Noi, non sappiamo che fine abbia fatto il nonno, ma da quel momento in poi, nacque un nuovo detto popolare: "Tanto fumo e niente arrosto"...

Fonte La Valle dei Templi.

Ti dedico una canzone di Renato Carosone, "Tu Vuò Fa' L'Americano", clicca qui.



Ciao, Gaetano

giardigno65 ha detto...

certo i fumatori oggi sono parecchio discriminati !

Paola Tassinari ha detto...

...Cosimo mi piace il tuo paragonare il gene Chrna5 al pro/fumo Chanel n. 5, mi piace molto mi fa pensare che io fumando invece di puzzare di fumo, che è la cosa che meno mi piace del vizio del fumo, io profumi come Marilyn Monroe che andava a letto coperta con solo 5 gocce di Chanel n. 5...magariiiiiiiiiiiiii ma il fumo ha un odore sgradevole in realtà ed è per questo che fumo solo all' aperto.
Ciao Cosimo un abbraccio.

Paola Tassinari ha detto...

Francesco ...certo ci vuole una ripetizione tra l' altro la prima è sempre un po' cattiva...
Un abbraccio ad un fumatore...ah quanto è buona una sigaretta.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Cara Riri, ciao,
ho fatto un post sul fumo, perchè ormai sembra che mettano dietro le sbarre i fumatori e non più i criminali.
Un abbraccio.

Paola Tassinari ha detto...

Carissimo Tanino,
prima di tutto grazie per la canzone, un pensiero davvero gentile e poi per il "tanto fumo niente arrosto" ti dico ciò che rispondo a chi mi dice di non fumare.
Ricordo che in Italia la causa prima delle morti sono le malattie cardiocircolari, e che se smetto di fumare mi ingrasso certamente perchè se non fumo mangio...quindi meglio il fumo che essere grassi...senza discriminazione fisica per i grassi ma solo per la loro salute è meglio stare nel peso forma.
Ciao Tanino.

Paola Tassinari ha detto...

Caro giardi,
i peggior discriminatori sono gli ex fumatori, provano un odio profondo perchè loro hanno smesso e noi voluttuosamente continuiamo.
Ciao.

pulvigiu ha detto...

Si inizia a fumare per scherzo e poi
non puoi più farne a meno, per fortuna
che io ci sono riuscito 10 anni fa.
Adesso apprezzo di più gli odori e
gusti dei cibi.

Buon fine settimana cara Teoderica.

Paola Tassinari ha detto...

Lo so, caro Giuseppe, ma il mio DNA non mi permette di smettere di fumare, almeno per ora.
Buona domenica e buon inizio settimana.

Rita ha detto...

Che bel post, arricchito di aneddoti letterari!

Io fumo, ma poco. Non lo considero un vizio, in quanto riesco benissimo a farne a meno quando la situazione lo richiede (o quando sto poco bene), ma un piacere aggiunto che si va ad aggiungere ad altri; non fumo mai quando sono stressata o annoiata o in compensazione di qualcosa, ma sempre quando sono rilassata, ad esempio la sera, magari insieme ad un buon calice di vino rosso.
Il fumo viene troppo demonizzato secondo me, causando inoltre sensi di colpa, i quali, per essere compensati, scatenano il corto circuito del desiderio di un'altra sigaretta (è il noto meccanismo della coazione a ripetere).
Certo, fa male, ma come tante altre cose.
Fa più male alla salute mangiare una bistecca piena di ormoni ed antibiotici e di chissà cos'altro, ad esempio. O andare in autostrada a duecento all'ora.
Ciò che conta è la moderazione, l'equilibrio. E ovviamente il rispetto per chi non fuma (giustissima la legge di vietare il fumo nei luoghi chiusi).

Ho trovato il tuo blog grazie al messaggio che hai lasciato su quello di Ivaneuscar (la mia curiosità mi ha subito imposto di venire a dare un'occhiata) :-)