mercoledì 4 marzo 2009

BASTA SOLDI DI STATO AL TEATRO

... Lo dico in un altro modo: smettetela di pensare che sia un obbiettivo del denaro pubblico produrre un'offerta di spettacoli, eventi, festival:non lo è più. Quei soldi servono a una cosa fondamentale, una cosa che il mercato non sa e non vuole fare: formare un pubblico consapevole, colto, moderno. E farlo là dove il pubblico è ancora tutto, senza discriminazioni di ceto e di biografia personale: a scuola, innanzittutto, e poi davanti alla televisione. La funzione pubblica deve tornare alla sua vocazione originaria: alfabetizzare. C'è da realizzare una seconda alfabetizzazione del paese, che metta in grado tutti di leggere e scrivere il moderno. Solo questo può generare uguaglianza e trasmettere valori morali e intelettuali. ALESSANDRO BARICCO estratto di un articolo su Repubblica

9 commenti:

Gianna ha detto...

Condivido pienamente l'articolo!

Gianna ha detto...

Teo ti invito a visitare il mio blog di poesie.
Grazie!

utilizerapagain ha detto...

Concordo con Baricco.
Grazie per avere segnalato il romanzo di Gianni.
Vale

Paola Tassinari ha detto...

Per Stella e pier Luigi
la televisione è seguita quasi da tutti ed è diventata un mezzo che stimola a non osservare le norme,paradossalmente un mezzo divulgativo è divenuto un mezzo che fa venire voglia di trasgredire, così ci troviamo infelici nella vita reale anelando ad imitare gli irreali personaggi della TV.Un abbraccio ad ambedue.

pierperrone ha detto...

No TV.
Sono invece perplesso sull'articolo di Baricco. Non dico di essere in disaccordo. Vorrei solo capire meglio.
C'è la grande crisi. Giusto, non dobbiamo sprecare soldi per il superfluo, ma dobbiamo assicurare un pasto a quanto più è possibile.
C'è il vecchio motto romano: "panem et circenses", in pratica governare dando al popolo ciò che chiede, un pò di pane ed un pò di sangue, o surrogati.
C'è il clientelismo delle congregazioni teatral-musicali-artistiche.
C'è l'ignoranza da curare. L'hanno seminata così bene che ha attecchito dovunque.
In tuutto ciò ha ragione Baricco.

Però non trovo nessun significato nella sua frase "C' è da realizzare una seconda alfabetizzazione del paese, che metta in grado tutti di leggere e scrivere il moderno". Che vuol dire "leggere e scrivere il moderno?
Come si fa a capire cos'è il moderno? Come lo distinguo da ciò che non è moderno? Come faccio a dare significato e valore allo scrivere moderno se non passo attraverso il condensato dello scrivere millenario?
Ma non era Baricco che l'estate scorsa aveva pubblicato e portato nelle piazze teatral-musicali d'Italia (quelle che oggi vorrebbe lasciare a secco) una "lectura Omeri". Una rilettura della guerra di Ilio che, sfruttando l'eco guerresca dei giorni moderni, non so se godeva di pubblicità occulta o cos'altro...

Non è per caso che sfruttando una vera piaga dei giorni d'oggi, la beatificazione dell'Ignoranza, abbia voluto farsi uno spot gratis, magari sperando in qualche sovvenzionamento agli scrittori viventi?

Forse sono vere tutte e due le cose. Forse, oramai dobbiamo rassegnarci a vivere in un pagliaio nel quale non troveremo più l'ago che si è perso. Però che tristezza se anche il Sarto, uno dei sarti più belli ed apprezzati dei giorni nostri decida di smettere la sua fatica di continuare a cercarlo, quell'ago, nel pagliaio. E magari comincia anche lui ad andare a comprarsi i vestiti alla moda in qualche Grande Magazzino.

Paola Tassinari ha detto...

Come si fa a capire cos'è il moderno? Come lo distinguo da ciò che non è moderno? Come faccio a dare significato e valore allo scrivere moderno se non passo attraverso il condensato dello scrivere millenario?..... Caro Piero hai colto il punto, io credo che Baricco volesse dire che con un mezzo potente come la Tv invece di propinarci , negli orari di maggiore ascolto quei giochini stupidi che affascinano le persone che non hanno visto altro ,ci dessero qualcosa della rappresentazione millenaria vista con gli autori dei giorni nostri sarebbe alfabetizzazione. Io credo che una buona televisione ( ormai impossibile ) potrebbe dare quell' alfabetizzazione dell' osservanza delle norme .Le norme esistono ma se non si seguono non "sono" ed ormai la "vita spettacolo" al di fuori della normalità , è quello che la gente vuole e una delle cause principali di questa fame di protagonismo è stata proprio la televisione. Come responsabilizzare le persone, raggiungendole tutte ....... con la Tv !

pierperrone ha detto...

Concordo perfettamente, Paola.
Solo che mi è sembrato di capire che Baricco volesse, nel suo articolo, anche ridurre i finanziamenti ai teatri ed alle orchestre et similia. Almeno così diceva un articolo di giornale. Ma anche il tuo post comincia sullo stesso tono, parlando dei finanziamenti di festival, eventi, ecc.
Lui l'anno scorso era a Roma, a dare lettura pubblica della sua Iliade. In un evento pubblico. Ed è, se non sbaglio un ospite fisso dei festival della letteratura di tutta Italia.
E' vero senz'altro che il denaro pubblico ormai viene utilizzato dai partiti di destra e di sinistra come olio per ungere gli ingranaggi. E' tanto vero che sono disgustato da questa politica falsa ed ipocrita. Ladra e mignotta.
Ma anche chi non fa politica ma assume gli stessi comportamenti mi provoca lo stesso disgusto.
Ma su Baricco non sono molto informato, non ho letto il suo articolo, il suo "strillo". Volutamente non l'ho letto. Non credo ce ne fosse il bisogno. Non ne sentivo io, almeno, il bisogno. Quindi non posso giudicare fino in fondo.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero, nella mia città i soldi pubblici vanno alle orchestre ed al teatro vicino alla sinistra o agli amici degli amici, tutti gli altri si arrangiano col privato .Baricco intendeva col suo scritto aprire il discorso sui finanziamenti dai privati. Come hai detto tu i soldi pubblici vengono usati sia dalla dx che dalla sinistra per favorire i loro ingranaggi e la cultura è un buon campo, così a Ravenna può capitare di chiudere una strada per un evento e di non dare nemmeno una sedia per un altro evento. Può capitare che si diano soldi a Benigni per le spese e l' incasso tutto a lui per festeggiare Dante , col costo del biglietto di entrata di 50 euro e di non dare un soldo ai fraticelli che fanno le letture dantesche con ingresso gratuito. A Ravenna è capitato pure di avere ceduto un museo di strumenti musicali antichi unico nel suo genere perchè il privato che ne era in possesso non era vicino al potere politico. Pensa che questo museo è stato acquistato da una fondazione bancaria che lo ha donato a Bologna.La stessa fondazione opera a Ravenna e pensa non hanno fatto niente neanche si sono adoperati con la fondazione e pensare che Ravenna si propone come capitale europea della cultura. Con ciò avendo lo specchio a Ravenna penso che teatro ed orchestre si possano appoggiare ai finanziamenti privati , a volte più illuminati del pubblico. Ciao.

Anonimo ha detto...

cara paola,alias teoderica.
ci conosciamo da tanti anni,ti ho sempre stimata,cerca di informarti prima di scrivere cose non vere.o per lo meno non vere in parte.
i soldi pubblici vanno si a teatri e orchestre,ma nel caso di ravenna e bologna,potranno essere di tutte le correnti fuorchè di sinistra.(vedi fondazione)in quanto alla collezione di strumenti, sei assolutamente certa che il vecchio proprietario li tenesse come opere di valore?
a bologna hanno fatto la stessa cosa con strumenti antichi.e sono stati messi in un museo con percentuale di umidità adeguata, temperatura non oltre i 20g/c etc. e non abbandonati a se stessi come spesso accade. certi strumenti necessitano di controlli continui e da personale esperto!
by un'amico ed esperto del settore
G.da M.di Ra