giovedì 19 marzo 2009

Che occorra un po' di morale?

"L'Analisi della virtù ha continuato ad avere la propria espressione naturale nelle opere dei moralisti, di cui oggi si sono perdute le tracce. Anzi, nella società del benessere il moralista è considerato per lo più un guastafeste, uno che non sa stare al gioco, non sa vivere. Moralista è diventato sinonimo di piagnone, di pedagogo inascoltato e un po' ridicolo, di predicatore al vento, di fustigatore dei costumi, tanto noioso, quanto fortunatamente innocuo. Se volete far tacere il cittadino che protesta, che ha ancora la capacità di indignarsi, dite che fa del moralismo. E' spacciato. Abbiamo avuto mille occasioni di constatare in questi ultimi anni che chiunque avesse criticato la corruzione generale, il cattivo uso del potere sia economico sia politico, era costretto a mettere le mani avanti e dire, non lo faccio per moralismo. Come dire, non voglio aver nulla a che fare con questa genia, tenuta generalmente in poco conto." NORBERTO BOBBIO Etica e morale sono la stessa cosa, quello che è da combattere è la falsa morale, cioè chi fa la morale agli altri e non a sè. In questo senso io non ho paura a dire che sono una moralista.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

''Non sono i fatti a turbare gli uomini, ma le opinioni attorno ai fatti''. Epitteto

Annarita ha detto...

Con tutto il rispetto per il grande Epitteto, Pier, direi che dipende dai fatti. Alcuni turbano...eccome!

pierperrone ha detto...

Condivido, Paola.
Bobbio era un grande. L'elogio della mitezza e gli altri suoi scritti brillano per intelligente pacatezza, per senso civile, per profondità etica e morale. Per lui non c'era differenza fra etica e morale. Nel senso che - lo leggi nel tuo post - i valori comportamentali dovrebbero coincidere sia nella sfera privata che in quella pubblica. Non può essere che uno in privato condanna (e non pratica, naturalmente) il furto, ma poi nella vita pubblica lo ammette (e lo pratica).
Invece è proprio questo che oggi accade in Italia.
Se sostituisci l'omicidio al furto, o l'amore per il prossimo, o la pratica sessuale, o i comportamenti medico-sanitari vedi che in tutti questi casi c'è una profonda differenza fra ciò che nel privato è ammesso e quello che pubblicamente viene condannato.
Questo dice Bobbio: "Etica e morale sono la stessa cosa , quello che è da combattere è la falsa morale, cioè chi fa la morale agli altri e non a sè".
In questo senso anche io sono un non/moralista.
A presto.

Paola Tassinari ha detto...

Cara Annarita i fatti sono sempre più determinanti.Caro Piero il piccolo libro di Bobbio "Elogio della mitezza" è una fucina di idee. Quello che volevo dire con ciò è che a volte si fa la morale agli altri molto facilmente ( anche nelle piccole cose)ma si è molto elastici con sè stessi. Con questo sono anche in accordo con Pier Luigi perchè a volte si ostenta una virtù di facciata ben pronta poi a fuggire quando non c'è l' opinione pubblica. ( vedi ad esempio la violenza sulle donne che si verifica soprattutto fra le pareti domesiche) Un abbraccio.

Gaetano ha detto...

La moralità. Ecco, secondo me, la lancia che trafisse il costato di Gesù sulla croce, ormai morto. Mancava il perfezionamento del Calvario al cospetto delle pie donne e Giovanni l'apostolo prediletto da quel momento figlio di Maria e quindi fratello del Redentore per sua ultima disposizione.
Di questi giorni non si fa che discutere su una moralità legata al sesso in relazione alla frase del Papa, Benedetto XVI, «I preservativi non servono anzi aumentano i problemi». Di qui un gran chiacchierare a vanvera di tanti presunti sapienti che invece non dimostrano di essere capaci di esaminare le cose sulla vita morte e miracoli della questione sulla contraccezione, vista però dalla parte del Papa. E se si è capaci di farlo a tutto campo, iniziando dall'uomo da che era scimmia (secondo Darwin checché ne dicano i Turchi dell'Islam su di lui), fino ad oggi, è come quella donna fedigrafa condannata alla lapidazione, di evangelica memoria, che fu perdonata da Gesù. Nessuno osò lanciare il sasso della morte perché, secondo Gesù, occorreva essere senza peccato. Naturalmente tutte le ragioni, favorevoli alla contraccezione di parte laica, sono buone sempre che non si affermi che le Sacre Scritture ignorino la questione della contraccezione.
Basta non aggiungo altro ma vi invito a leggere un mio articolo a riguardo, da poco pubblicato sul giornale online TellusFolio. Clicca qui: Tamar due donne in una.
Abbracci a tutti,
gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Caro Gaetano ho letto il tuo interessantissimo " Tamar due donne in una". Io penso che il Papa col suo appello al "non uso" del preservativo, voglia colmare quel vuoto di valori che si è creato, solo che invece di guardare avanti la chiesa cerca un recupero all' indietro ( un po' come nel periodo della Controriforma) Tu conoscerai certamente i " ciellini" questi ragazzi che arrivano vergini al matrimonio , non usano il preservativo nè pillola e sfornano nidiate di bambini "sembrano" più sereni. In realtà il nichilismo serpeggia anche fra di loro, hanno solo più tempo impegnato.Negare poi in Africa il preservativo è una cattiveria, mettiamo che in una coppia gionane uno dei due sia infettato da Aids, oltre alla malattia devono anche togliersi il piacere dell' amore? Sono consapevole che il preservativo non basti ma un aiuto lo è, ......ma la chiesa per salvarsi si è sempre volta all' indietro.