mercoledì 10 giugno 2009
OCCUPO UNO SPAZIO QUINDI SONO
Alessandro Magno, arrivando in india, notò che un gruppo di filosofi jainisti non si curava minimamente delle sue conquiste e della sua grandezza. Li interrogò, ed essi risposero:- O re Alessandro, ogni uomo può possedere tanta parte della faccia della terra quanta è quella su cui sta. Non sei che un uomo come noi, salvo che tu sei sempre indaffarato, ma per cose da cui non viene alcun bene, lontano tante miglia dalla patria , rechi disturbo a te stesso e agli altri!... Presto sarai morto, e allora possederai solo quel tanto di terra che basterà a seppellirti.-
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13 commenti:
Vedi, Paola, che i filosofi sanno anche dire le cose giuste? Non è una gran verità, quella che racconti?
Bastano queste poche parole per ricondurre ogni cosa al proprio posto.
Poi ci sono molte parole inutili, anche nella filosofia.
Ma a noi tocca sempre saper scegliere. Non possiamo farne a meno.
Un abbraccio.
Viene da chiedersi, chi è veramente l’uomo? Ovvero in quale spazio si rintraccia? In una certa sede corporea? Dunque la disputa posta dai filosofi jainisti con Alessandro Magno, dovrebbe aver luogo in altra sede. Tanto più che quella corporea sembra che occupi uno spazio quasi “ombra”, ragionando secondo la filosofia contemporanea che aggiorna quella antica sul modo di concepire la corporeità in quanto materia.
Nel medioevo e nell’antichità era radicata la convinzione aristotelica che la materia fosse composta da quattro elementi: terra, aria, acqua e fuoco. Ciascuno di questi, avendo un diverso “peso”, tende verso il proprio luogo naturale, lasciando al centro dell’universo la terra e l’acqua, facendo invece salire verso l’alto aria e fuoco. Inoltre si credeva che la materia fosse un insieme continuo, privo completamente del vuoto (la natura aborre il vuoto, horror vacui). Oggi invece si è scoperto che la materia è al contrario composta per oltre il 99 % di vuoto.
La filosofia contemporanea si è decisamente allontanata da una speculazione puramente concettuale sulla materia, con poche eccezioni (tra le quali Edmund Husserl che ne dà un’analisi fenomenologica) [...].
Dunque le scoperte della fisica contemporanea, che hanno eliminato ogni equivoca distinzione newtoniana di materia ed energia, hanno tolto alla speculazione puramente filosofica ogni preminenza nell’analisi di tipo scientifica del concetto di materia.
Il filosofo, meglio se di formazione scientifica o egli stesso scienziato, continuerà ad occuparsene, purché non trascuri la necessaria base scientifica delle attuali conoscenze e concezioni della materia che restano infatti, assieme ai correlati concetti di energia, informazione, spazio, tempo, al centro delle analisi della filosofia della fisica. [Da Wikipedia, l’enciclopedia libera: Materia]
Resta da far luce sul tempo, poiché abbiamo relativizzato il concetto sul presunto spazio occupato dall’uomo, così come veniva immaginato nel passato remoto ed oggi.
La domanda che si pone è dunque questa:
Qual è la natura del tempo e dello spazio?
É un tema di molte vedute. Ne esprimo una che sembra attrattiva, riportando una parte di ciò che viene detto sul web, qui.
“Lo scenario del vostro ambiente fisico… gli aspetti materiali della vita, così come la concepite, sono tutte finzioni.
Il cervello è un esempio di finzione. Occupa uno spazio. Esiste nel tempo. La mente non occupa uno spazio e non esiste nel tempo. La realtà dell’universo interiore non occupa uno spazio e fondamentalmente non esiste nel tempo. Il vostro finto universo, d’altro canto, occupa uno spazio ed esiste nel tempo, ma non rappresenta il vero universo originario, non più di quanto il cervello rappresenti la mente.
La vostra idea di spazio è la concezione completamente errata di un vuoto da riempire… Il vero spazio interiore, al contrario, è un’energia vitale, in sé viva, che possiede delle capacità di trasformazione, che forma tutto ciò che esiste, anche la finta realtà che vi è tanto familiare e che cercate così inutilmente di esplorare.
Questo universo originario di cui sto parlando si espande costantemente in termini di intensità, qualità e valore, in un modo che non ha niente a che vedere con la vostra idea di spazio. L’universo
originario, sotteso a questa finzione, non esiste affatto nello spazio, come voi ve lo figurate… Lo spazio è una finzione …”.
Radiosa giornata,
Gaetano
Scusami Paola ma mi viene da aggiungere i miei personali ragionamenti sul tema che hai posto.
La mia idea è che, fermo restando le suddette concezioni, ogni qualvolta ci si intrattiene su un argomento di vita, sia limitato al nostro piccolo che no, ci si accorge di un “divieto di sosta”, come un certo “Segno di Giona”, che dapprima sfugge al nostro sguardo ma che alla fine, ma troppo tardi, vediamo. Intanto il vigile ha già posto sul cruscotto la multa irrevocabile. E viene da invocare qualcuno che crediamo in noi in tanti modi, forse quello stesso uomo oggetto di questa discussione. TU DOV’ERI! Ci viene da dire. É una lezione che mi viene dall’essere intervenuto in un blog in cui era in bella mostra una foto di un monastero con al suo centro il segnale stradale di divieto di sosta in questione. Un tempo, trattandosi di un luogo sacro, era una croce o una statua di un santo a far degna mostra. Ma oggi chi veramente entra in quel monastero senza portarsi dietro qualcosa che è “imparentato” all’autovettura che non si può parcheggiare? Un telefonico e tante altre macchinazioni dentro la mente? Per curiosità questo è l’indirizzo del blog: Laboratorio Di Scrittura.
Anche qui si pone una questione, ma come al solito è solo un’occasione per imparare a “scrivere”, indipendentemente dalla ragione di fondo che resta vincolata nel mistero.
Io ho tentato di metterci mano e mi sono anche “distratto” a causa di un punto esclamativo che non ho visto a cose fatte...
Sai una cosa, Paola? Agli avventori del web e i loro conduttori, non piacciono “lunghi post e commenti”, è troppo impegnativo e occorre molta sapienza. Ma come si fa a far luce sulle cose senza un certa minima analisi, che alla fine vanno sotto terra, ben piccola conquista terrena come hanno detto quei filosofi Jainisti ad Alessandro Magno.
Gaetano
Caro Pietro , il mio post è una riflessione , e sempre monotona vado su quel punto,sul potere e l' egoismo, sull' inutilità del possesso ( meglio l' uso) ma del nostro ineluttabile rincorrerlo .Infatti se proposto al potere non si dice no,io almeno non ci riuscirei, dico tante parole ma se mi capitasse l' occasione del potere saprei dire di no?Ciao.
Caro Gaetano, rifletto un poco , poi ti rispondo, in quanto alla segnalazione del sito , ti ringrazio perchè mi è piaciuto molto.......nella mia presunzione ti dico che .... Tu dov' eri.....Egli era ed è con tutte le persone che soffrono.
PS anche io mi sono resa conto che le persone amano i post brevi, io sono fortunata perchè poi intervieni tu che approfondisci. Io mi limito a cogliere l' impressione, ciò che mi colpisce, anche perchè non sono in grado di approfondire.Un abbraccio
Cara Teo,se ci rendessimo conto qi quanto sia breve la vita e che alla fine siamo padroni(forse)solamente di qualche metro di terra,potremmo dare significato alla parola libertà e pace e finirla col senso del possesso che carica negativamente lo spirito degli uomini.Un abbraccio, Salvatore Lombardo
Gaetano e Teo, i conduttori del web e i loro avventori non è che non amino i commenti lunghi in assoluto. Ci sono casi e casi, ma in generale la scrittura elettronica ha le caratteristiche di snellezza e brevità per la sua stessa natura.
Questo come prima considerazione. In secondo luogo, sempre in generale e quindi non in particolare come può essere lo spazio di Teo o di altri, i commenti molto lunghi diventerebbero dei post nel post. Gli straordinari commenti di Gaetano, che personalmente apprezzo molto, in un contesto generale tendono a spiazzare i lettori perché non sono in molti ad essere in possesso delle competenze del nostro amico.
Scusa teo, se mi sono allontanata dal contenuto del post, ma mi sono sentita di esprimere il mio pensiero sulla riflessione di Gaetano circa la lunghezza dei commenti.
Gaetano, per quanto riguarda i miei blog, continua a lasciare i tuoi commenti così come li apprezzo da sempre, mi raccomando!
Un abbraccio cumulativo
annarita
I filosofi sono sempre nel giusto, soprattutto quando parlano della struttura della realta'.
Per esempio Aristotele stabili' una distinzione tra proprieta' essenziali e proprieta' accidentali. Cioe' le essenziali sono quelle senza le quali una cosa non sarebbe quella che e'; le accidentali sono quelle che determinano coma una cosa e', ma non che cosa e'.
E' innegabile che tutti debbano morire anche se possiedono tanta terra e possedere tanta terra non esime dalla morte.
Per questo hanno ragione i filosofi jainisti nell' affermare:
''O re Alessandro, ogni uomo può possedere tanta parte della faccia della terra quanta è quella su cui sta. Non sei che un uomo come noi, salvo che tu sei sempre indaffarato, ma per cose da cui non viene alcun bene , lontano tante miglia dalla patria , rechi disturbo a te stesso e agli altri !... Presto sarai morto , e allora possederai solo quel tanto di terra che basterà a seppellirti.''.
E' un esmpio di razionalita', essenziale, per Aristotele, agli esseri umani.
Buona serata.
Vale
Per prima cosa, rispondo ad Annarita ed indirettamente a Gaetano.Dico subito che persone come Gaetano o Pier Luigi possono scrivere commenti o post lunghissimi e rimanere avvincenti come se il loro scritto fosse di due righe.Io bevo metaforicamente , mi disseto con quello che scrivono , ancora oggi dopo i tanti interventi ho sempre paura che scompaiano , ti prego Gaetano , se sono stata insensibile me ne scuso , io facevo riferimento alla mia esperienza , quando giro nel web tendo a non leggere i post lunghi......ma se l' inizio mi intriga mi avvinco nella lettura e poi torno nel sito. Io volevo dire che cerco di usare la brevità perchè IO non sono in grado di approfondire , già mi ritengo un poco superficiale per intervenire in post profondi, ma il mio volere esistere come pensiero fa volare via la mia timidezza. Annarita , Gaetano scusatemi se ho dato una specie di negazione ai commenti di Gaetano........io li ritengo un dono del destino. Paola con affetto.
Caro Salvatore, sono daccordo con te, e col post volevo proprio riferirmi a ciò...... col senso del possesso che carica negativamente lo spirito degli uomini.......questa tua frase mi ha colpito molto perchè io tendenzialmente sono molto possessiva, non getto mai via niente, faccio fatica a donare , ma se seguo il mio istinto libero dai condizionamenti culturali del mio ambiente , dono in allegria .....sul momento penso ma ho dato via la tal cosa a cui tenevo tanto , ma poi la dimentico perchè non la usavo più e quindi era solo possesso.Sul possesso sto riflettendo per oltrepassarlo. Con affetto .
Buongiorno Pier Luigi,.......sai il post mi è venuto in mente pensando ad un certo cavaliere...........un abbraccio.
Aristotele scriveva anche per papi.
Buona serata.
Vale
Mi spiego:
per esempio Ari pensava che l' arroganza fosse essenziale al cavaliere, e,dal momento che il cavaliere e' arrogante , la sua arroganza e' essenziale al suo essere cavaliere. Per Ari senza la proprieta' dell' arroganza, il cavaliere non sarebbe il cavaliere. Non sarebbe neppure arrogante, quindi come potrebbe essere il cavaliere?
D' altra parte, Ari pensava che la proprieta' del cavaliere di essere basso,senza capelli e con le rughe sia puramente accidentale; essere basso, senza capelli e con le rughe fa parte di come e' il Cavaliere, ma non e' essenziale a che cosa o chi egli e'. Per dirla in un altro modo, togliete al cavaliere l' arroganza e il cavaliere non e'piu' il cavaliere. Fategli una plastica, un trapianto di capelli e fategli indossare scarpe con il rialzo e' e' sempre lo stesso cavaliere arrogante con il viso rifatto, il trapianto di capelli e con le scarpe con il rialzo.
A questo pensava l'amico Ari quan do parlava di strutturadella realta', di proprieta' essenziali e proprieta' accidentali.
Buona serata.
Vale
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