sabato 9 gennaio 2010

NON E' LA STORIA CHE SI RIPETE È IL NOSTRO CERVELLO CHE FA IL PAPPAGALLO

Il 7 aprile 1926 una cittadina inglese Violet Gibson attentò alla vita del Duce sparandogli un colpo di pistola, ferendolo di striscio al naso. Prontamente arrestata non riuscì a giustificare il suo gesto. 
Dall' interrogatorio emerse che l'attentatrice era pazza. 
Fu espulsa dall'Italia e trasferita in Inghilterra dove fu internata in un manicomio. 
Il giorno dopo Mussolini si presentò alla nazione con un vistoso cerotto al naso. 
 Quell'episodio servì per giustificare un'ulteriore e definitiva stretta legislativa nei confronti delle opposizioni colpevoli, secondo la propaganda dell'epoca, di fomentare l'odio nei confronti del fascismo e del suo Duce. 
 Oggi come allora, anche se per fortuna in un contesto politico diverso, in cui sarebbe impensabile una stretta antidemocratica come quella del 1926, si cerca di addossare la responsabilità dell'attentato al Presidente Berlusconi all'opposizione rea di porre in atto una campagna di odio e istigazione nei confronti del Governo e in particolar modo del suo leader. 
 Questa missiva scritta da un lettore ad un quotidiano locale mi ha posto una riflessione sulla pericolosità della storia intesa come pensiero induttivo. 
Se la storia si ripetesse, facile sarebbe evitarne gli errori. 
Il fatto è che il nostro cervello una volta formata un'opinione, difficilmente cambia parere e da più valore alle informazioni che confermano le sue opinioni, mentre sottopone ad un severissimo giudizio quelle che lo confutano. 
Sono strategie cognitive utili ma che a livello politico e sociale possono avere conseguenze pesanti.
 Quindi, oserei dire... che non è la storia che si ripete, è il nostro cervello che fa il pappagallo.

10 commenti:

Gianna ha detto...

Fa il pqappagallo proprio perchè non fa tesoro del passato...che dovrebbe insegnare e consigliare...

pierperrone ha detto...

Cara Paola, ti rispondo con una notizia, o un anticipo di notizia, che trovo inquietante e frustrante. L'ho trovata su numerosi giornali in rete, ma ti riporto il titolo di un articolo de "il giornale", proprio quello del premier:
- «Manifesti del Cavaliere ferito». Ma è giallo -
(link: http://www.ilgiornale.it/interni/manifesti_cavaliere_ferito_ma_e_giallo/31-12-2009/articolo-id=410409-page=0-comments=1 )

La storia e il nostro cervello possono ripetersi, prendendo giudizio di quello che significano i fatti, belli o brutti, oppure, in modo pagallesco, scimmiottare (altra derivazione animale, no, Paola?) ottusamente comportamenti assunti dal passato.

Ma, è questo che volevo evidenziare, resta sempre qualcuno che approfitta dei poveri pappagalli.
Tu hai ragione. Ci sono molti pappagalli, ignoranti, stupidi, ottusi. Oppure altri che fanno i pappagalli ottusi, stupidi, ignoranti e lo fanno per convenienza. Bene. E' vero, ci sono.
E c'è anche sempre, sempre dico, chi se ne approfitta.
Se poi il potere di chi se ne approfitta è forte, come per il duce o per il premier, chi ci rimette è la democrazia.
Quello che dovremmo sempre ricordarci, Paola mia, è che noi siamo fortunati, cerchiamo in tutti i modi di non farci abbindolare dalle mascherate del potere. Siamo fortunati perchè siamo ricchi di mezzi culturali, civili e morali per non farci abbindolare.
Ma molti non sono fortunati come noi.
Per chi ha il potere e lo esercita senza scupoli, senza alcuna moralità, senza alcun senso civile, quelli, gli sfortunati, sono solo "la gran massa", "la gente", "il popolo bue", "il gregge".
Nei loro confronti la strategia profittatoria riesce molto bene.

Quando vedrai quei manifesti col volto insanguinato di mr b, pensa a questo commento. E ricordati, tu sei fortunatata. Non appartieni alla colonia dei pappagalli.

Loro, invece, hanno appeso quei poster per rubare il cuore dei pappagalli. Per spaventarli, per carpirgli la buona fede. Come fanno i cacciatori nella foresta: mettono i fuochi intorno alle tende, di notte, per spaventare le bestie, che, poverette, si lasciano suggestionare.

Se il leone in cerca di cibo avesse la fortuna che abbiamo noi, entrerebbe di notte nel campo e si mangerebbe i feroci cacciatori.

pulvigiu ha detto...

Certamente che è da pappagalli
commemorazioni e ricordi di date
del passato, dalle stragi politiche
alle grandi guerre, quello che però
è importante, farlo conoscere alle nuove generazioni affinche cose del genere non succedano mai più.

Buon fine settimana
cara Teodorica.

Ciao da Giuseppe.

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Stella.....sai è molto più comodo e facile fare il pappagallo.
Baciotti....ho raccontato il fatto dei cannibali.......ai mie amici senegalesi.....non ti dico le risate.......ribaciotti.

Paola Tassinari ha detto...

Vedi Piero ........io pensavo mentre scrivevo il mio post ...a Martin Luther King...quando diceva che lui avrebbe sempre amato chi li torturava, li schiavizzava, li derideva perchè li avrebbe vinti facendo leva alla loro coscienza, perchè si grida quando si è lontano dagli altri, non quando si è vicini.....insomma cambiamo e seguiamo la storia che ha vinto con l' amore, seguiamo il piccolo, voliamo bassi.......boh....sono pensieri che....solo un senso non ce l' ha...........domani è un altro giorno arriverààààààààààà.

Paola Tassinari ha detto...

Ma vedi caro Giuseppe, succedono lo stesso....l' unica cosa è vedere la storia rapportandola all' esperienza quotidiana della nostra vita.
Buona domenica e buon inizio settimana a te.

gaetano.barbella ha detto...

Cara Paola, il pappagallo in noi, tu l'hai disegnato nel post precedente, il "bambino" con le "orme di elefanti". Oggi lo chiameremo il bambino informatico e le orme, che tu hai immaginate in forma di quadrati, possono benissimo alludere ai pixels con i quali si formano le immagini.

Come è detto da Kalidasa, attraverso lo storico Paolo Rossi del mio commento che sai, "Forse anche la storia delle idee assomiglia a questo: cercare di ricostruire elefanti elusivi, ormai andati via, partendo dalle orme che hanno lasciato.".
Allora meno male che il cervello è un pappagallo, se no dove il giusto terreno per tener da conto le argomentate "orme di elefanti". Si tratta della memoria.

Tu, Paola, hai parlato di certe "orme" che preoccupano, ma è anche inevitabile il necessario possibile pareggio. E se nessun "Cristo" si accolla il peso della forza che l'ha prodotta, ecco che va a vantaggio di quel "cervello" marcato, ma a patto che in lui prevalga il "Cristo". Altrimento male per tutti.
Mi sovviene il segno lasciato sul volto della famosa Madonna dell'Arco.

Nel quattrocento sorgeva un'edicola dedicata alla Madonna sul margine della via che collegava a Napoli i vari comuni vesuviani, nel lato del Monte Somma. Tale edicola era a pochi chilometri dalla Capitale del meridione d'Italia, in territorio del comune di Sant'Anastasia nella contrada che si chiamava "Arco" per la presenza di arcate di un antico acquedotto romano.

Il primo miracolo
Il lunedì di Pasqua del 1450, celebrandosi come di consuetudine ogni anno, dagli abitanti della contrada una festicciola in onore della Beata Vergine Maria, avvenne un prodigio che richiamò su quell'immagine l'attenzione di tutti i fedeli delle terre circonvicine. Presso l'edicola tra le altre cose si giocava a palla-maglio; il gioco consisteva nel colpire una palla di legno con un maglio, e vinceva colui che faceva andare più lontano la propria palla.

Tirò il suo colpo il primo giocatore, poi l'altro, tirò il suo con più energia ed abilità tanto da poter esser certo della vittoria se questo tiro non fosse stato fermato dal tronco di un albero di tiglio, che era sulla direzione e vicino all'edicola della sacra immagine. Indispettito e fuor di sé dalla collera, questi bestemmiò ripetute volte la Santa Vergine, poi, raccattata la palla dal suolo, al colmo dell'ira, la scagliò contro l'effige, colpendola alla guancia sinistra, che subito, quasi fosse stata carne viva, rosseggiò e diede copioso sangue. Gli astanti che, attratti dal gioco, si erano fatti intorno ai due giocatori, ebbero un grido di orrore.

Riavutisi dallo stupore, i presenti presero il disgraziato, e gridando ad un tempo miracolo e giustizia, ne avrebbero fatto scempio, se non fosse giunto opportuno a liberarlo dalle loro mani il conte di Sarno, Gran Giustiziere del Regno, comandante la compagnia contro i banditi. Questi, trovandosi nella contrada, richiamato dal tumulto, accorse con i suoi uomini e s'impadroni del reo, cercando di calmare e trattenere la folla eccitata che chiedeva giustizia.
Sparsasi intorno la fama dell'accaduto, fu un accorrere quotidiano di fedeli. Per venire incontro a questi fedeli, proteggere la sacra Immagine e celebrare la liturgia fu costruito prima un tempietto, con un altare dinanzi, poi, più tardi, una chiesetta e due stanzette, una a pianterreno ed una superiore, per ospitare un custode. Nacque così il culto per questa Madonna che ben presto si estese a tutti i paese vicini, culto vivissimo ancora oggi.
Vedi qui.

Da allora si è moltiplicato il culto per questa Madonna che ha operato tanti miracoli per la fervente fede di quelli del posto che conosco molto bene.

Abbracci,
Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Ciao Gaetano, sono d' accordo con te con l' importanza del cervello pappagallo( scrivo infatti che è un processo cognitivo importante) ma il racconto che fai tu sull' episodio del miracolo mi da lo spunto per dire che il cervello fa ancora di più il pappagallo quando è insieme ad altri, infatti volevano fare la "festa" al giocatore blasfemo e non è certo ciò che è in linea con il perdono della religione cristiana, ma qualcuno avrà detto.....deicida, ammazziamolo...e gli altri dietro come pappagalli. Io mi ero allacciata a Popper e contro il pensiero induttivo che fa saltare al naso le analogie più evidenti, mentre sarebbe meglio usare il metodo della "falsificazione" trovare le differenze perchè sono quelle che aiutano il cervello a fare percorsi nuovi. Poi Gaetano tu parlando del "Cristo" hai inteso ciò che a me sembra uno spiraglio di luce, effettuabile anche se più difficoltoso,( M.Luther King ad esempio)che nella vita quotidiana secondo me vuol dire trattare l' altro che magari ritieni in colpa in modo da non metterlo sulla difensiva,di non attaccarlo di prenderlo per il "suo verso"......non ne posso più di " urlatori" io sono piena di peccati di ogni genere e so che se mi prendono per il " mio verso" io do tutto, se mi prendono per il verso sbagliato non sono mica tanto buonina,e l' altro non sarà tanto diverso da me, e allora la distanza più breve fra due persone ......è un sorriso.....mica urlargli dittatore.Tra l' altro leggevo tempo fa, in Olanda mi pare, che al tempo del nazismo il clero si oppose in maniera drastica al regime ottenendo un inasprimento agli Ebrei lì presenti ed ai cattolici, mentre in Italia il tanto criticato Papa cercò di non essere severissimo ed ottenne di più, tutto quello che poteva e non che non fece niente perchè fece aprire le porte anche ai monasteri di clausura e diede il permesso di dare il Battesimo agli Ebrei.....cercò di fare il maggior bene possibile...........fece bene...forse sì.
Bè ciao Gaetano......altrimenti chissà dove vado a finire.
Un abbraccio tondo come il mondo.

paopasc ha detto...

Elalà, la Paoletta mi fa concorrenza e mi supera anche! In realtà l'adesione alle proprie convinzioni nonostante evidenze contrarie sfocia pure nel paralogismo e nella confabulazione.
Sarebbe interessante scoprire i fenomeni connessi al rifiuto delle evidenze logiche in favore del proprio punto di vista, fatto che si presenta anche in pazienti con traumi cerebrali con emiparesi controlaterale, in cui la parte di braccio paralizzata, per esempio, non viene riconosciuta come propria, e per confermare questa tesi i pazienti ipotizzano che il medico gliela abbia attaccata nottetempo.
Sull'assegnare un diverso valore alle prove favorevoli o contrarie J. Haidt dimostra che questo comportamento lo si ritrova in ogni situazione conflittuale in cui si è coinvolti, giudicando le offese ricevute, p.e., come più offensive di quelle fatte.
Bel posticino cerebrale!
:)

Paola Tassinari ha detto...

Sai Paolo.....ho sempre detto....fatti in là alla scienza, quel poco che so me l' ha spiegata mio figlio e sempre portandomi esempi spiccioli....ora fra tu, Annarita e Gaetano, l' apprezzo sempre di più.....perchè fate semplice il difficile ed io penso che solo chi la conosce a fondo può spiegarla in modo appassionante e chiaro.....se non te l' ho ancora detto, grazie per i tuoi post....ora vengo a vedere se hai risposto alle mie domande....sono curiosissima.