venerdì 22 gennaio 2010
Sul tappeto volante
Viaggiando nel web ho incontrato "qui " e qui piccoli saggi sul sonno ed il sogno, poi ho fatto un altro incontro qui . Questi articoli hanno colpito il mio immaginario, e siccome mi piace viaggiare soprattutto con la fantasia vi porto con me sul tappeto volante.
In maniera sommaria perché ogni ripartizione categorica si presta a critiche anche giustificate gli organismi si possono dividere, sommariamente, in due categorie, quelli che crescono e quelli che migrano.Infatti, a ben considerare, gli organismi viventi questo fanno: o crescono sul posto, radicandosi al supporto sottostante (il terreno, una roccia, oppure un altro vivente) oppure si muovono. È chiaro che entrambi crescono, hanno un periodo che va dalla nascita alla completa maturazione. Il sonno e il suo particolare stato, può riprendersi in parte ciò che ha perso lasciando il crescere radicato, ritornare a ritroso nel tempo, il sogno potrebbe essere il legame tra il crescente/ radicante ed il migrante.
Il corpo per vivere deve nutrirsi (dalla terra) e poi digerire, di questo processo semplice e complesso rimangono le scorie (alla terra). Col sonno il nostro corpo si riposa e si rigenera fisicamente, la mente col sogno si nutre (dalle emozioni) che andranno poi digerite, andranno in circolo proprio come il cibo per il corpo, e le scorie andranno (alle emozioni più recondite). La corretta sintesi del cibo serve alla rigenerazione delle cellule, al mantenimento della vita organica, mentre la corretta sintesi degli input percettivi accumulati nella veglia serve alla rigenerazione mentale, attraverso una continua rielaborazione cognitiva, che si trasforma in comprensione e apprendimento, per un approccio alla vita elastico e in divenire. Questa è la crescita: la crescita del corpo deve corrispondere alla crescita della mente. Se una si ferma, si ferma anche l'altra dobbiamo ricordare che siamo migranti, che dobbiamo svegliarci perchè non possiamo essere più dei crescenti.
Proseguo col viaggio sul tappeto volante... con la morte il nostro corpo nutre la terra, le scorie rimangono alla terra, sia che il corpo sia vivo o morto. Con la morte del corpo la mente che digerisce col sogno dove va? In una dimensione simile al sogno? Svanisce come un sogno, un' emozione? Se il corpo vivo o morto rimane alla terra, la mente viva o morta rimane all'emozioni? L' altra vita è sogno e noi siamo sogno per L' altra vita? Se la terra ha un corpo fisico che si nutre anche di noi ha anche una mente? E se ha la mente, di cosa si nutre... delle nostre emozioni? E le scorie rimangono come emozioni?
Fantasia è solo fantasia ma ho voluto dividerla con voi.
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15 commenti:
Ciao cara,
ti ladcio un frettolo saluto...mannaggia sono inpegolata in troppe probblematiche di varia natura.
La canzone in sottofondo fa sognare...grazie.
Ciao Teo, hai filosofato un po'...
Mens sana in corpore sano...
Corpo e mente crescono di pari passo.
Carissima Paola, io mi fermo all'idea che se mi metti nella terra, il mio azoto potrà essere utile a co ncimare la nascita di qualche fiore pieno di colori e di profumo.
Un fiore che se sarà colto da un'innamorato, quale cosa bellissima sarebbe, potrà far sospirare d'amore la sua bella.
Un fiore che potrebbe essere la dominate di un'essenza di profumo esclusivo, in grado di sprigionare l'aroma più accattivante che il corpo di una donna possa utilizzare per catturare il cuore del suo amato.
E magari, coi suoi colori, quel fiore potrebbe tornare ad essere luce, quella stessa luce che ha inondato i tuoi occhi, magari, Paola, che colorano coi loro riflessi i tuoi disegni.
O la luce che ha inondato le visioni di Leonardo, o di Michelangelo, o di Picasso o di chissà, un pittore mai diventato famoso.
Il pittore, forse, che ha dipinto il quadro di Dorian Gray, capace di catturare il segreto della vita e della morte.
...
Le emozioni le farei sbocciare in forma di verde edera che si aggrappa a tutto, pur di continuare a sentirsi nutrita dall'amicizia di tutte le cose.
La mia terra, quella nata dalla lavorazione dei miei elementi chimici, vorrei che non fosse una terra limite di confine. Non mi piacerebbe per niente essere una zolla per la quale due soldati con divise di colore diverso dovessero usare il fucile per decidere a chi dei due appartengo.
o appartengo a tutti.
Vorrei appartenere, almeno in qualità di percentuale irrisoria della tabella degli elementi chimici, a tutta la natura, senza distinzione di generi, di specie, di tempo e di qualità.
Tutto ciò che ho preso dlla tabella degli elementi alla tabella dovrà ritornare. A disposizione di tutti. E per sempre.
Le mie emozioni sarebbero le emozioni di tutti.
Le emozioni di tutti sarebbero quello che rimane delle mie.
Non sarebbe bellissimo così?
E questo è un sogno cha diverràà realtà.
... basta spettare.
Buon fine settimana con un aforisma di
R. Tagore che amo tanto.
«Dormivo e sognavo che la vita era gioia;
mi svegliai e vidi che la vita era servizio.
Volli servire e vidi che servire era gioia»
Ciao da Giuseppe.
Ciao Sara, la musica in sottofondo è September Morn di Neil Diamond ed è veramente......saudade.
^_^
Ciao Stella ...più che filosofato o fantasiato.......baciotto e buona domenica.
Ciao Piero.....hai iniziato poeticamente, forse ti ha ispirato anche Neil Diamond....a me lui in questa canzone mi ricorda la dolcezza della natura, l' essenza dell' amore, quella specie di alchimia che è in un incontro d' amore a volte, oppure è quando ti senti a volte unita all' erba, ad un fiore o alla terra.......a volte cammino scalza per riprendere contatto e forza dalla terra....forse ho letto troppo mitologia, sai mi è dispiaciuto che Ercole sconfiggesse Anteo......Per la seconda parte, la terra è intrisa anche di emozioni negative, tutto il sangue versato e quindi si prende anche questo..........Tutto ciò che ho preso dlla tabella degli elementi alla tabella dovrà ritornare. A disposizione di tutti. E per sempre.
Le mie emozioni sarebbero le emozioni di tutti.
Le emozioni di tutti sarebbero quello che rimane delle mie...........bè se tu hai scritto così, non siamo lontani da ciò che ho fantasticato io.........baciotto e buona domenica.
Ciao Pulvigiù.......mi piace tanto anche a me, non lo conoscevo quindi...grazie....... e poi grazie perchè mi porti sempre pensieri delicati e positivi....mi ricordi i bambini.....non sentirti offeso, per me questo è il più bello dei complimenti.
Buona domenica e buona settimana :-)
Mannaggia che non ho tempo di leggere il post ,ma mi hai fatto sorridere con il tuo commento e volevo dirtelo :)
Ripassero'
baci
kicca
ps preferisco la versione di paul anka ^__^
Cara Paola, di domanderai cosa avrà in mente Gaetano sulla "mente" e le sue "scorie"?
Giuliano Kremmerz, che conosci, definisce la mente umana "principio pensante e volitivo di noi stessi", mentre nella "mente universale" colloca Dio. E le "scorie"? Il "precipitato" che trova riscontro nella cacciata di Lucifero e dei suoi angeli dal Paradiso (vedi Apocalisse) e nella parallela cacciata edenica di Adamo ed Eva.
Ma questa versione è mistica mentre tu miri al ragionamento avanzato dell'uomo di questo terzo millennio. La mente dove si annidano intrighi da scoprire.
Allora capitano ad hoc tre miei commenti postati oggi nel blog Scientificando di Annarita su AVATAR. Il terzo commento è ancora in moderazione.
Il napoletano in me mi suggerisce una barzelletta che io lego ora alla mente.
All'esame per il patentino di conduttore di caldaia viene richiesto di descrivere una caldaia a vapore. Il tale, un napoletano poco disposto a parlare correttamente in italiano, rispose così:
'A caldaia. 'A caldaia è 'nu sfaccimme 'e tubbo c'una maronne e furia 'llà dinte. Ddio solo u sape chelle che succede 'llà dinte!
(La caldaia. La caldaia è un grande tubo con una enorme furia (di vapore in pressione) là dentro. Dio solo lo sa quel che succede là dentro.!)
"Sfaccimme" è un termine, per certi versi dispreggiativo ma nello stesso tempo accattivante. "Maronne" è la Madonna.
L'uomo sfaccimme è molto desiderato dalle donne.
Ciao,
Gaetano
Avatar? Superba immagine. Un occhio-cicogna-strega col cesto degli uomini stellari del "cinque". Uomini-guerrieri in procinto di una impresa nel passato remoto. "Fantasia" di novelli argonauti.
Gaetano
Ciao Kikka.....lo sai che non lo sapevo della versione di Paul Anka......tank per l' informazione :-)
Ciao Gaetano.....avevo letto il post di Annarita, avevo lasciato da Pietro questo commento...Annarita ha fatto un post simile su Scientificando, ispirato dal film Avatar…….strano che pure tu citi "Era quel turchese il colore che avrebbe aaccolto le anime degli ultimi figli della terra dei Maya"……….perchè io identifico Avatar proprio con quel colore.........nel senso che il film non l' ho visto ma mi ha colpito quel "blù" particolare che mi ricorda tanto Yves Klein.
Dei commenti che hai lasciato da Annarita sicuramente quello che più mi ha colpito è quello che un giorno ci sia la posibilità di fare la guerra virtuale,al posto di quella reale. In quanto al detto napoletano, sull' uomo desiderato delle donne ti rispondo con un altro detto ( oggi mi è arrivato un commento su un mio vecchio post sui " becchi".....è mitologia pure questa, andiamo alle corna del cervo ecc.con uno scritto GERARCHIA DELLE CORNA, omaggio a Charles Fourier)al quinto posto vi è :"Il cornuto argo o cauto, è un volpone che conoscendo tutte le astuzie dell'amore e fiutando di lontano i vagheggini, prende sagge disposizioni per metterli in scacco."
Au revoir mon cherie ami.
Cara Paola, io ho il terrore della morte. Da ragazzino ho avuto dei "segnali" particolari, tipo andarde a trovare una mia insegnante, bellissima, divorata dalla malattia. Il buio scese su di me, quasi come una forma larvata di depressione. E poi ancora due episodi. La morte è l'elemento che mi fa scrivere, questo è quanto io colgo. Anche Fellini (che paragone!) aveva la morte come principale musa e l'ha raccontata,vedi Prova d'orchestra. La morte come principale compagnia di viaggio e stimolo intellettuale. Quando vedo un morto dal "vivo" ho il terrore. Mi ricordo di mio nonno: quando entravo nella sua camera da letto, ma solo in quella, dov'era stato da vivo, mi accolse la presenza sua e mi suscitò terrore, non piacere. Con gli anni ho rivalutato la figura del padre di mia madre, ma ho sempre la paura, il timore della dama nera. Dopo la morte cosa c'è? Non lo so. Forse il sogno. E' impossibile pensare che la nostra mente muoia così, lasciando il nulla. Eppure io non conosco nessuno che mi illumini sul "dopo". L'anima nostra forse rimarrà sempre, almeno per i vivi. Comunque se non ci fosse la morte si vivrebbe meglio, secondo me, non ci sarebbe l'ansia della domenica in attesa del lunedì (la morte) in cui ti devi confrontare con gli amici-nemici del lavoro e i pseudo amici che incontri per la via. Ma la morte, tu mi insegmi, è anche lo stare soli, passare il sabato muovendosi come un automa tra le pareti nemiche della casa. Morte vattene, prima o poi, ne sono sicuro ti sconfiggerò. Un mio collega del corso di giornalismo viveva a braccetto con Essa. L'ho sentito lontano e inutile: prefrisco vivere pur se male
Anch' io preferisco vivere, ciò non toglie che è più il tempo che non siamo che quello che siamo,io non la voglio a braccetto con me, ma quella c'è......e se fosse un sogno allora dipende da noi renderla bella con emozioni positive e la morte sarà un sogno d'inferno per chi ha avuto solo emozioni negative verso l' altro......boh!!!!!!!!!!!
Ciao Ettore.
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