mercoledì 20 aprile 2011

KHAD GADIA


Forse non tutti sanno che Khad gadia ( un capretto) è una delle più celebri canzoni ebraiche. Si esegue da un tempo immemorabile alla fine della cena pasquale. Nel 1976 il cantautore Angelo Branduardi ne ha realizzato una trasposizione in italiano intitolata " Alla fiera dell' Est". Khad gadia è stata la favola che ha incantato milioni di bambini appartenenti a innumerevoli culture sui cinque continenti. E’ stata la canzone piu' amata da schiere di appassionati del sessantottismo soft di Branduardi. Ma la leggenda di Alla fiera dell’est, del capretto che per due soldi mio padre compro' e di tutta la concatenazione simbolica che ne deriva scaturisce in realta' dall’antichissima tradizione del Seder di Pesach (la cena per la pasqua ebraica). [...] al tramonto gli ebrei di tutto il mondo si apprestano a celebrare quello che per loro e' stato il miracolo della liberazione dalla schiavitu' egiziana. Al termine della lettura del libro della Hagada', interrotta come vuole la tradizione dalla cena pasquale, dopo aver mangiato l’ultimo pezzo di azzima che rappresenta il pane dell’afflizione assaporato nel deserto, intoneranno le dieci strofe dell’Had Gadya (un capretto). Ma cosa c’entra questa storia del capretto comprato per due soldi con il Pesach? Il canto, come tutto il testo dell’Haggada', cela una quantita' di significati profondi, che i rabbini nei secoli non hanno mai cessato di esplorare. Ripercorrerli ci aiutera' a comprendere anche le vere origini di una favola straordinaria che tutti noi, senza sospettarne la provenienza, abbiamo ascoltato da bambini. Se vuoi approfondire vedi qui. Vi ho presentato questo video perchè in realtà questa che pare una filastrocca è un canto ad un eterno ritorno che iniziando con un sacrificio terminerà con un sacrificio.

10 commenti:

ilcuorecomeilmare ha detto...

La canzone con il suo ritmo da filastrocca, canta il percorso della vita dell'uomo. Percorso iniziato con il natale e completato con la pasqua. Un percorso racchiuso in un cerchio che si apre con l'armonia della nascita e si chiude con l'armonia della morte. Ma che ha dentro altri cerchi che si aprono e si chiudono, sono come cerchi sull'acqua che si incastrano tra loro fino a scomparire con un unico grande cerchio. Anche se non scompaiono del tutto, perché vivono nella continuità fino all'ultima apparente chiusura, quella del saluto terreno. Apparente perché nel tempo continuano sempre ad unire chi parte a chi resta, a chi arriverà.
Ho sempre ritenuto il natale e la pasqua il ritratto fedele della vita di ognuno di noi. Perché non c'è nessun uomo che non abbia vissuto almeno un affanno, oltre ad una gioia.
Paola, come sempre un post tuo di grande spessore. Complimenti.
Buona giornata!

pierperrone ha detto...

Cara Paola, bellissimo questo post.
Non conoscevo tutta la storia di questa filastrocca, non conoscevo neanche le sue origini ebraiche, e tantomeno il ... ciclo dei significati.
Mi hai incantato!

In più ti dico che sono a quella filastrocca da un filo affettivo (tutto mio personale) che mi fa un pò da ... cordone ombelicale.
Io, devi sapere, ho mille tabù che non so infrangere. Sono come delle vere e proprie fobìe. Per esempio non ballo e non canto (ne ho anche altri, ma qui non importano).
Quando è nato mio figlio, puoi immaginare ... il parogoletto, quando non dormiva - me ne ha fatte fare di ore di veglia ! - aveva bisogno di qualche litanìa, di qualche ritornello ... e questa canzone di Branduardi - che a me, ero adolescente quando uscì la canzone, piaceva moltissimo per il ruo ritmo cantilenante (appunto) - l'ho cantata decine e decine di volte mentre, nel buio della notte, o nel giorno, se era necessario, me la ballavo con lui in braccio come se fossimo stati due innamorati...
Che te devo dì, Paolè?

Un bacio.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Cosimo,
mi è molto piaciuta la tua esposizione, io condivido tutto ciò che dici, con la differenza che tu ci credi veramente, mentre io sono intrisa di nulla, il nulla mi spaventa...tu scrivi:Apparente perché nel tempo continuano sempre ad unire chi parte a chi resta, a chi arriverà...ecco io a questo non riesco a credere fino in fondo e così la tristezza mi appartiene.
Grazie per questo bel commento che mi conferma la tua forza e il tuo coraggio vero.

Paola Tassinari ha detto...

Sono felice Piero di avere innescato in te dei ricordi belli che poi generosamente hai condiviso con me.Sicuramente hai sentito in te, tu che ami tanto il mito,i simboli nascosti in "Alla fiera dell' est", e certo con l' intuito non potevi scegliere messaggio più dolce e profondo per tuo figlio, che certamente sarà servito per calmarlo...eeee Piero che padre meraviglioso devi essere stato e certamente sei e sarai ancora.
Che te devo dì, Piè , vorrei tanto toglierti la fobia del ballo con un bel valzer lento.
Un bacio anche a te.

ilcuorecomeilmare ha detto...

..ciao Paola,
questi giorni sono giorni di festa per i cuori e nella notte di domani che andrà nella domenica, sarà anche la festa delle campane. E non importa se in alcuni luoghi non ci sarà l'eco nell'aria, non importa se non ci sarà la luna con le stelle ad applaudire da lassù. Proprio non importa, occorre solo che l'eco delle campane che suonano a festa, assieme agli applausi della luna e delle stelle, sia ascoltato dal nostro cuore. Solo così ogni persona a noi cara che in quel momento è lontana, sarà presenza oltre ogni assenza. Sarà l'essenza.
Buona e serena Pasqua carissima Paola!
Ti abbraccio forte.

Paola Tassinari ha detto...

...ciao Cosimo, mi hai fatto gli auguri con una poesia, la tua innata allegria e positività è un balsamo per il mio animo che tende alla malinconia...sei una forza della natura.
Buona e serena Pasqua anche a te e a tutta la tua famiglia.
Un abbraccio forte che ricambio.

Unknown ha detto...

Ciao Paola, io inserisco il nero e tu diventi tenue. Suggestioni. Ricordo solo Alla fiera dell'est di Branduardi, cantautore famoso (ai tempi) oltre che spocchioso e antipatico.La generazione mia, quella ad esempio: "Noi siamo i milgiori in tutto, voi non valete niente, faremo, forse, la fine di Pavese per non vedere il Nulla che è in voi e solo per quello" ha amato il riccio ma Battiato che lo seguì come fama ci ha tutti illuminati. Io, se interessa, ho dato la laurea al Dams con una tesi su Battiato. Le mie spocchiose compagne di scuola, non certo le migliori, forse ci hanno provato con Berlusconi, io ho tirato diritto, non mi sono curato di loro. Un caro saluto a tutti i blogger e Buona Pasqua anche a te cara Paola

Paola Tassinari ha detto...

Caro Ettore, all' improvviso mi sono addolcita ed ho buttato il nero, sarà la primavera.Hai fatto il Dams, sì è adatto a te, le tue compagne spocchiose di cui non ti sei curato , dovevano essere loro a curarti, io lo avrei fatto, o almeno tentato.Il giornale non mi piace più senza di te,tutte le mattine ti cerco ma non ti trovo.
Buona Pasqua anche a te...un abbraccio.

Unknown ha detto...

Paola, per la cura sai già cosa ti risponderei (o è alla Battiato? Ti proteggerò dagli inganni del tuo tempo...passeggiavo nei prati del Tennessee, come vi ero arrivato? Chissà! Non hai più fiori bianchi per me?) Per La voce esco la prossima settimana, da martedì. Ma è solo un featuring...di me stesso.

Paola Tassinari ha detto...

Ettore per te i fiori bianchi del biancospino oppure il fiore grande e bianco della magnolia o quello elegante della calla oppure quello dell' aglio così fiero , sano ed umile.