domenica 6 febbraio 2011

I VIAGGI DI GILLES ( racconto incasinato)

GILLES E LA CERCA DEL GRAAL 34 puntata


Dante è morto a Ravenna, qui ha scritto il Paradiso; egli era anche un grande matematico ed un grande alchimista.
Nella Divina Commedia vi è una summa di saperi.
Oggi c' è chi ravvisa, nello spazio creato da Dante per l' Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, la 3sfera.
L' esistenza della 3sfera è stata dimostrata da poco da Grigorij Perelman, una specie di druido dei giorni nostri. Era uno dei grandi problemi matematici da risolvere.
Pistoletto artista e filosofo, ha ideato il simbolo del Terzo Paradiso, che assomiglia molto a quello dell' universo ed anche alla 3sfera.La leggenda racconta che Lucifero cade sulla terra e scava l’imbuto dei gironi infernali; la terra fuoriuscita agli antipodi formerà la montagna del purgatorio con in cima il paradiso. Dunque il Graal cade nell’oscurità della materia. La discesa nel sottosuolo di Dante , mostra la necessità di questo viaggio immaginale per riconoscere e assimilare gli stati subumani , prima di risalire all’empireo, verso quelli superumani. La caduta di Lucifero è anche quella dell’umanità stessa dopo la cacciata dal paradiso terrestre. Privata dello smeraldo o terzo occhio o Graal che dà la visione dell’eternità, dovrà riacquistarla.La scoperta del Graal, intesa come cerca del Bene è essenziale, occorre riconquistarlo affinchè l' umanità risorga dalla sua caduta.


immagine : Gilles

6 commenti:

la giraffa e la papera ha detto...

Interessante!

@La Giraffa@

Paola Tassinari ha detto...

Grazie!
*_*

pierperrone ha detto...

Beh, Gilles comincia ad indagare sul mistero della faccia nascosta della realtà.
Ciò che videro gli Angeli cadendo era forse la terza sfera, come la vedono solo oggi gli scienziati.
ma gli occhi degli artisti scrutano meglio.
Ma di più.
Tu lo sai cosa penso io.
Il vero artista CREA!

Allora: E SE FOSSE STATO DANTE A CREARE LA TERZA SFERA?
Ci possiamo provare a credere una cosa così.
Ha valore certo.
Almeno in un senso ben preciso.
Le parole usate dal Poeta hanno creato delle immagini. Immagini che probabilmente non esistevano prima.
Immagini frutto della vivida creatività dell'Arte.
E quelle immagini sono servite agli scienziati per descrivere un fenomeno fisico che, altrimenti, avrebbe avuto solo una descrizione in termini di formule matematiche.
Perchè, cara Paola, poi c'è un altro problema.
Tutto ciò che esiste al mondo, nell'universo, quello che chiamiamo creato sta lì, fermo o in movimento, come fosse un immenso palcoscenico.
Ma è muto.
Sta lì per farsi leggere.
Come la pagina di un libro sterminato.
Come le parole magiche, meravigliose di Dante.

Da un'altra parte invece sta ... il lettore.
Lui è quello che mette insieme le parole, gli dà un senso, le trasforma in immagini, in significati, scoperte scientifiche, visioni culturali.
Il lettore è un altro.
Siamo noi.
Sono gli scienziati.
E usiamo le immagini che ci sembrano più appropriate per descrivere e comprendere quello che ci circonda.
E certamente la nostra "astrazione" è solo un'approssimazione alla realtà. Una costruzione ... fantasiosa, immaginifica, astratta, imprecisa, incompleta, imperfetta.
Per forza approssimativa !

Ecco, mi piace pensare che il CREATORE della teraza sfera, in questo senso sia proprio il Sommo poeta!
E magari proprio lì, nella tua bellissima e struggente Ravenna, prima di morire può aver concepito quell'atto di creazione...
(potresti smentire biograficamente la mia ricostruzione, ma ... ti sfido!)

Paola Tassinari ha detto...

No, non ti smentisco, non stasera appena ritornata dalle malebolge di Dante ( il lunedì vado ancora alle letture sulla Divina Commedia).
Oh Piero come manca una voce severa , tonante e straironica come quella di Dante.
Che sferzate per i poltici/cortigiani . Dante li mette sommersi di m.rd. oh come mi manca la sua lingua saettante e veritiera.
Forse non meritiamo il Sommo Poeta, infatti Lui non manca di scrivere:" Come è amaro mangiare e salire l' altrui scale".
Ciao Piero, siamo alle ultime puntate spero che tu mi segua sino alla fine...ci conto.

Gaetano Barbella ha detto...

« Oggi c'è chi ravvisa, nello spazio creato da Dante per l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, la 3° sfera.
L'esistenza della 3° sfera è stata dimostrata da poco da Grigorij Perelman, una specie di druido dei giorni nostri. Era uno dei grandi problemi matematici da risolvere. »

E « Dante è morto a Ravenna, qui ha scritto il Paradiso; egli era anche un grande matematico ed un grande alchimista. »

Cara Paola anch'io ho cominciato con una sfera (Sphere Packing) e strada facendo (anche per "Ravenna": Teodora con i "due" a ridosso del suo manto) sono pervenuto ad una "terza sfera", quella mostrata con un E-book.

Su Dante poi ho mostrato della sua Commedia, tra l'altro, l'emblematico DUX in numeri, «cinquecento diece e cinque», e ne è venuto fuori questa decifrazione:

Primo: «cinquecento» starebbe per il 500° verso che corrisponde al seguente verso 86 del IV canto dell'Inferno: «Mira colui con quella spada in mano»;

secondo: «cinquecento diece» starebbe per il 510° verso che corrisponde al seguente verso 96 dello stesso canto precedente: «che sovra li altri com'aquila vola»;

terzo, infine: «cinquecento diece e cinque» starebbe per il 5105° verso che corrisponde al seguente verso 116 del III canto del Purgatorio: «de l'onor di Cicilia e d'Aragona».

Cerchi una spada come quella di Dante, ma è solo di uno scienziato che era tanto preso per la scienza e non s'accorse nemmeno dell'irato centurione che l'uccise perché indisposto alla sua indifferenza di fronte all'autorità.

Come è amaro mangiare e salire l' altrui scale" dici di Dante e mi sovviene un sonetto di Ugo Foscolo, « A se stesso »

« Che stai? già il secol l'orma ultima lascia
dove del tempo son le leggi rotte
precipita, portando entro la notte
quattro tuoi lustri e obblio freddo li fascia.

Che se vita è l'error, l'ira, e l'ambascia,
troppo hai del viver l'ore prodotte;
or meglio vivi e con fatiche dotte
a chi diratti antico esempi lascia.

Figlio infelice, e disperato amante,
e senza patria, a tutti aspro e a te stesso,
giovine d'anni e rugoso in sembiante,

che stai? breve è la vita, e lunga è l'arte;
a chi altamente oprar non è concesso
fama tentino almen libere carte. »

Ha ragione Ippocrate quando dice "Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium", ossia, "la vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione fuggevole, l'esperimento pericoloso, il giudizio difficile"?
O Seneca polemico sulla brevità che non è connaturata in maniera ineluttabile alla vita, ma discende dall'insensatezza dell'uomo incapace di mirare all'essenziale?

Ciao, Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Alle tue parole espresse tramite il Foscolo, così intense ed adatte alla vita di Dante, ti rispondo con un ricordo di follia: "la baldracca fu Venezia", infatti Dante morì ritornando da una missione diplomatica da Venezia, il clima veneziano fece ammalare il Poeta.
Ti ho già , all' inizio del racconto, paragonato al moderno druido/matematico Perelman, anzi il post su di lui era a te dedicato.
Che dire poi dei due che citi alla fine, a me sembra che in tanti abbiano scritto cose sensate, spiegami allora perchè diveniamo sempre più insensati.
Spiegami perchè, persone che hanno tanto studiato e che conoscono tante cose usano un trincerante giudizio, io riesco a dire quello che penso solo scrivendo, quando dialogo con gli altri, mi sembra che abbiano più ragioni di me, sono così sicuri, io non sono sicura di niente mentre dialogo, perchè rivedo i miei punti di vista, tentenno nel dialogo e sono sicura nella scrittura...che sarà?
Boh!
Ciao Gaetano e grazie mille per i tuoi interventi.