lunedì 28 febbraio 2011

VIENI A SCHIFAR LA NOIA


Palazzo Schifanoia nasce per volere di Alberto V d'Este (1347-1393) come "delizia", luogo destinato a diverse funzioni, prevalentemente di incontro e di scambio diplomatico, letteralmente vuol dire schifar la noia, ed il nome è tutto un programma.Ci fu una radicale trasformazione sotto il duca Borso (1450-1471), che dal 1465 fa sopraelevare di un piano l'edificio ad opera dell'architetto Pietro Benvenuto degli Ordini per ricavarne l'appartamento ducale munito di un grande salone d'onore, la cosiddetta sala dei mesi dal tema degli affreschi con cui viene decorata, alla quale si accedeva direttamente dal giardino tramite una scala monumentale addossata alla loggia estiva. Nel 1918 Schifanoia diviene proprietà comunale e da questo momento comincia la straordinaria fortuna dei dipinti del salone, lentamente recuperati, anche se i mesi di gennaio, febbraio, ottobre, novembre e dicembre rimangono illeggibili . Nati per celebrare il duca Borso, i dipinti risalgono al 1469-70 e sono stati tradizionalmente attribuiti all'"officina ferrarese", Cosmè Tura, Francesco del Cossa (l' unico pittore documentato) e Ercole de' Roberti. La questione attributiva è comunque ancora aperta e sembra ormai sicura la non diretta partecipazione del Tura, malgrado la sua pittura costituisca il punto di riferimento dell'intera decorazione. Il grande salone decorato, il cui effetto ricorda i grandi arazzi spesso utilizzati a decorare le sale principesche, è lungo 24, largo 11 e alto 7,5 metri ed è diviso in tre fasce affrescate sovrapposte, delle quali la mediana è la più sottile. Le pareti sono a loro volta suddivise in dodici sezioni, corrispondenti ai dodici mesi dell'anno (ne rimangono intatti solo sette), all'interno delle quali si mantiene la triplice divisione in fasce orizzontali.Nella fascia superiore appaiono le divinità trionfali, in quella mediana i segni zodiacali con le figure di tre decani, in basso scene di corte di Borso d' Este, un oroscopo astrale che riunisce i saperi delle antiche religioni e che influiscono sulla vita di corte.
La fascia più occulta è quella dei decani.
Chi erano i decani?
I decani, come vennero chiamati in età ellenistica, erano, di fatto, divinità egiziane , che erano state assorbite nell'astrologia caldea e collegate con lo zodiaco . Tutti avevano proprie immagini, varianti a seconda delle diverse liste in cui venivano elencati, e queste liste delle immagini miracolose dei decani provenivano tutte dagli archivi dei templi egiziani. I decani avevano un preciso significato astrologico, in quanto "Oroscopi" che presiedevano alle forme di vita nate nei periodi di tempo da essi controllati; erano inoltre assimilati ai pianeti posti sotto il loro dominio, e ai segni dello zodiaco (tre decani erano collegati con ciascun segno, del quale costituivano le tre "facce"). Ma erano anche dèi egiziani, e questa loro natura, attribuiva ad essi una misteriosa importanza.
Si può quindi pensare ad un oroscopo dettagliato,oltre al segno zodiacale ,un po' come il tema zodiacale di oggi , con ascendente e posizione dei pianeti e delle case astrologiche.Sulla fascia superiore, coi carri trionfali delle divinità, compaiono le categorie di persone che in base alla loro attività godono della protezione della divinità.
La parte inferiore con le scene di vita di corte si riferiscono probabilmente ad eventi gioiosi realmente accaduti in quegli anni a Ferrara, ad esempio, le scene cavalleresche presso il camino, legate alla tradizione francese, sono forse da collegare ad una memorabile giostra tenutasi nel 1464. L'intero ciclo, che è stato interpretato come una celebrazione del duca e della prosperità economica e culturale raggiunta sotto il suo regno si basa su di un programma iconografico probabilmente elaborato da Pellegrino Prisciani, bibliotecario, storiografo, sovraintendente alle arti di corte, nonché professore di astronomia all'università di Ferrara.



immagine: Palazzo Schifanoia

4 commenti:

kicca ha detto...

..interessante sta cosa ...si molto !!! :)

ti ringrazio dei tuoi passaggi e delle tue gentili parole :))))

buon lunedi
baci
kicca

Paola Tassinari ha detto...

Kikka, felice che tu passi a salutarmi, spero che tutto ti vada alla grande e se non può andare alla grande allora che tutto ti fili liscio:-)
Ciao.

Gaetano Barbella ha detto...

Non sempre si risponde con un commento giusto al tema proposto. Per esempio a questo in proposizione, dopo averlo letto la seconda volta, la mia mente si è polarizzata sui "decani", che in astrologia esoterica è come hai detto tu, Paola. Da giovane ho fatto scorpacciate di oroscopi ed ho persino costruito un regolo abbastanza preciso per determinare l'ascendente, medio cielo e le case, ma ora è roba da soffitta. Piuttosto la parola decano mi ridonda nella mente in cerca chissà di ché. Ecco, decano viene riferito a tante cose, in genere per indicare gradi elevati fra i militari, o alti dignitari religiosi e accademici, e così via. Ma ciò che mi ha incuriosito sono i decani della longevità e così mi sono messo a indagare su Wikipedia. Ho scoperto che le donne sono di gran lunga più longeve degli uomini e una di queste detiene il primato. È Jeanne Louise Calment (Arles, 21 febbraio 1875 – Arles, 4 agosto 1997) è stata l'essere umano più longevo di cui si abbia avuto notizia certa. La donna francese visse 122 anni e 164 giorni (pari a 44.724 giorni). Confermata dall'atto di nascita, tale longevità fu accuratissimamente documentata dagli studi scientifici sul suo caso, e la verifica richiese un dispiegamento di mezzi senza precedenti per un riscontro del genere. Andò in bicicletta fino a 100 anni e fumò fino a 118 anni.
Jeanne Calment salì alla ribalta delle cronache internazionali nel 1988, quando il centenario della venuta di Van Gogh nella sua città natale, Arles, attrasse i media sul posto e le offrì l'occasione di parlare con i giornalisti. Jeanne rivelò di aver incontrato in gioventù il pittore, che le aveva chiesto del denaro per dipingere alcuni dei suoi quadri più celebri. Nonostante fosse un uomo "brutto, trasandato e consumato dall'alcol" come lo definì la Calment stessa, ella gli diede dei soldi. Aveva inoltre presenziato al funerale di Victor Hugo nel 1885. Questi fatti destarono curiosità e la ripercussione non si fece attendere: subito dopo il Guinness dei primati se ne interessò, attribuendole il record di persona vivente più longeva del mondo, incontrò anche il poeta e premio Nobel Frederic Mistral, inoltre andò a vedere uno spettacolo di Josephine Baker.

All'età di 114 anni compì una breve apparizione nel film Vincent et moi, interpretando se stessa e diventando così anche l'attrice più anziana di sempre. Nel 1995 uscì un documentario in francese sulla sua vita, intitolato Oltre i 120 anni con Jeanne Calment. Nel 1996 la casa di riposo dove viveva lanciò un CD, Maîtresse du temps (La signora del tempo), con la voce di Jeanne che ricordava la propria vita, mista a tracce di rap (uno stile musicale) e d'altro genere che uscì a febbraio. È stata sepolta al cimitero Trinquetaille di Arles.

Conclusione.
Per rientrare un tantino nel tema "Vieni a schifar la noia", sono tanti 122 anni (e 164 giorni) per una donna e c'è da chiederci ma si sarà annoiata delle volte?

Come vedi, cara Paola, la mente non la tieni a freno perché ha tanti modi che non si contano per divagare e... dopo tanto girovagare ritorna a "Itaca". Sempre nuovi temi da svolgere!

Ciao, Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

Caro Gaetano, bentornato, lo sai che se salti qualche commento mi manchi, colpa tua però, perchè mi hai abituato alla "maraviglia", con te si impara sempre qualcosa di nuovo, ciò fa felice me ma anche e soprattutto i frequentatori del blog, e scopo di questo blog è...non annoiare e dare spunti per nuove passioni...ecco che rispondo alla tua domanda, 122 anni e 164 giorni sono troppo pochi , io ho riflettuto e sono arrivata alla conclusione che l' eternità sia spaventosa, direi che 400 o 500 anni siano per ora il massimo che si possa sognare...tu invece quanto vorresti vivere?
Non sono sicura che il posto giusto per la mente sia Itaca, forse per il corpo,ma il posto della mente è...Citera.
Un' ultima cosa,ho notato che la vita delle persone "non famose" è a volte molto più intrigante ed interessante dei vip, una sfida per te Gaetano: un saggio magari su un artista sconosciuto( come hai fatto con me con Morgana)che abbia realizzato un' opera che ti ha colpito, magari vista in un museo...sai Gaetano trovo sempre nuovi legami fra Ravenna e Brescia, davvero non scherzo, l' ultimo: l' unico ritratto di Galla Placidia e i suoi figli è un medaglione incastonato in una croce detta di Desiderio e lo sai dove si trova...a Brescia.
Ciao Gaetano.