domenica 13 febbraio 2011

INTERMEZZO

VITTORIA O SCONFITTA?

La città delle madri sole, Milano, dopo il parto una su 5 non dichiara il partner.

"E' LA VITTORIA DELL' INDIPENDENZA FEMMINILE"così risponde Eva Cantarella in una intervista sul quotidiano" La Repubblica".

Eva Cantarella, scrittrice e docente di istituzioni di diritto romano e diritto greco antico all' Università di Milano.

Che effetto fa , questo fenomeno emerso a Milano?

La mia è una reazione molto positiva. Questa è l' esaltazione dell' indipendenza femminile, della donna che decide di avere un figlio senza avere per forza dei legami familiari.

Dunque l' uomo diventa superfluo?

L' uomo è lo strumento per arrivare alla maternità. Una donna può avere anche la relazione di una sola notte per raggiungere il suo obbiettivo. Ma salta il concetto della sua realizzazione con la maternità dentro la famiglia tradizionale. No, la donna può fare da sola.

Certo , però che non è facile crescere un figlio da sole.

Vero, ma quando si fanno scelte responsabili, si tiene conto di tutto, anche delle parti più onerose. E poi, non dimentichiamo che a volte, in certe famiglie, i padri ci sono ma solo sulla carta. Di fatto non esistono. E' la donna che regge tutto.



immagine: Vittoria o Sconfitta di Teoderica

10 commenti:

pulvigiu ha detto...

Un post che condivido pienamente
e dedico una mia poesia a tutte le donne.

Donna...Ti vedo.

Ti vedo


giorno dopo giorno
accarezzare un sogno
davanti al tuo specchio
che ti mostra il tempo che passa
ma bella ad ogni età che sei.

Ti vedo

ogni mattino alzarti col
pensiero di non fare mancare
nulla a chi ti sta accanto,
un istinto che ti rende unica
e vitale per noi uomini.

Ma tu…

che fai girare la giostra del mondo
con un tremito di labbra
per ogni emozione ricevuta.

Ti sento...

in silenzio mentre preghi,
mentre impregni di poesia la vita.

Buona domenica da Giuseppe.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Giuseppe, grazie, grazie, grazie, una poesia è un dono graditissimo,sei un uomo dolcissimo.
^_^

pierperrone ha detto...

Cara Paola, non so se l'uomo sia - o stia doventando - superfluo alla/per la donna.
Tecnologicamente si, ormai.
Ma non credo che un mondo di sole donne, o per sole donne sia migliore di un mondo di soli uomini o per soli uomini.
Non credo che stia lì il punto.

I due estremi sono due eccessi impossibili da accettare.
Tra quei due punti così distanti, in un qualche punto intermedio, si colloca la realtà che vorrei.
Io penso, lo sai, che "varietà è ricchezza".
E quindi, voglio le donne come voglio gli uomini.
Voglio, ovviamente, nel senso di dire che la bellezza della vita sta in quella varietà, in quella duplicità, in quell'antitesi.
Nell'omologazione tutta al maschile, come la stiamo vedendo in questo periodo - leggi, il bunga bunga dell'etica e della morale - o in quella tutta al femminile - degli estremismi femministi, si perde molto del fascino che rende meraviglioso il rapporto fra i due sessi.
Vedere il maschio o la femmina solo come terminali sessuali è una chiave di lettura dell'esistenza davvero superficiale.

Ma, devo confessarti, fra l'incultura del "bunga bunga" e la rivendicazione estremista, se posso chiamarla così, della Eva Cantarella, io giustifico, o meglio, comprendo, di più la seconda.
Lei, come rappresentante della categoria "mercificata" sa bene che deve strillare per farsi sentire, che deve ribellarsi per liberarsi.

P.S. Complimenti a Pulvigiu.

Gaetano Barbella ha detto...

Cara Paola, vedere da "donna" è come hai presentato questo post del 37. Per "donna" alludo "umanità", dunque donna non senza l'uomo, che comunque rimane, anche se "adombrato". È come vedere 37, due cifre distinte fra loro e non 3 + 7 - mettiamo -, ossia 10. Ma è vero anche che non ti dispiace ricorrere a questo genere di "cabala". Insomma, rifacendomi al Graal, che in questa puntata è sparito ed è comparsa al posto suo la donna "indipendente", questa - mettiamo Eva Cantarella, scrittrice e bla, bla, che tu hai tirato in causa - fa lo "spogliarello" togliendosi un certo "vestito" (è sempre stato il debole della donna).
Nel post precedente a questo ho parlato di "vestiti" relativi al Graal, infatti. Giusto come segno di crescita, di evoluzione in tanti sensi. A questo punto dovrebbe beneficiare della visione del Graal, e capire che l'umanità non deve più euforizzarsi inneggiando "E' LA VITTORIA DELL' INDIPENDENZA FEMMINILE". Il termine "vittoria" presuppone la fine di una guerra, di una lotta, e dunque il figlio di questa vittoria recherà seco ancora il germe della lotta. Tuttavia Eva Cantarella, per quanto assai colta, non lo sa, perché misconoscendo l'uomo, perde il "guerriero" in lei. E così la vita, che resta sempre nelle mani del fato a volte bizzarramente avverso, sarà capace di mettere giocoforza in pace le donne fra loro (l'umanità). Concludendo, ciò che andrebbe invece visto, al posto dell'euforica potenziale "Vittoria", secondo me è questo: la donna che decide di avere un figlio senza avere per forza dei legami familiari può preludere ad una nuova umanità che si sta profilando e l'uomo "non più riconosciuto" dalla donna (dall'umanità) è quello che scompare, che tramonta per un nuovo uomo-donna solare.
Gaetano

Gaetano Barbella ha detto...

Vuoi un segno di ciò che mi è parso di intravedere nella presunta “Vittoria della donna indipendente”? La rivolta in atto di dei popoli africani mediterranei indisposti al vecchio “uomo”. É cominciato con l'Egitto degli antichi faraoni e uno di questi, attraverso la sua effige in legno dorato, è stato trafugato dal Museo del Cairo, Tuthankamon.
Proprio lui? Mi viene da dire giusto in relazione al nostro discorso sulla “donna che decide di avere un figlio senza avere per forza dei legami familiari”. Ma perché? mi chiederai incuriosita come non mai.
Tutankhamon è al centro di una questione circa la sua paternità. Hai capito ora? Sembra (sembra?!) che in base a recenti scoperte archeologiche, lo zio di Tutankhamon sarebbe Akhenaton.

Ma in precedenza, varie erano le teorie proposte sul problema della ascendenza di Tutankhamon. La più semplice lo vedeva come figlio di Smenkhkhara e di una delle principesse della corte di Tebe. Un'altra supponeva, appunto, che fosse figlio di Akhenaton, e della stessa regina Nefertiti. Altra ipotesi voleva Tutankhamon figlio di Amenhotep III e della regina Tyi (e quindi fratello di Akhenaton) ma una tale ipotesi comportava l'accettazione anche della teoria sulla prolungata coreggenza tra Amenhotep e Akhenaton in quanto Tutankhamon salì al trono ancora bambino. Anche l'ipotesi che lo vedeva figlio di Amenhotep e di una principessa di Mitanni (Gilikipa, figlia del re Shuttarna II, sorella perciò di Tushratta e di Artashumara, giunta alla corte egizia con un seguito di 317 dame di compagnia ed un'infinità di regali preziosi), si scontrava con i problemi della cronologia. Infine, ulteriore ipotesi affermava che Tutankhamon sia figlio di Akhenaton e di Kiya, una regina secondaria; un rilievo tombale infatti, in una delle sepolture predisposte ad Akhetaton, mostra una scena di compianto funebre. Dinanzi al catafalco sono riconoscibili le figure di Akhenaton e Nefertiti (quest'ultima identificabile per l'alto cappello a cono rovesciato) insieme ad una donna che potrebbe essere una balia ed a un portatore di flabello segno che la scena si riferisce a qualcuno della famiglia reale. Una possibile interpretazione della scena potrebbe essere quello di una morte per parto corrispondente alla nascita di un erede reale. Fu fatto sposare in età giovanissima alla figlia maggiore di Akhenaton, la principessa Ankhesepaaton.

In conclusione, se regge questo mio rapporto su Tutankhamon con la teoria (nostre strampaliggini che lasciano il tempo che trova) dell' “uomo nuovo”, non c'è tanto da gioire perché la sua vita “epocale” è breve... Dunque punto e daccapo? Via! Si tratta di primi passi di esseri umani che camminano gattoni e perciò il nuovo umano sarà diverso e perfettamente in piedi.
Mi hai strappato un altro commento!

Ciao Paola

Paola Tassinari ha detto...

Ma, devo confessarti, fra l'incultura del "bunga bunga" e la rivendicazione estremista, se posso chiamarla così, della Eva Cantarella, io giustifico, o meglio, comprendo, di più la seconda.
Lei, come rappresentante della categoria "mercificata" sa bene che deve strillare per farsi sentire, che deve ribellarsi per liberarsi.
Caro Piero, ho messo il finale del tuo commento perchè è un riassunto di ciò che volevo dire col post, con una differenza, io non comprendo il bunga bunga ma non comprendo neanche la Cantarella, vedo una sconfitta non una vittoria , al bunga bunga una risposta antimaschio non mi sta bene, ti rendi conto che è una forma di razzismo?
Ho messo questo intermezzo come critica al femminismo, diciamolo chiaro e tondo il femminismo è tale e quale al maschilismo, l' ultima puntata dei Viaggi di Gilles svelerà il mio senso della vita.
Ciao Piero e grazie per il tuo bel commento.

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Gaetano per i tuoi due commenti, lo sai che non mi bastano mai.
Questo comunque non è l' ultima puntata, la numero 37, è solo un mostrare la società di oggi, dove una notizia tremenda per la società e la famiglia è indicata come una vittoria...per me è una sconfitta.Per me un bambino ha diritto ad un padre ed a una madre, ed una coppia quando mette al mondo un figlio deve esserne consapevole.E poi l' uomo è complementare alla donna insieme 3 + 7 danno il completo 10.La donna è la luna e non vuole il sole, lo lascia all' uomo.
A quanto mi hai spiegato di Tutankhamon, egli ha sia la madre che il padre incerto, e ci sta a puntino in questi tempi, dove le donne considerano l' uomo superfluo( Gianna Nannini) e gli uomini affittano un utero per avere un bambino( Elton John)speriamo che sia come dici tu...Si tratta di primi passi di esseri umani che camminano gattoni e perciò il nuovo umano sarà diverso e perfettamente in piedi.
Ciao Gaetano la prossima sarà la 37 puntata, sarà solo un disegno...da interpretare...mi raccomando ti aspetto per mostrarti il mio Graal.

Paolo Pascucci ha detto...

E' vero quanto dici.C'è un'analisi per fascia sociale di appartenenza, tanto per situare il fenomeno? E' una scelta libera oppure un evento che si subisce?

Paola Tassinari ha detto...

Caro Paolo,
la fascia sociale è quella di donne dai trenta in sù , autonome, con un buon lavoro e la scelta di avere un bambino solo per loro è libera.
Queste donne per essere compiutamente realizzate manca la maternità, un figlio lo vogliono e lo hanno senza però accollarsi il peso di un inutile uomo.
Io lo trovo egoistico.
Ciao.

Anonimo ha detto...

Futur-Odisseo

Personalmente non staro’ ad aspettare la mia fine. Ritorno alle religioni della madre terra, cibi biologi, femminismo, politycally correctenss, “gayismo” a senso unico etc...fa tutto parte di uno steso designo che mira a sacrificare la creativita’ maschile. Morte del pensiero poetico e poietico, fine dalla sacra agressivita’ creatrice; e’ questo e’ cio che madre natura vuole??? E questa la globalizzazione?? Un mondo stile 1984 adatto appunto alla vita di 4 checche femminili??
No, no, i maschi non scompariranno, continueremo a essere poeti e piegare madre natura ai propri fini: noi madre natura la vogliamo penetrare e dominare, altro che carezze. Il nuovo uomo non si fara’ piegare da un corpo che legge naturale vuole putrescente e debole, non seguira’ i ritmi di una vecchia baldracca, ma glieli imporra’. L’uomo maschio e la compagna che vorra’ seguirlo si apriranno agli esodestini, a paradisi artificiali nello spazio. Questo in sintesi il nuovo Ulisse.

Mirko

P.S. primo passo per salvarci dalla “filosofia del grembo femminile” e quello di abolire le insegnanti femmine nelle scuole (almeno fino alle superiori). Come potra’ il pensiero creativo, per forza agressivo, essere stimolato da chi vuole che l’umanita’ resti nel grembo di Madre Natura??