martedì 17 maggio 2011

HO UN DIAVOLO PER CAPELLO


"Rabbia. L' emozione che non sappiamo controllare ", è il titolo del libro che il neurologo Rosario Sorrentino e la giornalista Cinzia Tani hanno pubblicato con Mondadori.
Nel libro, Sorrentino affronta l' origine di quello che definisce: "un' emozione che sta avvelenando la società contemporanea, e che si evidenzia in ogni contesto, da quello privato, a quello politico, a quello dello sport e a quello mediatico". E' una forza oscura e potente che, all' improvviso, può impadronirsi di te e spingerti a dire o fare cose che non avresti mai pensato di dire o di fare.Poi quando la rabbia si esaurisce spesso è troppo tardi per rimediare ai danni che ha provocato.Le notizie che apprendiamo dai mass media ci confermano il diffondersi di tragedie apparentemente nate dal nulla, ci si può uccidere anche per un posto di parcheggio auto. Sorrentino ci dice che cosa accade quando nel nostro cervello interviene uno stimolo che fa scattare rabbia o paura: "la chiave per comprendere il funzionamento della nostra mente consiste nel riconoscimento dell' estrema plasmabilità e duttilità del cervello umano, che si adatta ad ogni possibile situazione e propone di volta in volta le soluzioni più adeguate per affrontarle grazie ad un giusto compromesso tra la sua parte più istintiva e animale ( l' amigdala), responsabile delle emozioni primordiali, e quella più razionale e saggia ( la corteccia prefrontale) preposta al giudizio critico e al controllo delle reazioni impulsive". Quando questo equilibrio viene a mancare ci sono le esplosioni di rabbia.
I tempi veloci di oggi spingono il cervello ad agire subito, senza soffermarsi a pensare, ad usare sempre più spesso l' amigdala, a scapito della corteccia prefrontale.
La soluzione, per Sorrentino, per evitare l' involuzione e la progressiva scomparsa del velo sottile ( è la parte più" recente "del cervello, ma pare che nelle ultime generazioni il velo si stia assottigliando) della corteccia prefrontale, è una società empatica, in cui le persone provino ad immaginarsi nei panni degli altri, una società meno narcisistica , dove l' io sia sostituito dal noi.


immagine: Rabbia di Teoderica

13 commenti:

Gaetano Barbella ha detto...

Anche l'Italia ha questo problema, cioè il suo "velo sottile" si sta assottigliando. E se pensiamo che è simboleggiata con la torre sulla testa, il peso che deve sopportare è tanto a causa dell'amigdala che spadroneggia a dispregio della razionalità e saggezza della "corteccia prefrontale".
Sorrentino consiglierebbe a Berlusconi di fare meno il narcisista e cominciare a immaginarsi nei panni degli altri. Come dire di uscire di scena e far fare agli altri... o no?

Mi sono permesso di scherzare sulla politica italiana d'oggi che sembra preludere a questo cambiamento...
Che forse, cara "streghetta" Teoderica, ci vedi bene in questo senso?

Allora, forse era meglio per "lui" non tener tanto da conto i capelli che perdeva, perché quelli che si è fatto trapiantare sono dei diavoli oggi!

Ciao Paolè come ti chiama l'amico paopasc,
Tanino

Paola Tassinari ha detto...

Caro Tanino,
ti trovo bene, hai una verve insolita, che io come streghetta riesca a strapparti qualche sorriso?
Come faremmo senza Berlusconi? Chi derideremmo, contro chi imprecheremmo, a chi daremmo la colpa di tutti i mali del mondo?
Ma per fortuna che c'è il Silvio?
Un bacio al sorriso della Monna Lisa.

pierperrone ha detto...

Bella questa interpretazione di Sorrentino. Lui, in pratica afferma che l'uomo - inteso nella sua generalità - per proteggersi contro il processo evolutivo che lo priverebbe della corteccia prefrontale deve diventare più "sociale".
Io, deformando il suo pensiero, quindi, posso dire che diventare comunisti varrebbe alla salvezza eterna dell'uomo contro il suo destino involutivo di bestia feroce.
Bello.
Condivido.

ilcuorecomeilmare ha detto...

Ciao Paola,
complimenti per la tua opera d'arte.
Che io vedo come un sorriso dolcemente profondo, più che come rabbia.
Premesso ciò, stando a quella che è la vita sociale odierna, non c'è solo un filo per capello, bensì una parrucca per capello. Tanto sono intrecciati male, e scoperti da qualsiasi guaina, i fili che muovono i pensieri e le reazioni dell'uomo. Reazioni, a volte fuori luogo, anche di fronte ad un sorriso.
Io invece ti saluto con il sorriso che vedo io, sulla tua opera.
Un bacio.

Paolo Pascucci ha detto...

Parzialmente d'accordo con l'autore. Ho comprato e leggiucchiato quel libro. A spizzichi direi che la la rabbia non è sempre un'emozione negativa, dimostra anche la nostra partecipazione agli eventi. Su altri aspetti deteriori, sull'imbarbarimento, noto che quanto più viene a mancare la fiducia nelle istituzioni tanto più ci richiudiamo in noi stessi e tendiamo a fare gruppi. La politica, una volta che si è al governo, non può essere solo contrapposizione. Le istituzioni dovrebbero rappresentare un riferimento. parlo anche di piccole ingiustizie, del genere di quelle che accadono nella vita di tutti i giorni, senza scomodare sempre i cavalieri...
Il resto è disposizione individuale.
Mi attira qui il buon Gaetano

Paola Tassinari ha detto...

. ..e che sei un comunista Piero?
Lo sai che non può esistere il comunismo perchè l' uomo vuole quello che ha l'altro ed è invidioso anche di un sorriso...comunque a te ti saluto con un radioso sorriso :)))

Paola Tassinari ha detto...

Tu Cosimo vedi sorrisi in ogni cosa anche nella rabbia e perciò sei una persona speciale.
Un beso.

Paola Tassinari ha detto...

...ciao Paolo grazie della visita, era tanto che non ti vedevo, del libro di Sorrentino mi attrae che la vita oggi ci ponga davanti a scelte sempre più subitanee che causano poi reazioni a catena non volute...insomma siamo come conigli stretti in una gabbia pieni di rabbia repressa, non abbiamo più il nostro spazio vitale.
Un bacio.

Soffio ha detto...

La rabbia é anche una energia se sappiamo capire da dove origina e sappiamo trasformarla in creatività al nostro servizio. Nella rabbia "sociale" oggi interviene anche la violenza che la politica italiana, in primis mister B hanno sdoganato e reso strumento quotidiano. Alla violenza a volte si é tentati di rispondere con rabbia

Soffio ha detto...

Curioso però che a questo post le prime risposte vengano da uomini, evidentemente il logos é proprio maschile

pierperrone ha detto...

E' vero Paola, il comunismo è un mostro passato, un incubo di dolore travestito da favola buona.

Purtroppo anche il Cristo, che voleva solo gli uomini buoni ed uguali, ha fatto la fine che ha fatto. E lui non era il paladno di una dittatura.

Ma lo sai, io credo nell'utopia.
Perchè, lo so, noi un giorno noi la raggiungeremo.

Paola Tassinari ha detto...

...caro Soffio che il logos sia maschile e detto poi da un uomo non è carino se fatto in un blog femminile, ma sei fortunato io non sono una femminista e ci passo sopra, sorvolo.
Ciao.

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero ,
se l' utopia si realizza allora non è più utopia...un bacio di consolazione.