PAOLE'
A Paolè piace andare in bicicletta.
La Romagna è piena di ciclisti.
Il suo terreno pianeggiante, sembra creato appositivamente per le due ruote.
Andare in bicicletta è avere Ronzinante sotto di sè.
Certo Paolè preferisce andarci quando ci sono buone condizioni atmosferiche; ma le piace anche quando il solleone la costringe a fermarsi alla fontana per bagnarsi i capelli e rifrescarsi; o quando il vento contrario la fa piegare contro il manubrio per attutire il vento. Le piace anche quando il temporale la coglie all' improvviso, e il freddo le intirizzisce le ossa, tanto basta poi fare a casa una doccia calda.
Certo non osserva strettamente le regole del codice della strada, ma questo la rende ancora più libera.
Piccole trasgressioni che la rendono più forte verso le ingiustizie della vita.
Attraversa col rosso, ma sta attenta che l' incrocio sia libero, va contromano nei sensi unici, ma se sopraggiuge un' auto, si ferma e va sul marciapiedi. Non scende dalla bici sulle striscie pedonali. Negli attraversamenti delle piste ciclabili da sempre la precedenza alle auto, se queste si fermano e le fanno segno di passare prima lei con la bici, Paolè fa segno che passino prima loro, se insistono passa e ringrazia.
Trova che andare in bici, sia sentirsi più uniti agli altri. Fra ciclisti ci si saluta e si saluta anche fra ciclisti e pedoni e fra ciclisti e automobilisti. Si saluta così, solo perchè si è contenti.
Adesso il Sindaco ce l' ha con Paolè ed i ciclisti indisciplinati come lei.
Ha assunto quattro nuovi vigili urbani proprio per fare le multe ai ciclisti.
Lo ha proprio dichiarato:"Saremo inflessibili, multe per gli indisciplinati della bicicletta".
Paolè ha letto sul quotidiano locale , che le multe hanno il loro peso sul bilancio comunale preventivato annualmente e che manca un milione di euro a quel benedetto preventivo, proprio da parte delle multe.
Paolè lo ha visto il Sindaco in bicicletta, mentre andava al mare. Alle striscie pedonali, un' auto si è fermata, facendogli cenno di passare, lui molto ligio è sceso dalla bici, molto lentamente perchè non è molto agile, si è allungato per tutta la sua altezza e saldamente il manubrio agguantato, ha felpatamente attraversato a piedi le striscie.
Intanto si era formata una lunga fila di auto che aspettavano il termine del suo passaggio.
Inutile che scherzi Paolè, dalla parte del torto ci sei tu.
Lo sai che le regole sono il sale della libertà.
Ti abituerai.
Anche i piedi si sono abituati alle scarpe, ciò non toglie che a volte si formino dei dolorosi calli.
Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.
9 commenti:
Mi piace: scrivi bene.
Però è bello essere appena appena indisciplinati su una cosa, tutto sommato, così lieve...
pure, han tolto anche quella, per la dannosa colpa della norma (tanto per citare...)
Ed ora cara Paola, che ne dici, aggiungiamo un nuova trasgressione passeggiando in bicicletta? Ci disponiamo affiancati (fin quanto ce lo consente il traffico e, magari, non visti da un vigile puntiglioso) e così parliamo come se fossimo a piedi. Così colgo l'occasione per iniziare a rispondere alla tua DOMANDISSIMA, "la Coscienza che appare dai 2 o 3 anni cosa è?" Veramente... cara Paola non lo ricordo proprio - comincio a dire - ma fammici pensare.
Secondo me, senza andare a sciorinare panni di addottorati vecchi e moderni in materia di coscienza infantile (tanto più che questo genere di dialogo non è favorito dal nostro passeggiare da "equilibristi" e per giunta affiancati a volte sì e a volte no.
Secondo me tu sei previdente. Meglio, il tuo "bimbo-vecchio" (il grande filosofo cinese Lao Tze diceva di sè che era nato "vecchio") ti ha suggerito di allestire questo post di Paolè e la bici perché io me ne servissi per rispondere alla tua curiosità sui bimbi.
Ecco, la coscienza dei bambini di due anni, che è nella fase di transizione per cominciare a fare qualcosa da sé senza il "girello" (che rappresenta il meccanismo interiore inconscio che si adopera per proteggerlo), è come quella di uno o due bambini insieme ai genitori tutti in bicicletta che passeggiano come noi per le vie cittadine. Di solito questo capita nei giorni di festa, quando il traffico è eluso per limitazioni. E mettiamo che è la prima volta che i bambini in questione fanno questa esperienza che li emoziona molto.
Naturalmente i genitori hanno il loro daffare per salvaguardarli dai pericoli, ma sono stati previdenti nel far fare un po' di tirocinio preparatorio nel cortile di casa. E qui già si dispone nei bambini il primo incarnarsi in loro di un particolare ente spirituale che più se la sente di fare il "gran salto" agevolato dallo stato emozionale, dall'interesse per la vita. Insomma la condizione di non sentirsi ancora con i "piedi a terra" (stato definitivo in seno al suo possibile corpo fisico da quel momento in poi, è l'occasione propizia per uscire dal suo "paradiso edenico" in cui cominciava ad annoiarsi) gli permette di decidersi. Quello stare in bicicletta è l'ideale per lui. In più è fuori causa la volontà istintiva (propria di tutti gli esseri animali ed umani), ovvero l'imposizione di osservare certe norme secondo un codice genetico archetipico. La genetica ce lo conferma attraverso - per esempio - il noto biologo Edoardo Boncinelli con la sua teoria dei "geni architetti" all'atto di nascita.
Ma questo non basta, occorre una condizione ideale per permettere il valico dell'Eden a mondo terrestre. Cosa che si attua nel momento coincidente - mettiamo - ad una circostanza dovuta ad un incidente più o meno grave o lieve in cui la distrazione del gruppetto familiare e magari di astanti coinvolti, è più o meno marcata. Insomma qualcuno o qualcosa deve "morire" e così far nascere un ente stabile in un bimbo. Ovviamente c'è tutta una scala gerarchica di questi eventi che poi prosegue lungo il corso della vita del bimbo in questione.
Ed ora scendiamo un po' dalla bici perché il traffico non ce lo permette. Magari può accadere ciò che non ci piacerebbe per davvero. Un brutto incidente e sarebbe la fine degli "enti" in noi. Può infatti accadere che uno di questi, incapace di restare incarnato perché deluso dal vivere che non si aspettava, trama istigando occultamente la volontà di veglia del suo io corporeo e lo incita a decisioni insensate.
Tutto ciò che ora di ho detto mi è vento di dirlo solo ora. Prima non è sapevo nulla e montando in bici con te è stato possibile.
Mi meraviglio con me stesso.
Ciao Paola è stata una bella passeggiata in bici.
Gaetano
Paolo grazie, anche io sono molto sensibile ai complimenti, mi piacciono, quindi grazie.
E grazie anche perchè hai capito che piccole trasgressioni ci servono.......ma vallo a dire ai sindaci che di antropologi e di Marcuse "se ne fanno un baffo".....preferiscono invitare lo psicologo alla moda , una specie di Crepes.
:-)ciaooooooooo.
Cher mon amie Gaetano, ho fatto una splendida passeggiata in bici con te, abbiamo anche incontrato un vigile che ci ha sorriso ed ha chiuso un occhio alle nostre piccole infrazioni.
Senza nulla togliere all' importanza ed alla serietà di psicologi, psichiatra, studiosi sel comportamento ecc., si potrà ben filosofare, ebbene io mi ritrovo in ciò che mi hai detto mentre stavamo andando in bici.Assodato che l' Eden e quindi il posto più vicino a Dio è nella prima infanzia, quando non c' è ancora l'Ente,quando non siamo consapevoli, allora si può veramente non aver paura della morte, l' ha inventata l' essere consapevole la morte, l' inconsapevole non la conosce e perciò non ne ha paura, noi consapevoli che crediamo di conoscerla tanto in effetti la conosciamo meno dell' essere inconsapevole, non ci ricordiamo di quel tempo in cui non "eravamo"....io ricordo perfettamente una mattina in cui ho messo il piede a terra e mi sono sentita un' altra cosa dal pavimento, mi ricordo che mi è piaciuto, mi ricordo che quel giorno " era tutto diverso"boh......Gaetano.....boh...però guarda caso tu mi hai dato la risposta AUSPICATA.
Tra l' altro in un periodo "inconsapevole"ero all' opposto lucidissima in un altro modo, quasi veggente.
Ti lascio Gaetano con una frase che molto mi ha colpito..... liberarsi del peso della coscienza per intuire, riprendersi il peso della coscienza per spiegare.....scritta da paopasc
Può infatti accadere che uno di questi, incapace di restare incarnato perché deluso dal vivere che non si aspettava, trama istigando occultamente la volontà di veglia del suo io corporeo e lo incita a decisioni insensate.
Gaetano, per questa frase ho un commento separato.....io ciò lo credo fermamente certi esseri angelici,sono "troppo" per questa terra, il loro animo è una rosa senza spine e questa non è ancora l' era dell' acquario, ma sono stati inviati lo stesso,devono seminare amore in un mondo in cui pare che non ce ne sia, questi esseri si sentono inadeguati, ma siamo noi gli inadeguati, gli inadeguati all' amore.
Un beso.
Una passeggiata in bici può essere liberatoria. O può essere fonte di qualche arrabbiatura... certo. Anche i vigili, ci si mettono.
Ma oggi si guida da cani e l'eventualità di una multa dei vigili è un debole incidente statistico... ma cade sempre secondo la legge di Murphy. Se può andare male, stai certo che andrà peggio...
Già, ma forse anche i vigili si annoiano e se la prendono con chi capita... mah, valli a capire...
Certo, una multa in bici fa proprio arrabbiare..
Sulla strada che faccio a piedi ogni mattina per andare in ufficio, davanti ai Fori Imperiali, c'è il cartello di un piccolo altarino, di quelli che ormai si piazzano agli angoli delle strade per segnalare qualche lutto, molto tristi io li trovo, a dire la verità. Ad ogni modo, lì, proprio davanti ad una di quelle statue di bronzo che imitano le statue degli imperatori romani, ma che invece sono finte, fatte durante il fascismo (e a me mi viene sempre da ridere quando vedo i turisti, a decine, ogni giorno, affannarsi a mettersi nelle pose più strambe proprio sotto quei falsi di un'epoca falsa, che ha distrutto le vestigia originali per farci passare no stradone dove fanno la parata militare...), ecco, proprio lì, c'è il cartello, sull'altro lato della strada, a dire il vero, il cartello che piange la morte di una povera ragazza, di 28 anni, di nome Eva, falciata da un'automobile, mentre andava in bici. E un giorno hanno appeso proprio lì, attaccata al lampione dove stanno appoggiati i fiori, hanno appeso proprio in quel punto, su quel lampione, una vecchia bici, una bici dipinta tutta di bianco... Povera ragazza. Povero giglio reciso.
Ma su quella strada, lungo i Fori che assaggiarono il peso dei passi di senatori ed imperatori appesantiti dalla gloria del mondo, ci sono anche altre biciclette, una tutta rossa, per esempio, legata con una catena, rossa anch'essa, ad un lampione. Grigio.
E poi le bici a nolo. E quelle dei ciclisti, che, chissà perchè, preferiscono la corsia dei marciapiedi a quella della strada...
Ecco, la tua storia, Paola cara, mi ha fato venire in mente proprio tante storie di bici...
Scusami se sembrano storie vaghe... ma mi piace raccontare e aggiungere alla tua bella storia anche qualche dettaglio di quotidianità colorata.
Un bacio.
Scusate e scusami il mio breve intervento, era solo per la beltà delle vostre parole e del tuo ottimo racconto.
A presto
Ettore
Caro Piero, la bici mi piace proprio perchè permette di fare qualche infrazione........ queste regole che aumentano sempre ci rendono più rabbiosi, paradossalmente chi più le osserva più è in gabbia, stanno diventando una catena .....hai presente il Leviatano????????
A Bologna hanno iniziato a installare bici dipinte di bianco nei luoghi degli incidenti mortali.....è nato tutto così spontaneamente, ma non voglio colpevolizzare in nessun modo gli automobilisti, è tutto il sistema traffico che è vecchio ed obsoleto.
Un beso.
Ettore, ho letto la lettera di Brullo a suo padre e la sua replica in cui ti menziona come l' amico che gli ha dato la risposta più "forte".
Certo sei andato giù forte, ma "vero" perchè secondo me, è solo quello che penso io, il tuo amico non ha ancora avuto il coraggio di sondarsi sino in fondo........ciò non toglie che abbia le p.ll. quadre.
Grazie, perchè se tu mi dici che è un buon racconto io ti credo.
Ciao.
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