mercoledì 28 ottobre 2009

PEOPLE

LAIKA

Con Laika ci sono stata poco, ormai avevo dieci anni. I tempi delle scorribande nei campi erano finiti.

La mattina andavo a scuola e il pomeriggio oltre ai compiti dovevo lavorare.

Laika stava nel cortile, ma un giorno scappò.

Stette via una decina di giorni.

Ritornò incinta.

Strano, perché di solito sono i maschi che scappano di casa per andare dalle femmine in calore.

Fece una nidiata di meravigliosi cagnolini.

I cagnolini scomparvero quasi subito, ti dissero che bisognava ucciderli subito, nessuno avrebbe voluto dei cani bastardi, per non farli soffrire occorreva sopprimerli subito, così non avrebbero sofferto. Si faceva così anche coi gattini, qualcuno appena nati li sbatteva per terra, molto meglio che affogarli…dicevano.

Non ti convincevano.

Anche tu sei rimasta incinta, ti sei sposata e sei andata a stare accanto alla casa dei tuoi genitori, Laika stava nel cortile che avevate in comune.

Laika era tenera col tuo cucciolo, quando il bimbo era sul girellino nel cortile, Laika coi denti afferrava lo schienale del girellino e lo portava a passeggio. Tu ti incantavi a seguire la scena.

Laika scappò ancora.

Stette via una decina di giorni.

Ritornò incinta.

Fece una nidiata di meravigliosi cagnolini.

Nessuno si poteva avvicinare alla cucciolata, Laika ringhiava cattiva.

Solo il tuo bimbo poteva avvicinare la nidiata di cuccioli.

Tu avevi implorato che le lasciassero tutti i cuccioli, ti dicevano: -Vedremo, tutti sono un po’ troppi, magari qualcuno-.

Stavi attenta, controllavi, contavi i cuccioli.

Ma i cagnolini scomparvero.

Tutti.

Laika sembrava impazzita, la legarono con una catena lunga perché tentava di scappare.

Una mattina trovarono Laika morta, si era strozzata con la catena.

Io non l’ho vista.

Però mi domando, se si è voluta uccidere per il troppo dolore o se cercava di scappare per rimanere ancora incinta.

Io penso che quando il dolore è troppo.

E’ troppo.


Il racconto è frutto di fantasia. Eventuali somiglianze a fatti realmente accaduti sono puramente casuali.

9 commenti:

Gaetano Barbella ha detto...

Cara Paola, ti vedo in una luce nuova. Ma è un certa impressione che potrà essere confermata dai successivi tuoi scritti.
Però deve essersi verificato qualcosa a cambiare le tue cose.
Dopo aver letto il racconto di Laika e quello precedente di Bobi, mi è parso di ravvisare nelle tue parole qualcosa di insolito. Non mi ha toccato l'evidente l'insensatezza di ciò che viene detto, ma un certo incantesimo racchiuso nella strana cadenza del racconto.

«Ma Bobi continuò a mangiare uova e galline e lo portarono ancora lontano, lontano. Tu lo aspettavi, anche dopo un mese lo aspettavi, ma lo sapevi, avevi origliato e sapevi che quel lontano, lontano era il fiume con una pietra attaccata al collo. Non sapevi bene cosa voleva dire, ma intuivi che era una cosa molto, molto più brutta del lontano, lontano e che Bobi non tornava perché non poteva, non perché era un cane da pagliaio.»

E poi:

«Laika sembrava impazzita, la legarono con una catena lunga perché tentava di scappare.
Una mattina trovarono Laika morta, si era strozzata con la catena.
Io non l’ ho vista.
Però mi domando, se si è voluta uccidere per il troppo dolore o se cercava di scappare per rimanere ancora incinta.
Io penso che quando il dolore è troppo.
E’ troppo.».

Per spiegarmi meglio sai che mi è venuto di pensare? A Tom Hanks nel film Forrest Gump.

«E il film scorre infatti tra vita reale e illusione, il tutto scandito dal ritmo della lettura degli eventi che Forrest fornisce, che spesso mettono in ridicolo il modo di pensare di noi occidentali. Durante la visione della pellicola più di una volta viene da chiedersi chi siano i veri “disabili”...

“La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita!”: una filosofia semplice ma forte quella che la madre di Forrest aveva cercato di condividere con il figlio. “Ricordati quello che ti ho detto Forrest: tu non sei diverso dagli altri!”.». Tratto da questo sito.

Gaetano

pierperrone ha detto...

Paola, a me i cani sono animali che non piacciono troppo. Come posso spiegarlo? Sono animali così assolutamente fedeli, così assolutamente ingenui, così assolutamente attaccati ai loro sentimenti che sono incapaci provare il sentimento della libertà.
Si possono uccidere per il dolore. Si possono fare migliaia di chilometri per raggiungere l'oggetto del loro amore assoluto. Possono starti vicino e vegliarti fino a morire di fame. Si, sono la faccia bella dei sentimenti senza una macchia dell'altra faccia.

Per questo mi mettono tristezza. Per la mancanza di libertà. Loro sono felici di starti attaccati alle gambe, e se li prendi a calci, tornano fedeli ad accarezzarti ancora più docili di prima.
Ma non conoscono quel qualcosa che sta dentro e che si chiama libertà. Libertà anche di essere infedeli a sè stessi, ai propri sentimenti, alla propria assolutezza.

Io preferisco i gatti. Di loro non ti puoi mai fidare fino in fondo. Devi sempre essere in grado di conquistarti il loro affetto, che tuttavia resta sempre presunto. Non potrai mai essere certo del loro affetto.
E, in più, si può sbagliare e scambiare il loro affetto per pura convenienza.
Ma il loro comportamento include la libertà.
Possono decidere in qualunque momenti di sparire.
Un cane non lo farebbe mai.

L'affetto degli uomini per i cani finisce per essere altrettanto assoluto che quello degli animali per i loro padroni. C'è qualcosa che mi mette tristezza in quelle relazioni che non ammettono dubbi. Tu puoi essere certo, nessuno dei due della coppia avrà mai un minimo dubbio. Nè il cane. Nè il suo padrone.
Già.
Ma manca qualcosa in questa relazione. Manca il sale. La paura. La conquista. Il tradimento. Il ritrovarsi. Manca quello che da colore ai sentimenti.
Io non amo nè il dolore nè il tradimento.
E non credo che si debba infliggerli ai propri cari, uomini o besti che siano.
Ma ci deve sempre essere la libertà.
Libertà di scegliersi o di rifiutarsi.
Così, quando si sceglie di essere accanto ai propri cari, si può essere certi che ciò sia per affetto, per amore, e non per un vincolo indissolubile.
In più, dobbiamo sempre correre il rischio di ricevere affetto solo per la convenienza dell'altro.
Questo ci costringe a dare il massimo possibile ed a prenderci il massimo ogni volta. Senza farne un deposito bancario al quale attingere quando ci pare.
Dobbiamo faticare per impinguare la nostra cassa. E c'è il rischio di perdere ogni volta tutto.
Ma che bello, quando poi, al bancomat, arriva un bacio inatteso, una carezza imprevista.
No?

Gaetano Barbella ha detto...

È l'ora del "bove Vo"? Del tuo senza tener da conto quello di Bruno Corra, ognuno conosce in segreto il suo. Perciò per te Paola e Teo "virtuale" può essere che "lui" cominci a bisbigliarti all'orecchio. Ho già detto che si tratta del corpo dell'eros dinamico che è il cosiddetto "eterico" o "doppio eterico" dagli addetti ai lavori esoterici.

«Il corpo eterico (da «etere», lo stato fra energia e materia) è composto di minuscole linee energetiche «simili a una rete di raggi di luce scintillanti», oppure alle linee luminose dello schermo televisivo. Esso ha la medesima struttura del corpo fisico, ivi comprese le parti anatomiche e tutti gli organi. Questo corpo eterico consiste in una precisa struttura di linee di forza (matrice energetica) su cui si plasma e si àncora la materia fisica di cui sono fatti i tessuti del corpo. I tessuti esistono come tali soltanto in virtù del campo vitale che vi sta dietro; vale a dire che il campo vitale è il presupposto e non il prodotto del corpo fisico. (...) La struttura del corpo eterico, che come si è detto è simile ad una rete di linee luminose, è in costante movimento. Il chiaroveggente è in grado di vedere scintille di luce azzurro-bianca che si sposta lungo le linee energetiche in tutto il corpo fisico.. Il corpo eterico sporge dal corpo fisico da 0,5 fino a 5 centimetri e pulsa a un ritmo di circa 15-20 cicli al minuto. Il colore del corpo eterico varia dall'azzurro chiaro al grigio. L'azzurro chiaro è stato messo il relazione a uno stato più sottile di quello espresso dal grigio. In altre parole, una persona sensibile e con un corpo sensibile tende ad avere un corpo eterico azzurro, mentre un tipo più atletico e robusto avrà un corpo eterico tendenzialmente grigio. Tutti i chakra del corpo eterico sono del suo stesso colore: variano cioè dall'azzurro al grigio. Essi somigliano a vortici composti da una rete di luce, proprio come il resto del corpo eterico, nel quale si possono vedere tutti gli organi del corpo fisico, ma formati da questa luce azzurrognola e pulsante.». Sono notizie che ho tratto da un bel libro, "Mani di luce" della D.ssa Barbara Ann Brennan. Si tratta di best sellers considerato ormai classico della medicina complementare e pubblicati in Italia con grande successo da Longanesi. Vedi http://www.liberonweb.com/asp/libro.asp?ISBN=8879725459.

Chi si porta sulla soglia del "dialogo" con il corpo eterico, dapprima prova repulsione nell'impatto con lui non gradendo le sue false promesse ed un parlare in genere frammentario e sconnesso. Si tratta di un nascituro simile non tanto diverso da uno strano animale ma che non vedi, lo senti nell'orecchio. Chi è chiaroveggente ovviamente lo vede, ma stiamo andando incontro ad un affievolirsi della visione eterica e oltre (per i successivi corpi sottili). Si diventa "duri" come dice Steiner in relazione alla sua indagine su passate ere dell'umanità che lui fa partire da quella di Saturno (la più vecchia) e poi Sole, Luna, quindi Terra per procedere oltre. È come dire che ora ci prepariamo ad uscire da un certo Eden e questo comporta la perdita delle note capacità sensoriali che in alcuni ancora permane.

Per rientrare nei ranghi sul modo di "sentire" il bambino eterico, è come avere a che fare con quel Tom Hanks nel film Forrest Gump. Proprio così.

E quel VO?
Ti accenno a dei fatti che ci portano al "Viet Vo Dao" del remoto Vietnam. Il Viet Vo Dao, “la Via dell’Arte Marziale Vietnamita”, fa parte della storia di un popolo che ha sempre dovuto lottare per la sopravvivenza. Tale arte marziale è nata in ambito contadino e si è sviluppata con esso, diversamente da quanto è successo nel resto delle regioni asiatiche, dove la pratica delle arti marziali era prerogativa di classi sociali privilegiate.

Ecco un illuminante parallelo per legarsi agli uomini tipo "Bove Vo", che lavorano indefessamente fino a morire e senza potersi opporre. E "VO" vietnamita sta a significare Arte Marziale, appunto.

Ciao Paola

Paola Tassinari ha detto...

Gaetano, doveva apparire solo lo scritto di Bobi, Laika era nelle bozze, perchè sai ho tanti raccontini già pronti, con la solita confusione che faccio col computer Laika è apparsa assieme a Bobi,e va bene così.
In quanto allo stile, forse ascolto il mio corpo eterico,(dove va il corpo eterico quando il corpo fisico muore?)la scrittura mi viene così infantile,sgorga così, come sgorgano così le immagini........devo ascoltarmi. Mi sento pronta, ho assolto alle mie responsabilità, ora mi sento di ascoltare la bimba che è im me.
Forrest Gump e la scatola di cioccolatini......eh avrei un racconto sulla scatola di cioccolatini, ma non sono ancora pronta a scriverla. E' comunque una riflessione sui "sensati" e gli " insensati".......a volte penso che i "sensati" siano i più "insensati" sicuramente chi ha più senso dovrebbe dare di più ...invece è il contrario ti accorgi ad un certo punto quanto ti hanno dato gli " insensati" e il mondo degli animali, ma anche il mondo naturale tutto.........tanti anni fa una mia insegnate elementare mi disse:" noi siamo terra, se tu strisci forte, forte le mani, sentirai poi l' odore della terra" ebbene io quell' odore lo sentii.
Ciao Gaetano e forever thank.

Paola Tassinari ha detto...

Piero, chi è che ama il dolore o il tradimento...ma esistono.
Libertà di scegliersi.....non mi piace più, troppe volte ho cozzato, troppe volte la perla stava nascosta, ti dico che le uniche volte che non ho sbagliato è stato quando ho ascoltato "quel qualcosa" che io chiamo il DNA della memoria e Gaetano corpo eterico. Si vede che non hai avuto dei cani, ogni cane è diverso, ogni cane ha il suo carattere....c' è anche il cane che se ne va, sai, che decide di fare il randagio.Così come i gatti.Intanto che ci siamo sfatiamo il mito dell' oca che è un' oca...questo animale è intelligente è solo un po' troppo testardo.Be' termino altrimenti ti parlo del carattere di tutti gli animali.......ma comincia ad osservarli, vedrai che avrai delle sorprese, comincia ad osservare la natura pensando che sia la prima volta che la vedi.
Ciao Piero ed un... bes ( scusa ma ultimamente infilo il dialetto in ogni dove)

Paola Tassinari ha detto...

Qualcuno poteva dirmi qualcosa sulle immagini.....a me parevano ...belle o almeno belline.
Un grosso abbraccio.

Annarita ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Annarita ha detto...

Laika! Ho avuto un pastore tedesco femmina, pura all'80%, quando ero ragazza. Ero ancora all'università. Si chiamava Leika! L'ho chiamata Leika proprio io quando me l'hanno regalata che era un batuffolino. Erano troppi cuccioli nella nidiata ed io me la sono portata a casa. L'ho alimentata con il biberon finché non è stata in grado di alimentarsi da sola.

Era di una intelligenza straordinaria, fiera e coraggiosa come pochi, animali e uomini inclusi. Giocherellona, irruenta e dolcissima. Non l'ho mai dimenticata. Ho alcune foto con lei. Una in particolare mi è molto cara.

Sono d'accordo con te. Ogni cane è diverso ed ha il suo carattere. Ne ho avuti alcuni ed ho potuto sperimentarlo di persona.

A parte i cani, ho avuto gatti, conigli, criceti, canarini e altri ancora. Amo tutti gli animali, ma i cani...

Il tuo disegno mi affascina. Non voglio tentare interpretazioni recondite, ma solo metterti a conoscenza delle emozioni che suscita in me.

Una spirale aperta che si innesta su quelle che sembrano due maglie d una catena, ma rassomigliano al simbolo matematico dell'infinito, quindi generatrici...di infinito, quell'infinito a cui tende la spirale aperta.

Una maglia della catena/infinito sembra anche un occhio...mi sento attratta e affascinata da quella specie di pupilla incandescente. I triangolini...cosa sono, Teo? Sembrano la continuazione del ramo della spirale e sono 8, ancora il simbolo dell'infinito...e il triangolo è anche la configurazone più stabile che esista.

Un abbraccio e un bacio. annarita

ps: ti ringrazio del commento che hai lasciato alla mia intervista. Hai saputo cogliere dei punti nodali del suo contenuto...forse perché esistono molte affinità tra noi:)

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Annarita, grazie del tuo commento, soprattutto perchè mi dai modo di risponderti sui ...triangolini, i quali sono i cagnolini prelevati cuccioli e poi affogati, ma anche quelli (secondo ciò che dice Gaetano ..che nulla va perduto) in qualche modo " esistenti" ed "infiniti" se l' universo è infinito pure noi lo siamo, perchè ne facciamo parte....questo è quello che voglio dire coi miei disegni, nei quali c' è spesso l' occhio ( inteso come l' occhio egiziano o anche il terzo occhio o anche come il cerchio delle stagioni e della vita..ecc..)e poi quelle spirali per me, sono simbologoia di amore universale,come mi affascina il simbolo dell'infinito , 8 il quale lo vederei meglio con i due cerchi lasciati aperti. Ultimo, il triangolo tu lo vedi stabile, io lo vedo stabile ma anche pericoloso, perchè infatti i cagnolini sono nati ma sono stati uccisi subito. ultima riflessione che il tuom commento ha generato .......devi sapere che in questi racconti prendo spunto da cose reali, ma poi la fantasia galoppa, galoppa, alla scuola prendevo sempre 4 nei temi di italiano (ero molto brava nelle altre materie, ma in italiano a cui tenevo molto, allo scritto sempre 4, all' orale avevo 8)perchè ero troppo fantasiosa ed andavo fuori tema.
Un caldo abbraccio d' autunno come le foglie dorate e gialle che non sono ancora cadute.
PS fa tanto piacere vedere che esistono insegnanti così preparate ed appassionate....fa tanto futuro.Un bes.